Emozioni in due tempi in un incontro avvincente, bellissimo, dai toni forti, giocato dando fondo a tutte le possibili energie. Emozioni, primo tempo; impressioni d’inizio quando il clima stenta a scaldarsi: qualche favilla negli scambi iniziali, con il Cremolino che balza in vantaggio per 2-1; poi una serie di errori banali, un tempo spiegabili con la scarsa esperienza ma oggi non più, danno l’impressione di una caduta verticale e la squadra-prodigio del campionato stenta a riconoscersi; il Solferino la raggiunge e la supera, andando avanti fino a 9 e lasciandola ferma, immobile.
Ho vicino il presidente Claudio Bavazzano, animo e cuore da sportivo, self-control ammirabile, solo con il suo fegato, che man mano si riduce di volume, ma questo lo intuisci da come stringe il fazzoletto; non un gemito, neppure soffocato mentre il suo Cremolino va giù a picco; cerca qualche scusa, di dire qualcosa di credibile che vada aldilà della poca esperienza dei suoi mentre il Solferino si avvia – è la convinzione di tutti – ad essere l’avversario credibile per un Callianetto stratosferico, alla caccia del sesto scudetto e della sesta edizione della Coppa Italia dopo aver raggranellato e preso in campo maschile e femminile, tutto quanto possibile sui lidi nazionali e su quelli internazionali; “forse la mancanza di esperienza non è più una scusa – dice – ma noi le emozioni le sentiamo più di loro; l’occasione splendida ci è sfuggita sul 2-2 40 pari; a quest’ora (l’incontro naviga sul 9-2) la partita avrebbe preso forse un’altra piega, si sarebbe aperta forse un’altra strada; ora l’orizzonte mi sembra chiuso; vorrei che almeno perdessimo con onore”.
Ed in quel “forse”, in quel “sembra” c’è tutto, c’è lo scoramento ma anche la residua speranza. Non cessa però di incitare, di incoraggiare e aggiunge “spero che nei play tutto vada per un altro verso, che possa andarci meglio”. Emozioni, secondo tempo, quando le chiacchiere d’inizio cessano ed il Cremolino suona la carica, si sveglia, esce dal torpore, ribatte colpo su colpo, risale: anche se nessuno vuole crederci la verità è che si rimane li a guardare, immobili, con il cuore in gola.
“Tommasi è entrato in crisi proprio allora a causa di crampi alle gambe” dirà poi Mario Spazzini, presidente del Solferino; ma non basta, non è solo questo; la verità è che il ruggito del leone alessandrino spiana la strada ad una fantastica rimonta. Sul 9-8 il Solferino accenna una reazione e si va ai 40 pari; l’affondo mantovano va a segno e la leadership del punteggio diviene più salda; ma riprende l’ inseguimento, con emozioni che vanno dritte al cuore e atleti in campo che fanno vivere momenti straordinari con la loro generosità, con la loro grande capacità.
E’ spettacolo, colpo su colpo! 12-10. 12-11. 12-11 40 pari. 12-11 40 pari 15, 30, 40 pari. Intorno il silenzio è vita e sul campo c’è di che soffrire, gioire, patire, sperare. Tam. Tam-tam-toc. E’ gioco. La Coppa Italia, che nel ricordo vive anche l’animo generoso di Walter Toschi, ha il primo finalista: è il Solferino. “Ho creduto nella vittoria fino alla fine – dice Mario Spazzini – perché noi siamo più forti di loro e ad ogni costo dovevamo superare il grande affanno. Però che bella squadra il Cremolino!”.
E il Cremolino? ha fatto onore allo Sport.