"Un nodo che non può andare avanti" ha definito lo sport professionistico Renzo Bardelli, animatore del Memorial Bardelli, che da 23 anni lotta contro il doping, ed è parte delle Settimane dello Sport etico, che hanno avuto avvio oggi con un convegno al Consiglio regionale della Toscana. La stigma di uno sport malato è stato il tema dell'intervento di Bardelli, ex sindaco di Pistoia, che con una serie di esempi ha mostrato la pericolosa deriva che lo sport italiano percorre. Prendere le distanze dalle posizioni dubbie è l'invito rivolto al mondo della comunicazione e dello sport professinistico.
"Il 29 giugno 1989 uno dei più celebri ciclisti italiani ha subito una perquisizione domiciliare che ha consentito il rinvenimento di una farmacia illegale. Ma di questa storia, verbalizzata, i giornali italiani non vogliono scrivere. Che speranza c'è di fronte ad un'omertà simile. Si dichiara pubblicamente di essere immuni dal fenomeno, solo perché l'omissione di verità clamorose garantisce che la menzogna abbia campo". Prima di premiare pubblicamente i professionisti per i loro successi si aspetti almeno qualche anno per non fare brutte figure.