di Federico Taverniti
Firenze Continua ad essere straniera e di genere femminile la maggioranza delle persone che si rivolge ai Centri di ascolto della Caritas in Toscana. Ma è in aumento la percentuale degli italiani, soprattutto persone anziane. Sono questi i dati più significativi che emergono dal Dossier Caritas 2006 sulle povertà in Toscana, che è stato presentato stamattina nella sala Est-Ovest della Provincia di Firenze. Alla realizzazione della ricerca ha collaborato anche la Regione.
«Il quadro che emerge dal rapporto – ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori intervenuto alla presentazione - si riferisce soltanto alle persone che decidono di ‘emergere’.
Occorre però tenere presente anche tutto il ‘sommerso’, tante persone che decidono di non venire allo scoperto, e sono tante, che vanno incoraggiate a manifestarsi ma che soprattutto vanno aiutate. Per affrontare i problemi relativi alla marginalità possono essere 3 le linee di intervento: anzitutto personalizzando gli interventi, attraverso un’azione mirata che tenga conto delle singole situazioni; dando stimolo e supporto alle reti sociali che già esistono e che di fatto costituiscono modalità efficaci per rispondere alle situazioni di disagio; individuare infine altre forme di intervento come quelle rivolte alle famiglie numerose o quelle che hanno a loro carico persone non autosufficienti.
I dati raccolti dalla Caritas – ha concluso Salvadori - seppur non costruiscano un quadro esaustivo, per noi sono importantissimi per comprendere e analizzare l’andamento dei fenomeni di esclusione, soprattutto con riferimento alla popolazione straniera, e migliorare la nostra programmazione ed i nostri interventi».
I dati raccolti si riferiscono alla campagna di ascolto 2006 effettuata presso i 60 Centri di ascolto della Caritas presenti in Toscana. Fino al 31 dicembre dell’anno scorso sono state 16.227 le persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto (quasi mille in più rispetto al 2005), in maggioranza straniere (78,1%) ma con un aumento di quelle italiane, passate dal 19% al 21,9% (erano il 17% nel 2004).
Sono in maggioranza donne, 54,7% (52,7% l’anno prima, 47% nel 2004), di nazionalità straniera, 56,3% (erano il 53% nel 2005). Altro dato interessante è la distribuzione per classi d’età: il 65% delle persone ascoltate sono racchiuse tra i 25 e 54 anni. Tra gli italiani è elevato il numero di persone anziane, mentre il dato opposto prevale per quanto riguarda gli stranieri. Da segnalare anche la prevalenza di uomini non sposati (44,4%) e di donne uscite da divorzi/separazioni o morte del coniuge (21,2%).
In relazione al tipo di convivenza, 1/3 degli italiani ascoltati viveva da solo mentre il 43% degli stranieri viveva fuori dal proprio nucleo familiare (si tratta cioè di badanti). 70 donne su 100 avevano almeno un figlio a carico (per gli uomini la percentuale scendeva al 33%). In relazione al titolo di studio, quasi il 50% degli stranieri avevano un diploma di scuola superiore o la laurea (18% degli italiani), e in quanto a occupazione, il 63% circa degli italiani era disoccupato (quasi il 72% degli stranieri).
Tra gli stranieri netta la prevalenza di romeni (quasi il 30%) e di irregolari (il 55% del totale). Infine, tra le problematiche segnalate, al primo posto la mancanza di mezzi (35,8%), al secondo quella di lavoro (25,4%).