FIRENZE- “Si stabilisca una sede, che potrebbe essere il Quartiere 5 stesso, in cui l'osservazione dell'impatto ambientale della cantierizzazione fiorentina abbia luogo in maniera pubblica. E' necessario che il progetto TAV sia realizzato con il consenso di cittadini” Con queste parole l'Assessore regionale all'Urbanistica Riccardo Conti ha preso atto delle preoccupazioni espresse dalla maggioranza degli interventi al Consiglio aperto sulla Tav a Firenze che ha avuto luogo ieri sera nell'aula magna dell'I.T.I.
Leonardo da Vinci, un'occasione per i cittadini, di confrontarsi con le istituzioni sui futuri cantieri dell'alta velocità ferroviaria. Erano stati invitati anche il vicesindaco di Firenze Giuseppe Matulli e l'assessore comunale all'urbanistica Gianni Biagi, che ha introdotto l'affollata serata con un riassunto storico della progettazione della tratta fiorentina. Biagi ha ricordato che il sottoattraversamento (con tunnel di 7 km.) è l'unico progetto sopravissuto a 25 anni di vaglio tecnico. Di un tunnel doppio che da Castello attraversasse l'intera città si parlava già nei primi anni '80, mentre all'inizio dei novanta la Regione bocciò il progetto FS per la stazione AV a Campo di Marte per inidoneità urbanistiche.
Nel 1999 le Soprintendenze bocciarono la stazione sotterranea di viale Redi (perché comportava la demolizione di edifici vincolati, in area ferroviaria), così nel 2003 si è arrivati ad approvare il progetto di una stazione sotterranea nella zona dei Macelli, per consentire di interconnettere la TAV all'attuale rete locale. Il dibattito è stato aperto dall'architetto Alberto Ziparo, urbanista dell'università di Firenze e consulente dei Comitati. Ziparo ha affermato che questa opera imponente non si può spiegare altro che con la scelta deliberata di spendere dieci volte di più delle alternative, il triplo almeno che negli altri paesi.
L'area fiorentina è già congestionata di oggetti, ragion per cui potrebbe essere più naturale sbarcare i passeggeri di lunga percorrenza in stazioni decentrate (Campo di Marte, o Rifredi) per portarli in centro con un vettore veloce: “E poi siamo sicuri -ha domandato- che tutti i treni fermeranno a Firenze?” L'urbanista ha concluso sfidando gli amministratori ad esibire un piano regionale dei trasporti e soprattutto dei flussi, per non parlare della progettazione esecutiva e degli osservatori ambientali. Dopo l'ovazione tributatagli dai circa 200 presenti, ha preso la parola il consigliere provinciale del PRC Sandro Targetti, che facendo valere la sua esperienza di ex ferroviere, ha spiegato come sia possibile realizzare sei coppie di binari senza il costosissimo sottoattraversamento.
In area urbana ci sono già ben sei stazioni, alcune delle quali sottoutilizzate e non c'è bisogno di una nuova enorme struttura lunga 450 metri. Tiziano Cardosi, del Comitato AntiTAV, ha domandato come mai molti treni si spostano sulla nuova tratta SNM-Osmannoro per raggiungere il lavaggio vetture, passando davanti all'aeroporto di Peretola, ma senza fermarsi, mentre l'architetto Paolo Celebre ha ipotizzato che, se il tracciato previsto in sotterranea affronterà quattro curve a 90°, difficilmente i treni potranno viaggiare ad Alta velocità. Quando Girolamo Dell'Olio, il fondatore dell'associazione Idra, uno dei pionieri della militanza anti TAV, ha invitato a diffidare delle rassicuranti parole di Gianni Biagi che partecipa da 15 anni alla realizzazione della TAV in Toscana, con tutti gli effetti collaterali verificatisi in Mugello, prima come dirigente regionale, poi come membro dell'Osservatorio ambientale nazionale, in fine come Assessore comunale, il pubblico è sbottato in un irrisorio applauso all'indirizzo dell'esponente della Giunta comunale, tanto da indispettire la presidente Stefania Collesei, che è stata lì lì per sospendere il Consiglio aperto. Su invito dello stesso Biagi il dibattito è ripreso con l'intervento di Nicla Gelli, che a nome del Comitato Ex panificio militare, ha pregato gli amministratori, se ne sono in grado, di convincere con buoni motivi la cittadinanza a sostenere dieci anni di sacrifici.
Pochissimi gli interventi a favore dei progetti e molti ancora i temi da chiarire: lo "scavalco" di Castello, i problemi di traffico e di inquinamento conseguenti, la messa in sicurezza del Mugnone che prevede l'allargamento dell'alveo, il taglio di tanti alberi, le procedure giuridiche a tutela dei cittadini che avranno le abitazioni danneggiate dai lavori. I lavori del Consiglio di Quartiere 5 torneranno a dedicarsi alla TAV più volte nei prossimi due mesi prima di giungere alla votazione di una mozione. Nicola Novelli