Firenze – La legge è chiara. Entro il 31 dicembre 2007 la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani dovrà essere pari almeno al 40 per cento del totale, da raggiungersi a livello di Ambito territoriale ottimale. Ma la Regione è in possesso dei dati, come si è attrezzata per rispondere agli obiettivi e per intervenire per ottemperare agli obblighi? Queste le domande che Monica Sgherri, capogruppo di Rifondazione comunista, ha rivolto alla Giunta. Con dati alla mano, l’assessore Annarita Bramerini ha ricordato il valore complessivo regionale delle percentuali al 2006, che è pari al 33,32 per cento.
Gli Ato provinciali che non hanno superato il 35 per cento sono Massa Carrara, Pisa, Livorno e Grosseto. La Bramerini, dopo aver definito preciso il sistema regionale di certificazione e di conteggio, ha ricordato gli 8 milioni di euro stanziati per incentivare la raccolta differenziata, per il triennio 2007-2010. “Dubito di arrivare al 40 per cento entro il 31 dicembre 2007 – ha affermato – ma al Governo che parla di commissariare, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, chiedo di stabilire dei criteri precisi per la raccolta differenziata”.
La consigliera Sgherri, ringraziando l’assessore per la risposta, ha definito “fragile” il sistema regionale ma anche “molto forte la proposta del Governo”. “Sicuramente però le Regioni diventano responsabili del raggiungimento degli obiettivi – ha concluso – e nella normativa chiamata a rendere omogenei i parametri ci dovrebbe essere una diversa attenzione agli assimilati urbani”.
Il Comitato per il referendum contro l’inceneritore nella Piana non organizzerà la consultazione referendaria sull’impianto, ipotizzata per il prossimo novembre, con l’amministrazione comunale di Campi Bisenzio.
“Non condividiamo il comportamento del prosindaco Adriano Chini sia nel metodo che nel merito- sottolinea infatti il presidente del comitato Franco Galli- e diffidiamo l’amministrazione stessa ad utilizzare il nome del comitato nel regolamento referendario. La nostra decisione deriva principalmente dall’assoluta mancanza di rispetto e considerazione dimostrata dal Comune di Campi nella fase di presentazione del regolamento, come ben dimostrano i fax che abbiamo inviato in data 16 settembre e 18 settembre 2007 all’amministrazione comunale sollecitando una concertazione del regolamento e l’accoglimento delle nostre proposte.
Il regolamento, infatti, non può essere deciso solo da uno dei due soggetti promotori, in questo caso l’amministrazione comunale campigiana, lasciando all’altro, il comitato, come una sorta di concessione, la possibilità di osservazioni il cui accoglimento sarebbe fra l’altro subordinato solo alla volontà politica del consiglio”. In particolare il comitato referendario non si riconosce nei due quesiti inseriti nel regolamento dall’amministrazione comunale e soprattutto nella formulazione di un secondo quesito (palesemente predisposto per confondere le idee ai cittadini e poter diversificare le conclusioni post-voto) che è stato dichiarato imprescindibile da Chini.
Questa è già una ragione valida per interrompere qualunque possibilità di collaborazione con l’amministrazione visto che anche il quesito proposto dal comitato referendario da sempre (“Sei favorevole alla costruzione di un termovalorizzatore/inceneritore nella Piana Osmannoro/Case Passerini?”) è stato manipolato dal prosindaco e ridotto in modo da renderlo meno efficace ed immediato.
Con il secondo quesito prospettato dall’amministrazione campigiana poi si richiede ai cittadini di farsi carico di una decisione di livello nazionale riguardo alla problematica rifiuti senza peraltro dare informazioni corrette sulle alternative all’incenerimento, che esistono: tutto questo va contro ogni logica di referendum locale.
Se a ciò si aggiunge il fatto che il prosindaco Chini (che dice di voler ascoltare i cittadini) non ha mai voluto dichiarare che cosa farà del risultato della consultazione si capisce perchè il comitato referendario, che tiene principalmente alla salute dei cittadini, non intenda avallare quella che, evidentemente, si presenta come una semplice operazione politica da parte di Chini.
A questo punto il comitato potrà prendere decisioni diverse a seconda del percorso che l’amministrazione comunale sceglierà di attuare “In base alla decisione del Comune - spiega infatti Galli- valuteremo sia l’ipotesi di referendum autogestito sia quella di convertirci come comitato per il no per partecipare in maniera massiccia al voto per dire no all’ipotesi inceneritore a Case Passerini.
In ogni caso il comitato non si scioglierà e continuerà a combattere la sua battaglia contro l’inceneritore”.
In attesa degli sviluppi futuri intanto il comitato intende ringraziare pubblicamente tutte le associazioni che avevano dato la disponibilità a collaborare nella realizzazione congiunta del referendum e si farà premura di avvertire direttamente le associazioni stesse della decisione presa dal comitato.