Firenze 12 settembre 2007- Il Comune di Firenze non demorde e rilancia la sua battaglia ai "lavavetri", dopo che il procuratore capo Ubaldo Nannucci aveva in sostanza vanificato la prima ordinanza. Ieri il sindaco di Domenici ne ha varata una nuova, che sostituisce quella del 25 agosto.
Il ritiro immediato della nuova ordinanza sui lavavetri e l'invito, rivolto a tutti i gruppi consiliari di sinistra in Palazzo Vecchio aderenti alla Sinistra Unita e Plurale, ad opporsi unitariamente all'ordinanza e preparare gli atti necessari al ritiro per il consiglio comunale del 17 settembre; dare continuità al coordinamento cittadino che ha indetto la presente assemblea per approfondire analisi e proposte concrete sui temi dell'accoglienza in città, l'apertura di un tavolo cittadino tra istituzioni e soggetti operanti sul territorio, e, nell'immediato una serie di iniziative aperte alla città per manifestare l'opposizione diffusa alle norme varate dalla giunta Domenici in tema di sicurezza a partire dalla conferenza sulla società multiculturale organizzata dall'Anci e dal Ministero dell'Interno che avrà luogo a Firenze il 21 e 22 settembre con la presenza del sindaco Domenici e del ministro Amato.
Sono queste le decisioni prese ieri sera dall'assemblea autoconvocata dei movimenti, dalle comunità dei migranti e delle forze politiche cittadine (le stesse che avevano indetto il presidio di Piazza Libertà del 3 settembre scorso) per contrastare la deriva securitaria intrapresa dall'amministrazione comunale. L'assemblea si è tenuta presso la Comunità delle Piagge e a visto la partecipazione di oltre 70 persone. Punto fermo, condiviso da tutte le realtà presenti, l'analisi della nuova ordinanza, giudicata unanimemente peggiore della precedente e che conferma l'incapacità del sindaco nel gestire, se non in modo pericoloso per la stessa cultura del diritto, i fenomeni tipici della modernità a partire dalle dinamiche migratorie e delle nuove povertà.
Una mozione che invita il sindaco «a promuovere una revisione della delibera che disciplina l'attività degli artisti di strada» per trovare «soluzioni condivise con le loro istanze» è stata presentata dal consigliere di Forza Italia Jacopo Bianchi.
«Le modifiche all'apposito regolamento devono passare al vaglio del consiglio comunale - ha chiesto l'esponente del centrodestra - è ingiusto ed errato che i cambiamenti, decisi dall'assessore Silvano Gori, non passino dal vaglio dalla seconda commissione consiliare e dall'assemblea, come era stato annunciato in precedenza.
In commissione si erano svolte due audizioni ed agli artisti di strada era stato assicurato sia un ulteriore approfondimento che un nuovo regolamento. L'assessore Gori, però, ha scavalcato tutti con il suo provvedimento e il suo disciplinare». «La mia mozione - spiega Bianchi - ha come obiettivo dare completezza al lavoro effettuato in commissione e non penalizzare gli artisti di strada. La loro protesta è giusta visto che si vedranno obbligati ad una turnazione in varie zone della città non adeguata a tutte le loro esibizioni.
La giunta di sinistra incassa un risultato negativo sull'ordinanza che riguarda i lavavetri ma con estrema tranquillità vara provvedimenti penalizzanti su chi invece rispetta le norme. A Firenze, mentre si discute sulla lotta all'illegalità, i venditori abusivi del centro storico hanno continuato a svolgere la loro attività vendere indisturbati».
Intanto a Roma i cittadini si organizzano per conto loro e girano per la città con un adesivo attaccato sui vetri della loro macchina con una scritta: “LAVAVETRI? NO, GRAZIE”.
Con un disegno che rappresenta in modo immediato il rifiuto all’offerta del servizio di pulizia dei vetri con tanto di richiamo normativo (cfr. art. 15 D.Lgs.vo n.285 del 30.04.92). L’idea è partita da una giovane avvocatessa romana, Cristiana Consalvi, che ha inventato il modello (di cui ha anche depositato la richiesta di registrazione) sensibile alla problematica della tutela della sicurezza della circolazione stradale. Per l’Avv. Consalvi il divieto all’attività di lavavetri per la strada trova la sua fonte proprio nell’art.
15 del Codice della Strada (D.Lgs.vo n.285 del 30.04.92) che vieta espressamente su tutte le strade pubbliche: di “occupare la piattaforma e le pertinenze o creare comunque stati di pericolo per la circolazione” e prevede per i contravventori “la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da Euro 36,00 ad Euro 148,00, nonché l'obbligo per l'autore della violazione stessa del ripristino dei luoghi a proprie spese”. Non solo. Secondo l’avvocatessa romana, con l’adesivo attaccato sulla macchina ogni conducente non deve più essere costretto a fare mille gesti per esprimere il proprio dissenso al servizio offerto di pulizia dei vetri sulla strada, tra l’altro, gesti quasi mai assecondati.
Infatti il disegno esprime preventivamente il RIFIUTO AL SERVIZIO DI PULIZIA DEI VETRI (è questo il titolo del modello registrato). Con l’adesivo attaccato sulla macchina se il lavavetri pulisce ugualmente il vetro fa qualcosa contro la volontà espressa: in sostanza non offre più un servizio, ma commetterebbe il reato di violenza privata (cfr. art. 610 del codice penale).