La vicenda dei lavavetri è comunque la si voglia leggere l'occasione che riporta il luce alcuni dei problemi della politica locale fiorentina. Proviamo ad analizzarne insieme i salienti.
Prima di tutto sarebbe l'ora che la nostra città tornasse ad avere un sindaco. E' possibile che ormai da anni la poltrona di primo cittadino sia ricoperta ad interim dal presidente dell'Anci, Leonardo Domenici?
In secondo luogo, ammettiamo che l'iniziativa dell'Assessore alla Sicurezza e vivibilità urbana, Graziano Cioni, nei modi in cui è stata espressa sia quanto meno originale.
Intanto per il momento scelto, le ferie di agosto, a settimane dalla successiva riunione di Giunta e a un mese dalla prima assemblea del Consiglio comunale. Forse temeva, come effettivamente accaduto ieri, che qualche suo collega di Giunta (leggi Paolo Coggiola, Assessore alla Casa) fosse pronto a scendere in piazza per chiedere il ritiro dell'ordinanza?
Poi per la forma giuridica, subito stigmatizzata dagli esperti e che, crediamo, condurrà presto a ricorsi di legittimità al Tribunale amministrativo regionale.
Ma forse l'Assessore lo immaginava già, tanto da prevedere la decadenza del provvedimento il 30 ottobre prossimo, in tempo per non consentire al TAR di sconfessarlo.
In fine ecco l'Assessore alle attività produttive, Silvano Gori, scelto per questo incarico proprio in quanto imprenditore, che per risolvere la questione in modo radicale, anziché far qualche telefonata ai suoi “colleghi” imprenditori e trovare alternative a quei lavavetri (qualche decina al massimo) intenzionati a cambiar vita, si mette a studiare un provvedimento legislativo nazionale.
Ma l'ha saputo il Gori, che dopo le elezioni politiche del 2006 solo una maggioranza risicata di due senatori sorregge a stento il Governo?
Certamente il presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, non ha alcuna intenzione di cadere sotto la flebile spinta di un tergicristallo.
Montecristo