La Vertenza toscana per la difesa del territorio: la scorsa settimana riuniti a Firenze 155 Comitati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2007 08:37
La Vertenza toscana per la difesa del territorio: la scorsa settimana riuniti a Firenze 155 Comitati

La loro diffusione in tutta la Toscana testimonia la profondità e la ramificazione sull’intero territorio regionale di questa esperienza di maturità democratica e di espressione attiva dei diritti di cittadinanza. Siamo di fronte, senza ombra di dubbio, ad una novità nel campo della partecipazione politica, che si manifesta in presenza di una crisi di legittimità e di affidabilità della politica, e che si allarga ormai, come decine di esperienze testimoniano.
Sabato scorso l’Assemblea fiorentina ha elencato centinaia di episodi, che segnala il documento finale, qui di seguito pubblicato:


PIT, Paesaggio
Abbiamo considerato l’impianto, la strategia e i contenuti del nuovo Piano di Indirizzo Territoriale e la loro efficacia, che deve essere valutata nei rapporti fra PIT stesso e apparati legislativi, in primo luogo con la già ricordata LR 1/2005 e con il Codice dei Beni culturali e del paesaggio.
Il PIT, nell’attuale quadro normativo non assicura il raggiungimento degli obiettivi dichiarati di sostenibilità e di tutela e valorizzazione delle risorse del territorio, non rende efficace la normativa paesaggistica e il governo del territorio, a parte alcune norme di salvaguardia che tuttavia rimandano l’ultima decisione in merito ai Comuni, che si trovano nell’insano ruolo di controllori/controllati; non assicura una reale partecipazione dei cittadini al governo del territorio .
La scelta regionale di inserire il Piano Paesaggistico all’interno dello strumento del PIT non deve avvenire a scapito dell’efficacia e della dettagliata normazione della tutela paesaggistica perché, come ha ribadito la Corte Costituzionale “il paesaggio va rispettato come valore primario, attraverso un indirizzo unitario che superi la pluralità degli interventi delle amministrazioni locali”.

La Regione perciò deve rendere efficaci i suoi legittimi poteri di pianificazione, prevedendo anche norme di salvaguardia in grado di impedire, nelle more dell’adeguamento degli strumenti urbanistici, che le “pressioni finanziarie” attualmente operanti rendano pleonastico il piano una volta entrato a regime attraverso l’adeguamento degli strumenti di pianificazione degli enti locali.
Lo Statuto del territorio del PIT (contenente la disciplina che integra il PIT come “Piano paesaggistico”) deve individuare le invarianti strutturali, intese come patrimonio che si vuole trasmettere alle future generazioni (principio di sostenibilità) e come regole che presiedono alla loro trasformazione (principio di tutela e di valorizzazione).

Problematiche energetiche
Per quanto riguarda la politica energetica dobbiamo rilevare, da parte della Regione Toscana, un enorme ritardo nei programmi di risparmio ed efficienza dell’energia e nella attenta valutazione nello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (solare, eolico, biomasse, ecc.)
In particolare, la smisurata e ancora assurda politica sui rifiuti vede la Regione proiettata nella programmazione di inceneritori, mentre poche sono le azioni per il compostaggio e il riciclaggio programmato, la riduzione a monte dei rifiuti, la raccolta porta a porta, gli impianti di trattamento a freddo.

Per quanto riguarda poi l’uso delle risorse geotermiche (da non considerarsi rinnovabili) per la produzione di energia elettrica, la Regione Toscana dovrebbe valutare gli impatti ambientali e sanitari della geotermia, per troppo tempo trascurati dall’Enel e riconoscerne le sue specificità territoriali.
Dovrà, inoltre, essere rivista la programmazione degli impianti di produzione di energia elettrica attraverso l’uso di combustibili fossili (petrolio e metano) e nello specifico rivista l’autorizzazione data dalla Regione per l’impianto di rigassificazione Offshore di Livorno, senza che la stessa abbia valutato preventivamente la sicurezza dell’impianto.
In particolare, prima di approvare un Piano Energetico Regionale, si rende necessaria una moratoria sulla localizzazione degli impianti ed una valutazione concordata con la Rete dei Comitati, prendendo in considerazione il ciclo integrale dell’Energia nella nostra Regione sotto l’aspetto urbanistico, paesaggistico, ambientale e sanitario, al fine primario di contenere e diminuire l’impatto globale sui territori.
Infine, per una corretta programmazione energetica, la Regione dovrà dotarsi di una mappa regionale dei carichi di inquinamento energetico, articolata a scala provinciale o di area vasta.

