Quasi un'ora, per l'esattezza 58 minuti. Tanto è durato l'intervento dell'assessore all'urbanistica Gianni Biagi in apertura del dibattito in consiglio comunale sull'adozione del Piano Strutturale.
"Con la delibera odierna questo consiglio compie un ulteriore passo in avanti nella riprogettazione e pianificazione della città avviata fin dallo scorso mandato amministrativo". E' quanto dichiara Antongiulio Barbaro, presidente della commissione urbanistica, durante il dibattito in consiglio comunale sulla delibera di riadozione del Piano strutturale.
"Il Piano è un atto complesso, frutto di un lavoro lungo e articolato, che ha assunto come base il Piano strutturale adottato nell'aprile 2004, le osservazioni presentate in occasione della sua pubblicazione, la mole di documentazione raccolta e prodotta nel corso del Forum di discussione pubblica promosso da questo consiglio nel corso del 2005 la complessità del lavoro è stata aumentata dall'entrata in vigore dell'innovativa legge regionale sul governo del territorio nonché dalla decisione della Regione Toscana di avviare la definizione del nuovo Piano di Indirizzo Territoriale.
Due circostanze - ha proseguito Barbaro - che hanno imposto verifiche suppletive e suggerito di sperimentare fin da subito alcune innovazioni normative, quali la tecnica dell'avviso pubblico per la formazione del Regolamento urbanistico, la valutazione integrata, l'adesione alle nuove procedure di tutela paesaggistica definite nell'ambito dell'intesa tra Regione Toscana e Ministero per i beni ambientali e culturali". "I temi che il Piano pone all'attenzione della città sono molti - ha aggiunto il presidente della commissione urbanistica - dal nuovo rapporto con i soggetti privati al profilo di Firenze quale città della cultura e della formazione; dal riassetto e potenziamento infrastrutturale alla riorganizzazione dei poli di attrazione attorno agli assi della mobilità su ferro; dall'estremo contenimento nell'impegno di nuovo suolo alla riorganizzazione dell'edificato esistente finalizzato alla progettazione dei vuoti urbani; dall'implementazione delle dotazioni di verde pubblico alla creazione di riserve di aree per l'edilizia sociale e di alloggi locati a canone calmierato".
"Qualcuno sostiene che questo Piano non presenta elementi ambiziosi di espansione urbana - ha proseguito Barbaro -. E' paradossalmente vero: questo Piano stabilisce soprattutto un indirizzo volto alla riorganizzazione e razionalizzazione della città e della sua funzionalità in tal senso credo occorra valutare come si siano evolute nel tempo le esigenze e la cultura contemporanee, che pongono oggi al centro del dibattito urbanistico la qualità del vivere in città, la sostenibilità ambientale, la razionalizzazione della mobilità, il decentramento delle funzioni".
"Non posso che essere stupito per la reiterate richieste di rinvio del dibattito consiliare - ha sottolineato Barbaro - non posso che precisare che la commissione urbanistica, cui la delibera è stata trasmessa l'8 giugno scorso, ha esaminato con attenzione e in un clima sereno la delibera e gli emendamenti nel corso di ben sette sedute, oltrepassando sensibilmente i 22 giorni concessi dal Regolamento del consiglio comunale. D'altra parte la scelta, che non certo obbligatoria, di adottare nuovamente il Piano, invece di procedere alla sua modifica e approvazione finale come le leggi regionali 5 del 1995 e 1 del 2005 avrebbero consentito, garantisce al consiglio e alla città una nuova fase di pubblicazione per la presentazione di nuove osservazioni che certamente contribuiranno agli ulteriori miglioramenti prima dell'approvazione finale" conclude il presidente Barbaro.
Il capogruppo dei Verdi Giovanni Varrasi è intervenuto ieri pomeriggio in consiglio comunale illustrando i motivi del voto favorevole al piano strutturale e aggiungendo delle proposte concrete alla sua effettiva realizzazione.
Rifondazione comunista ha presentato alcuni emendamenti alla delibera di adozione del Piano Strutturale.
In dettaglio si tratta di proposte di modifica di alcune previsioni di piano che diventerebbero definitive nella cartografia. "Si tratta della definizione di alcuni capisaldi strategici relativi ad opere non ancora realizzate - spiega la capogruppo Anna Nocentini -, addirittura di incerta realizzazione. Abbiamo presentato un emendamento all'articolo 13 delle NTA (norme tecniche di attuazione) relativo al sistema della tramvia, nel quale il riferimento alla cartografia avrebbe escluso ogni possibilità di modifica che la presentazione imminente dei tracciati delle linee 2 e 3 potrebbe rendere necessaria".
"Inoltre - continua Nocentini - abbiamo presentato, insieme con il gruppo di Unaltracittà/unaltromondo un emendamento relativo agli articoli sull'Alta velocità, passante sotterraneo e stazione, così come sul completamento della viabilità propedeutico alla realizzazione della circonvallazione nord. Vale la pena ricordare le osservazioni della Regione Toscana alla realizzazione del collegamento Nord della città".
"Infine - conclude la capogruppo di Rifondazione comunista - abbiamo presentato, con i Comunisti Italiani, un emendamento destinato a garantire che la norma relativa alla quota del 20% nell'edilizia convenzionata (articolo 32 delle NTA) da destinare all'edilizia sociale, non sia evasa e produca realmente effetti".
