Firenze, 14 novembre 2007- E’ una provincia, quella di Firenze, dove le assunzioni di figure con alte professionalità rimangono ad un livello contenuto, a conferma che il territorio è tuttora ancorato ad attività tradizionali, a scarsa innovazione. I gruppi professionali più richiesti dalle imprese fiorentine restano, così, quelli con mansioni medium e low skills. Dopo tre anni, scompaiono gli specialisti (figure di alta professionalità) ed entrano manovali comuni, “addetti a lavorazioni di precisione, artigianali e attinenti alla stampa”, “addetti a impianti fissi e mobili”.
Lo rileva uno studio della Camera di Commercio di Firenze, condotto su dati del Sistema Informativo Excelsior - indagine sulle previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali delle imprese realizzata da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e l’Unione Europea – relativo al periodo 2001-2007.
In questi sette anni, l’andamento provinciale del mercato del lavoro è lievemente cresciuto con un tasso medio del +1,7%, pari a +3.660 unità, poco al di sotto dei trend regionale e nazionale.
E’ il saldo di 14.819 assunzioni (+6,6% il tasso medio) meno 11.161 uscite (+5%). A sostenere la crescita dell’occupazione, nella provincia di Firenze, sono state soprattutto le piccole imprese, in particolare i settori del commercio (+3,4%) e dei servizi (+ 7,8%). Mentre le aziende medio-grandi, soprattutto nei settori di produzione e di gestione industriale, hanno accusato un saggio di variazione negativo(-1,4%) . Il dettaglio dei dati annuali evidenzia tuttavia fluttuazioni, con alternanza di tassi positivi e tassi negativi, tra le attività del terziario commerciale e dell’edilizia.
Scende l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale occupazione (dal 57,6% del 2001 al 38,4% del 2007), a favore dei contratti atipici” che vedono un tasso medio annuo di crescita del 10%.
Più contenuti i livelli di sviluppo dei contratti di apprendistato (+ 8,2% ).
Nel periodo in esame, 46,4% delle assunzioni sono state con contratto a tempo indeterminato; 42,9% con contratto a termine; 9,4% con quello di apprendistato; 1,4% con altre forme contrattuali. Si mantiene elevato il dato relativo alle assunzioni reputate “di difficile reperimento”, complici, secondo gli imprenditori esaminati, una “mancanza della qualificazione ritenuta necessaria” e “una ridotta presenza della figura professionale richiesta sul mercato locale” (nel 30,8% dei casi); non tanto per carenza di strutture formative in loco.
Aumentano le imprese che segnalano un’indifferenza nella scelta del genere, anche se la preferenza maschile continua ad essere più marcata per le attività industriali in senso stretto e per le costruzioni, e quella femminile da parte del settore servizi.
Nell’ultimo quinquennio il grado di scolarità richiesto dalle imprese fiorentine è risultato leggermente superiore al contesto nazionale.
Tuttavia la richiesta della sola scuola dell’obbligo ha visto dal 2001 al 2007 una graduale perdita di peso, solo in parte recuperata nell’ultimo anno della serie storica esaminata.
In particolare, il 42% dei nuovi assunti ha interessato un livello di scolarità alto o medio-alto; il 34% diplomati; e solo per il 9,2% è stato richiesto il titolo universitario (laurea e diploma universitario). Un quadro di sostanziale stabilità per i candidati con qualifica professionale. Le percentuali di richiesta delle imprese sono più elevate, quando la richiesta riguarda il livello di una "formazione integrata", che affianca all’istruzione scolastica l’esperienza lavorativa:il livello universitario arriva al 10,9%, quello secondario al 37,6% e la qualifica professionale al 31,5% mentre anche il numero medio di anni di scolarità cresce stabilizzandosi intorno a 12 anni.
Al 61,3% del personale da assumere è, comunque, prevista in sede di ingresso un’ulteriore fase di formazione; mentre per il 21,1% dei casi viene richiesta la conoscenza delle lingue e per ben il 35,3% dei casi una conoscenza informatica.
La richiesta di immigrati, provincia di Firenze periodo 2001-2007, si è stabilmente attestata su una quota di poco superiore al 27%, in linea con il dato nazionale. Ogni anno, sono circa 4.100 i neoassunti extracomunitari; di cui: il 65% è nel settore dei servizi; 23% nei settori produttivi; e l’11% nelle costruzioni.