Grandi Infrastrutture (Corridoio Tirrenico, TAV)
Anche in Toscana sono presenti alcune scelte infrastrutturali (ritenute non discutibili e le vere invarianti per la Regione Toscana ), del tutto subalterne a decisioni esterne, imposte, e mai verificate.
E’ il caso del cosiddetto Corridoio Tirrenico, tanto inutile quanto costoso e distruttivo del territorio; della TAV Firenze-Bologna; è il caso del sottoattraversamento TAV di Firenze, opera che non serve, pericolosissima, costosissima; è il caso del proliferare di proposte di aeroporti, non solo deturpanti e rischiosi ma anche economicamente controproducenti e paesisticamente devastanti, dello sviluppo di progetti portuali di profonda alterazione degli equilibri e del paesaggio costiero capaci di alterare gli equilibri economico-sociali di sostenibilità locale.
La realizzazione di tali opere, oltre agli irreversibili ed enormi danni diretti sui singoli territori, produrrebbe effetti disastrosi a catena, sia nei confronti del sistema regionale della mobilità, in tal modo pesantemente gerarchizzata e irrigidita, sia nei confronti dello stravolgimento delle economie dei territori attraversati e di più vaste aree, come nel caso del modello di sviluppo sostenibile che la Maremma si sta dando, sia nei confronti dello strangolamento definitivo della città di Firenze.
Gravissima inoltre è l’arroganza antidemocratica che accompagna tali opere ed un uso insistito da parte della Regione della Legge Obbiettivo, di berlusconiana memoria.
Fenomeno preoccupante che accompagna, anzi spesso guida, le Grandi Opere è quello finanziario speculativo, che diviene così elemento trainante della grande operazione “Vendesi Toscana” .

Cementificazione del Territorio
Nell’intero territorio regionale, soprattutto nel corso dell’ultimo decennio, si sono verificati centinaia di episodi di “alluvione cementizia”, distruzione dei beni paesistici, degrado dei centri urbani, offese alla vivibilità e alla salute dei cittadini.
E’ evidente che in questa fase, ha avuto un incremento eccezionale l’afflusso di capitale altamente speculativo ( spesso di dubbia origine ), attratto proprio dall’alto pregio del territorio toscano e dalla sua attuale “spendibilità”.
Ha assunto, e mantiene, per il giusto clamore sollevato, un valore esemplare e simbolico lo scandaloso insediamento speculativo sulla collina del borgo medioevale di Monticchiello, caso che non riteniamo chiuso nonostante il vincolo apposto dal Ministero dei BB.CC.

Partecipazione
Questione di primaria importanza che attraversa ed è trasversale a tutte le tematiche della Vertenza Toscana, è quella della Partecipazione, dispiegata a tutti i livelli.
In particolare tutti i rapporti Comunità/Luoghi, da quelli urbanistici, a quelli in particolare sul paesaggio, a quelli della salute, della cultura, della qualità della vita e della gioia di vivere sul territorio, richiedono una Partecipazione che va ben oltre il consenso o la rappresentanza formale, per divenire ad un tempo occasione di consapevolezza, di vertenza, di difesa ed in particolare di progetto, e di nuovi rapporti tra amministratori e popolazione, verso quella che possiamo chiamare la nascita di una “Democrazia Territoriale Partecipata” .

Tenuto conto di tutto questo, l’Assemblea della RETE TOSCANA per la difesa del Territorio:
- dichiara aperta la vertenza con la Regione Toscana sui problemi dell’ambiente, del territorio e della gestione dei beni culturali, e, più in generale, sulle forme e la modalità di sviluppo;
- dà mandato ai propri organismi (Comitato Esecutivo e Consiglio Scientifico), in collaborazione coi Comitati locali, di elaborare e approfondire i contenuti analitici e programmatici della vertenza, riunendo in un quadro unitario almeno i più importanti tra i conflitti in atto sul territorio regionale toscano, e di assumere le decisioni necessarie per iniziare il confronto con le autorità regionali e, ove possibile e necessario, provinciali e comunali;
- riconferma la posizione già chiaramente delineata nell’Assemblea fiorentina del 25 marzo u.

s. a sostegno della collaborazione della Rete toscana con le grandi organizzazioni ambientaliste nazionali e territoriali;
- indice per l’ottobre prossimo un Convegno regionale per lanciare al livello nazionale la Vertenza Toscana, cercando a tal fine anche rapporti e alleanze con analoghe, altre realtà regionali, che da ogni parte vanno sorgendo.

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