FIRENZE – Le attività di formazione e di aggiornamento professionale per gli agenti ed i comandanti delle polizie locali saranno gestite dalla Scuola interregionale di polizia locale (Sipl) di Modena. E’ quanto prevede una proposta di legge 216, approvata in aula a maggioranza con l’astensione di Rifondazione e i voti contrari del centrodestra. Approvato a maggioranza anche anche il nuovo statuto della Fondazione (pdd 221). La Scuola interregionale ha sede in Modena ed è una Fondazione di partecipazione, nata dalla trasformazione della vecchia società a responsabilità limitata.
Ne fanno parte come soci fondatori il comune di Modena e le Regioni Emilia Romagna, Liguria e Toscana, quest’ultima con una partecipazione di 200 mila euro. Altri enti locali ne sono membri come ‘partecipanti’. Si tratta della prima struttura in Italia che attua le previsioni costituzionali per la formazione delle polizie locali. Il consiglio di amministrazione sarà composto da cinque membri, compreso il presidente: quattro sono nominati da ciascuno dei fondatori, uno dai partecipanti. Il consiglio di amministrazione sarà affiancato da un Comitato scientifico e da un direttore.
La proposta di legge 221 e la pdd 443 sono state illustrate dal presidente della commissione Affari Istituzionali, Ilio Pasqui (Pd).
Si tratta di modificare la legge n.12 del 2006, introducendo l’adesione della Regione Toscana alla Fondazione di partecipazione”, ha spiegato Pasqui, che ha quindi indicato gli impegni di spesa. Il capogruppo di An, Maurizio Bianconi, ha sottolineato l’opposizione alla legge da parte del suo gruppo. “Non si tratta di contrarietà allo strumento individuato – ha detto – ma al fatto che non ci è stato reso noto niente, né su cosa esattamente facesse la precedente Srl (la società preesistente, disciolta con la Fondazione, ndr), né sulla qualità dell’insegnamento, sul patrimonio”.
“Ho pensato – ha detto - che si andasse a salvare una società che non funzionava, al soccorso rosso, che c’è anche dentro le istituzioni”. Marco Carraresi, capogruppo dell’Udc, ha definito la decisione di aderire alla Fondazione che ha sede a Modena un “sub ingresso della Regione Toscana”. Riconoscendo a Pasqui il merito di avere richiamato, durante l’illustrazione in aula, il passaggio che la legge 12 del 2006 che aveva a suo tempo suscitato la contrarietà dell’opposizione in consiglio: e cioè la decisione di abolire la previsione della scuola di formazione per la polizia amministrativa (prevista nella legge 17 del 1989).
Carraresi ha chiarito: “noi volevamo qualcosa di ben diverso”, poiché “ora si cancella la potestà della Regione Toscana di dotarsi di una struttura autonoma, nonostante le polizie municipali la reclamino da anni”. Carraresi ha criticato il fatto che “la formazione delle nostre polizie municipali non avverrà a livello regionale come invece dovrebbe essere per ragioni di omogeneità di applicazione delle norme, e anche per ragioni di costi”. “La Regione Toscana assume il titolo di socio fondatore” e la “formazione è elemento qualificante come più volte è stato detto e sancito in quest’aula”, ha replicato il vicepresidente della Giunta, Federico Gelli.
Gelli, citando l’elenco delle Regioni che si rivolgono alla scuola di Modena per la formazione delle proprie polizie locali, ha affermato che si tratta “della più importante Agenzia formativa che ha operato nel nostro paese”. Il vicepresidente ha detto anche che, con l’adesione alla Fondazione come “socio fondatore”, la Toscana sceglie di partire con un progetto nuovo nel quale avrà potere e capacità di indirizzo”. “Non credo – ha aggiunto – che creare ex novo una scuola in Toscana, dalle dotazioni agli investimenti strutturali, avrebbe avuto un costo minore”.
Ha quindi concluso ricordando che le dotazioni finanziarie annue da parte della Regione per l’adesione alla Fondazione “non inducono maggiore spesa rispetto ai capitoli di bilancio interessati”. Ha dichiarato l’astensione di Rifondazione Luca Ciabatti “in questa discussione mi trovo imbarazzato – ha detto il consigliere. Credo che il problema della formazione sia complessivo e riguardi anche altre professionalità della pubblica amministrazione”. Ciabatti ha poi sottolineato l’importanza di creare un rapporto con le università, prevedendo dei percorsi formativi altamente specializzati.
“Mi pare un provvedimento improvvisato e che dà risposte parziali – ha concluso Ciabatti”.