“Mio padre ha trascorso gli ultimi due anni e mezzo della sua vita in una sorta di ‘galera’. Era ricoverato in una stanza isolata dall’esterno, viveva dietro un vetro ed io, mia mamma e mio fratello, non potevamo baciarlo, accarezzarlo, passargli semplicemente un libro. Le sue ultime parole sono state: ‘Gabriella cosa mi hanno fatto, cosa mi hanno fatto?’”.
Parole toccanti che Claudia Beatrice, figlia di Bruno, ‘l’indiano’ come lo aveva ribattezzato Gigi Radice, ex centrocampista di Fiorentina e Cesena, ha pronunciato questa mattina di fronte ad un centinaio di ragazzi dell’Istituto Tecnico Commerciale di Empoli “Enrico Fermi”.
“Un incontro voluto e realizzato perché possiate aprire gli occhi e non perdere di vista i veri valori della vita e dello sport”, ha spiegato la preside dell’istituto, Giuliana Cinni, introducendo l’iniziativa che fa parte delle “Settimane dello sport etico in Toscana” organizzate da “rete di Comunicazione Democratica” ed Iride. “Non sono qui solamente come presidente dell’Associazione vittime del doping - ha proseguito la Beatrice -, ma, soprattutto, come figlia di un uomo che è stato portato via da un male lasciando una giovane moglie e due bambini piccoli.
Ascoltatemi: se fate sport non prendete niente per migliorarvi”.
L’incontro si è poi chiuso con alcune domande da parte degli insegnanti e l’annuncio degli alunni di voler dar vita ad una raccolta di fondi da devolvere poi all’Associazione vittime del doping e quello di Claudia Beatrice della prossima realizzazione del I Memorial “Bruno Beatrice” grazie all’interessamento mostrato dalla famiglia Della Valle.
Domani, venerdì 19, sarà quindi la volta dell’incontro alla “Leonardo da Vinci” di Lastra a Signa con l’ex ciclista professionista Maurizio Marchetti
Nella foto Claudia e Alessandro Beatrice con Giuliana Cinni
