Firenze, 22 novembre - A dieci giorni dal referendum di Campi Bisenzio sulla realizzazione di un nuovo inceneritore nella Piana fiorentina centosettantatre medici di famiglia, ospedalieri, specialisti (oltre il 90% esercita nella Piana) firmano un documento per fermare la politica inceneritorista attuata dalla Regione Toscana, dalle Province di Firenze, Prato e Pistoia e dai Comuni interessati; amministrazioni accusate di non tenere conto delle ricadute sulla salute della popolazione in un'area interessata da numerose e diversificate fonti di inquinamento, quindi già sottoposta ad un forte carico di nocività ambientali (1).
I medici, la lista completa è in fondo al comunicato, intervengono nel dibattito politico sottolineando come esista una vasta letteratura scientifica (2) che evidenzia la nocività delle emissioni dei nuovi inceneritori nel breve e nel lungo periodo : diossine (cancerogene IARC I); metalli, come cadmio (cancerogeno certo IARC I) e mercurio (IARC 2B) e nanopolveri che sfuggono anche alle più moderne tecniche di abbattimento dei cosiddetti termovalorizzatori di ultima generazione.
I medici ricordano inoltre come la patogenicità delle particelle ultrafini emesse dagli inceneritori (PM 2,5 - PM 0,1) è legata alla loro capacità di veicolare le sostanze tossiche derivate dalla combustione attraverso la cellula fino al nucleo (3). Sulla pericolosità del particolato atmosferico, affermano, ormai non ci sono più dubbi, basti pensare che un aumento di PM 2,5 di 10 microg/metrocubo aumenta la mortalità di cancro al polmone dell'8% (4).
Il documento ricorda come sempre più medici e persino Ordini dei Medici, come la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici dell'Emilia Romagna, mostrano le proprie perplessità nei confronti di questi pericolosi sistemi di smaltimento.
I centosettantatre medici propongono infine di praticare soluzioni alternative all'incenerimento nella gestione del ciclo dei rifiuti a partire da quelle già ampiamente sperimentate e prive di effetti nocivi per i cittadini.
"Una lezione di buona politica". Così Ornella De Zordo di Unaltracittà/Unaltromondo definisce l'appello dei centosettantatre medici della Piana fiorentina che hanno deciso di palesare la loro contrarietà alla costruzione di un nuovo inceneritore a Campi Bisenzio. Per De Zordo " I medici mostrano una tensione etica e un rispetto per la salute dei cittadini che sembrano perse da quegli amministratori, fiorentini e toscani, che vedono nell'incenerimento la soluzione finale per gestire i rifiuti.
Mancano pochi giorni al referendum di Campi Bisenzio, ha continuato la capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo a Palazzo Vecchio, e l'appello dei medici è una boccata di ossigeno in una campagna elettorale avvelenata da campagne istituzionali false e demagogiche come quella promossa dalla Provincia di Firenze. Un appello che la politica deve saper ascoltare perchè proviene da coloro, i medici, che più di ogni altra categoria conoscono i danni irreversibili e le sofferenze che le diossine, i furani e gli agenti inquinanti emessi dagli inceneritori, anche di ultima generazione, provocano su centinaia di persone.
Vittime innocenti, ha concluso De Zordo, provocate da un'idea di modernità dell'attuale classe politica dirigente figlia di un'anacronistica visione sviluppista della società.
"L’affissione di manifesti e la campagna di informazione avviata dalla Provincia sulla gestione rifiuti e soprattutto a sostegno degli inceneritori rappresenta una pubblicità ingannevole nei confronti dei cittadini ed anche una indebita ingerenza nel referendum previsto a Campi Bisenzio per il 2 dicembre sulla costruzione del termoutilizzatore di Case Passerini e sull’incenerimento dei rifiuti -affermano in un documento i Gruppi PRC Provincia di Firenze e Comune di Campi Bisenzio, la Federazione Fiorentina PRC e Commissione Ambiente, il Circolo PRC di Campi Bisenzio- Con disinvoltura e in continuità con un comportamento arrogante, il Presidente viola ogni forma, travalica le prerogative istituzionali dell’organo consiliare e, non badando a spese irrompe con il suo inopportuno protagonismo nella campagna referendaria.
Infatti il manifesto già affisso dalla Provincia induce alla paura dell’emergenza per proporre poi con i successivi manifesti la soluzione che ci salverà dal finire nella “cacca”, ovvero la costruzione di nuovi inceneritori! I dati riportati non sono reali: la stessa Regione Toscana ha indicato per il 2010 gli obiettivi del meno 15% nella produzione rifiuti e del 55% per la raccolta differenziata; inoltre i rifiuti indifferenziati possono essere trattati per ottenere ulteriore recupero di materiali.
A questo fine, il sistema più efficiente è il trattamento a freddo in alternativa all’incenerimento dei rifiuti che produce danni irreparabili per la salute e per l’ambiente, comporta costi altissimi ed un forte spreco di risorse. Anche con l’attuale gestione dei rifiuti, che peraltro da anni chiediamo di cambiare, la capacità delle attuali discariche presenti nella Regione garantisce una autonomia di 8-9 anni. E’ inaccettabile che per questa campagna informativa unilaterale ed ingannevole la Provincia abbia previsto di spendere più di 600.000 euro (sic!), come dichiarato nel Consiglio del 19 novembre dall’Assessore all’Ambiente, più che per i progetti di riduzione e prevenzione rifiuti (422.000 euro).
Rifondazione Comunista, nel ribadire il proprio sostegno alla campagna per il NO agli inceneritori per il referendum di Campi Bisenzio e la solidarietà con il presidio di Montale contro la riapertura di quell’impianto, richiede alla Provincia di sospendere immediatamente l’affissione dei suddetti manifesti e di destinare le risorse alle azioni di riduzione, differenziazione e recupero dei rifiuti, le uniche che possono davvero prevenire l’insorgere di qualsiasi emergenza.
Un’altra gestione dei rifiuti è possibile: la riduzione degli ATO, l’unificazione delle aziende di smaltimento, promossa dalla Regione Toscana, la mancanza stessa di risorse economiche per finanziare la costruzione dei nuovi impianti termici, impone a tutti la necessità di ridiscutere e cambiare i Piani Provinciali, tuttora basati su incenerimento e discariche, aprendo un nuovo processo partecipativo".