Si è svolta stamani a Palazzo Medici Riccardi una conferenza stampa per illustrare le problematiche inerenti alla preapertura della stagione venatoria, con particolare attenzione alle questioni legate alla caccia allo storno, alla prevenzione e ai controlli della presenza del lupo sul territorio. In provincia di Firenze, come ha sottolineato l’Assessore Roselli, sono 25 mila gli appassionati di caccia, il numero più alto registrato in Italia. Nel corso dell’incontro con i giornalisti, l’Assessore provinciale alla Caccia, Pietro Roselli, ha ribadito la sua posizione favorevole al reinserimento degli storni tra le specie cacciabili, così come stabilito dalla Regione Toscana in questi giorni.
Anche questa specie è infatti presente in numero talmente elevato da costringere ad abbattimenti straordinari per proteggere le colture frutticole. “I mezzi ecologici utilizzati finora – ha spiegato l’Assessore Roselli – quali dissuasori visivi ed acustici, sono efficaci solo per pochi giorni; una volta abituatisi agli agenti di disturbo, gli storni continuano ad alimentarsi con le coltivazioni da proteggere”. La conferenza stampa è servita poi per fare il punto sul percorso avviato dal Piano Faunistico Venatorio 2006-2010, approvato dall’amministrazione provinciale fiorentina con l’obiettivo di consolidare la collaborazione tra agricoltori, cacciatori e ambientalisti per ottimizzare la gestione del territorio e assicurare l’equilibrio disciplinato dall’uomo. “Il primo scopo di questa collaborazione – ha detto l’Assessore provinciale alla Caccia – è quello di rendere gli agricoltori protagonisti della riqualificazione ambientale affinché questa abbia effetti benefici su tutta la fauna selvatica.
Attraverso una serie di misure come l’impianto di siepi, colture a perdere, inerbimenti dei margini colturali e recinti di ambientamento per la piccola fauna si vuole creare un habitat ottimale e più accogliente per le specie animali”. “Il secondo obiettivo – ha concluso Roselli – è invece quello di regolare le quantità abbattibili di alcune specie per dare agli operatori del settore agricolo tutte le garanzie di cui necessitano per la tutela e la salvaguardia nei confronti dei danni che la fauna selvatica apporta alle produzioni.
In questa ottica nella stagione venatoria di quest’anno verrà dato inizio, per la prima volta in provincia di Firenze, alla caccia di selezione al cervo nel territorio Appenninico”. Ai rappresentanti della stampa sono stati infine illustrati i punti salienti del progetto triennale sul lupo avviato dalla Provincia di Firenze dal 2005, in collaborazione con il Centro per lo Studio e la Documentazione sul Lupo. Il progetto ha il duplice scopo di monitorarne la popolazione e di indagare sul fenomeno delle predazioni sul bestiame domestico.
Il monitoraggio viene fatto con due diverse tecniche. La prima è la tecnica del wolf howling, sistema che consente, attraverso l’utilizzo di un registratore digitale amplificato, di “chiamare” e localizzare i lupi con un ululato indotto. L’indagine effettuata tramite metodo del wolf howling conferma che la specie è meno presente sull’arco appenninico rispetto al passato ed è più localizzata in zone collinari. Questo può essere legato a fenomeni di spostamento stagionale a valle di alcune specie di ungulati selvatici predati dal lupo e a fenomeni di bracconaggio che hanno portato alla scomparsa di nuclei riproduttivi in Appennino.
La seconda tecnica si avvale invece della genetica molecolare. L’indagine genetica ha permesso di accertare la presenza del lupo in alcuni contesti collinari (Monte Morello, Monte Giovi, Calvana, area collinare del Mugello compresa tra B.S.Lorenzo e Vicchio) e ha fatto emergere anche che molti individui giovani transitano sull’arco appenninico della provincia di Firenze per poi stabilizzarsi in altre province. In totale sono 18 i lupi individuati tramite marcatura genetica (alcuni dei quali a cavallo con le province di Bologna, Arezzo, Prato, Forlì e Cesena).
Il fenomeno della predazione verso il bestiame domestico riguarda principalmente gli ovini, con alcuni casi documentati anche su bovini ed equini. La Provincia ha svolto opera di sensibilizzazione e informazione verso le Aziende circa gli aspetti normativi ed i metodi di prevenzione, distribuendo un documento informativo ed organizzando incontri e sopralluoghi sul posto. A molte di queste Aziende la Provincia ha direttamente fornito il materiale per la realizzazione di recinzioni elettrificate, sul modello di quelle sperimentate con successo nell’ambito del progetto Life Coex in vari paesi europei, ottenendo ottimi risultati poiché non è stato riscontrato alcun caso di predazione all’interno delle strutture realizzate.
La Provincia si farà pertanto carico anche per il futuro di contribuire alla fornitura di queste opere, sia attraverso i fondi messi a disposizione dalla Regione Toscana, che attraverso proprie disponibilità.(mr)