Firenze, 4 settembre 2007- Da lavavetri a strilloni. E' la proposta che l'associazione fiorentina 'Anelli Mancanti', che da anni si occupa di immigrazione, fara' ai lavavetri rimasti senza lavoro dopo l'ordinanza del Comune di Firenze. L'idea e' quella di far vendere loro per le strade della citta' alcune riviste di informazione indipendente edite da associazioni, come 'Fuori Binario', 'Giornanelli' e 'l'Altracittà - giornale della periferia''. ''Fra le nostre attivita' - spiega Francesco Lombardi, degli Anelli Mancanti - ci sono anche i corsi di lingua italiana per immigrati.
A chi di loro faceva il lavavetri, abbiamo proposto di vendere per le strade della citta' la nostra rivista e quella di altre associazioni, sia per offire loro una immediata prospettiva di guadagno - il ricavato rimarrà a loro - sia per dare un'immagine diversa e più rispondente al vero del cosiddetto "lavavetri". Da "micro-criminali", dunque, a diffusori di informazione libera. "Anche grazie al passaparola - ha aggiunto Lombardi - siamo entrati in contatto con un buon numero di ex lavavetri. Li abbiamo convocati per mercoledì 5 settembre ore 19,00, nella nostra sede, in via Palazzuolo al numero 8.
A chi verra', faremo la nostra proposta''.
Continua intanto a far discutere l'ordinanza presa dall'assessore alla sicurezza del Comune di Firenze Graziano Cioni insieme al sindaco della citta' Leonardo Domenici. Un effetto a catena che ha diviso la sinistra. Ieri circa duecento persone hanno partecipato al presidio per il ritiro dell'ordinanza Cioni che si è tenuto in Piazza della Libertà a Firenze. Il presidio, organizzato anche grazie al contributo della Sinitra Unita e Plurale, ha visto intervenire molti appartenenti di associazioni, movimenti e comunità di base.
C'erano anche, in forma ufficiale, tre partiti (Prc, Pdci e Verdi), e le 2 formazioni che in città esprimono una rappresentanza istituzionale ma che non sono partiti, ovvero Sinistra Democratica e Unaltracittà/Unaltromondo. Al termine del presidio le varie realtà presenti hanno convocato un'assemblea pubblica aperta a tutte le realtà cittadine per discutere delle misure da condividere e portare avanti unitariamente per contrastare la deriva della giunta Domenici in tema di sicurezza e legalità.
Ieri infatti il sindaco ha allargato l'orizzonte delle persone da reprimere in nome del bene comune: da chi chiede l'elemosina a chi si prostituisce, dai venditori extracomunitari fino ad arrivare ai graffitari. L'appuntamento è per Martedì 11 settembre ore 21 presso Centro Sociale il Pozzo alle Piagge.
“Se un assessore non è d’accordo con la linea della giunta è bene che si dimetta se poi anche il suo partito non fosse d’accordo dovrebbe uscire dalla maggioranza. Per noi quindi Coggiola dovrebbe dimettersi e il PDCI uscire dalla maggioranza.” Cosi Guglielmo Picchi, deputato di Forza Italia di Firenze, commenta la partecipazione del PDCI e dell’assessore Coggiola alla manifestazione sui lavavetri.
“Siamo di fronte al fallimento della giunta domenica che va in piazza a dimostrare contro se stessa. Firenze è lo specchio della crisi della sinistra a livello nazionale dove i ministri scenderanno in piazza per contestare le decisioni prese all’unanimità da loro stessi nel consiglio dei ministri. Domenica come Prodi, dimissioni subito e al voto quanto prima.”
"Esprimiamo nuovamente la nostra indignazione per la natura e le motivazioni addotte a tale provvedimento -affermano in un documento comune Maurizio De Santis, Federazione PRC; Daniele Baruzzi, CoordinamentoMetropolitano SD, Riccardo Gabellini, Federazione PDCI; Duccio Braccaloni, Federazione VERDI- Si argomenta l'ordinanza con il problema del giro di racket che ci sta dietro.
Una amministrazione può collaborare con gli Organi Giudiziari ma non sostituirsi ad essa. Il presunto giro di racket sarà confidiamo indagato dagli Organi Competenti con la serietà necessaria. Lo stesso ragionamento vale per eventuali comportamenti aggressivi o offensivi contro le donne sole in auto che si imbattono in lavavetri, maschi, arroganti. Nessun pietismo per la violenza maschile di qualsiasi etnia e censo. Ancora una volta se ci sono denunce la giustizia procederà. Con questo vogliamo ricordare che la sicurezza dei cittadini e la vivibilità della città sono un punto fondamentale nella politica di gestione del territorio, ritenendo la lotta all'illegalità un fatto oltre che di rilevanza etico-sociale, soprattutto di dovere istituzionale.
La natura del provvedimento è in forte contraddizione con la politica che fa di Firenze una città di pace e di accoglienza, una città sensibile alle forme di disagio che nel paese sono in crescente aumento e che da sempre si è contraddistinta per il lavoro di convivenza sociale. La nostra contrarietà non può essere esemplificata con l'etichetta di coloro che non si occupano della sicurezza della città e che in ogni modo cercano di giustificare gli atti illegali commessi, in special modo, da immigrati.
La decisione di perseguire coloro che, in molti casi, cercano di guadagnarsi quel poco per la sopravvivenza, oltre che crudele, non risolve minimamente l'emergenza sociale che ci attanaglia rischiando di creare situazioni di ulteriore illegalità e alimentando fenomeni di intolleranza. Il provvedimento elude e nasconde in maniera preoccupante il crescente disagio sociale che esiste in città in tema di precarietà ed emergenza abitativa. Il problema dell'integrazione e della vivibilità di Firenze non può ridursi ad un problema di visibilità dei nostri amministratori, che ormai in odore di primarie si contendono la leadership nel territorio fiorentino.
Il fenomeno dei lavavetri segnala innanzitutto un profilo di marginalità sociale di coloro che svolgono questa attività. La sinistra pensa che sia doveroso offrire a queste persone un futuro dignitoso, diverso da quello di esercitare il mestiere di lavavetri a vita. Ed è per questo che occorre dare risposte, che siano però di segno radicalmente diverso rispetto a quelle date con l'ordinanza del 25 agosto. Dato che l'ordinanza avrà termine il 30 Ottobre, e che quindi la situazione potrebbe tranquillamente tornare ad essere quella precedente, con il risultato di non aver risolto niente e aver generato una discussione nazionale, di sicuro clamore, ma inutile, considerato che a molti semafori le stesse persone che lavavano vetri ora si limitano a chiedere l'elemosina.Crediamo che l'ordinanza debba essere superata predisponendo in tempi rapidi strumenti che consentano il monitoraggio ed una reale mappatura del fenomeno, e, sulla base di questa, l'elaborazione di un progetto per l'inserimento di queste persone attraverso iniziative di formazione e qualificazione professionale, anche attivando quel circuito virtuoso di solidarietà che in città è composto da associazionismo, volontariato e categorie economiche.
Per tutte queste motivazioni ci appelliamo a tutte quelle forze politiche, al mondo della cultura democratica, alle associazioni del territorio e del volontariato, alla società civile per accompagnarci in una riflessione più profonda e meno propagandistica sul tema della legalità".