"La relazione generale del Piano Strutturale presenta la fotografia della città non più capace di rispondere alle necessità ed alle richieste dei residenti, dei pendolari, dei turisti, dei lavoratori.
Le cause individuate sono: l'inadeguatezza del sistema della mobilità, l'insufficienza di aree verdi e parchi, lo svuotamento di funzioni dal centro storico, la non rispondenza del patrimonio abitativo esistente alle necessità delle nuove famiglie, anche unipersonali, con l'auspicio, mi auguro, di arrivare ad una casa per ogni famiglia". È il commento della capogruppo di Rifondazione Comunista in Consiglio Comunale, Anna Nocentini, che è intervenuta nel dibattito sul Piano Strutturale. "Gli obiettivi che bisogna perseguire per il rilancio di un ruolo forte della città sono quelli dell'alta formazione, della città internazionale luogo di integrazione culturale, del ruolo centrale di Firenze nella Toscana, dello sviluppo dell'azione metropolitana, del contrasto alla rendita - ha proseguito Anna Nocentini -.
Confermata la centralità della intermodalità su ferro nel trasporto pubblico locale e della riduzione di traffico e sosta privata, gli strumenti che il Piano propone per realizzare gli obiettivi sono: interventi sul patrimonio edificato esistente, sui vuoti residui". "Sono infatti assolutamente deboli le azioni che si prevedono per puntare all'alta formazione, senza una definizione della specificità su cui la città può e deve puntare (come la moda ed il restauro) e con la previsione della costruzione di un Masterplan nel giro di qualche anno: allo stato attuale la cartografia registra gli insediamenti di università italiane e straniere, biblioteche, musei; ma quale progetto? Quali azioni per dargli corpo e incentivarlo? Siamo certi che tutto debba svolgersi nel centro storico o non si dovrebbe puntare a trasferire in aree meno pregiate funzioni pregiate? Perché non effettuare un ragionamento di area metropolitana che valorizzi borghi e paesi vicini e che alleggerisca il peso sulla città? - propone la capogruppo di Rifondazione Comunista -.
Analoga considerazione sulla città luogo di integrazione culturale che assume come impegno esplicito solo la realizzazione di una struttura per ospitare incontri ufficiali ed apre la possibilità, sotto il giusto principio di un'accoglienza differenziata, di un incremento della recettività su tutta la città, anche al di là di quanto finora previsto". "Sul contrasto alla rendita vengono inseriti strumenti (avviso pubblico, 50% di SUL, 20% per edilizia convenzionata) che non sembrano sufficienti a garantire il recupero di residenza a prezzi sostenibili in maniera diffusa ed a contrastare la rendita: due di questi provvedimenti, di fatto, non sono nuovi nell'urbanistica cittadina - precisa Anna Nocentini -.
Ma niente viene detto in merito agli immobili pubblici e privati che resteranno svuotati di funzioni e che rischiano di trasformare Firenze in una città vetrina. Niente viene detto, rispetto alla necessità di realizzare davvero «una casa ad ogni famiglia», sugli immobili vuoti la cui utilizzazione probabilmente ridurrebbe il bisogno di nuova edificazione, che rimane l'unica soluzione per quanti cercano casa, introducendo parallelamente anche l'obiettivo «una famiglia in ogni casa». Niente viene detto sulla ratio che attribuisce le funzioni (residenza, commercio, recettivo, produttivo) alle singole Utoe, il cosiddetto dimensionamento, legando così il territorio a quantità precise sulla base di informazioni approssimative.
Alcuni di questi nodi irrisolti sono risolti dagli emendamenti proposti appena stamani in Commissione Urbanistica dalla maggioranza, frutto evidente di un lavoro defatigante con la Giunta e la Direzione Urbanistica: la delocalizzazione come soluzione prioritaria per le nuove edificazioni e le trasformazioni ovvero la penalizzazione del 30% di SUL per quanti decidano di restare in situ, per non produrre effetti di densificazione dalle pesanti conseguenze come carico urbano e sociale; la sottomissione di immobili pubblici e privati svuotati di funzioni alla procedura di evidenza pubblica e quindi a programmazione di nuove funzioni da parte del Consiglio Comunale; l'allargamento a tutto il territorio comunale del 50% di edificazione alla residenza sociale; la costituzione di aree comunali come risorsa nella speranza di una Piano casa a livello nazionale".
"La strozzatura della discussione imposta dall'Amministrazione Comunale, in realtà, non ha consentito un momento di riflessione sulla proposta di Piano strutturale che andasse oltre la descrizione e neppure un esame attento della portata di questi emendamenti - ha concluso Anna Nocentini nel suo intervento -. Anche la discussione nei Quartieri ha subito la stessa strozzatura con in più, l'aver dovuto esprimere un voto su documenti in continuo divenire, mentre, nella Commissione Urbanistica, gli stessi documenti venivano aggiornati di emendamenti e modifiche ai testi e alla cartografia, sulla base delle richieste che provenivano dalla Regione e dalla Provincia, fino a chiedersi se, anche da questo punto di vista, non vi siano irregolarità formali oltre che politiche.
Abbiamo cercato in tutti i modi, ben diversi da quelli beceri messi in atto dalla destra, di consentire al Consiglio ai Quartieri ed alla città di avere il tempo per svolgere lavoro tecnico e politico e produrre un Piano che, non solo rispettasse davvero la legge regionale ma che fosse un piano di partenza definito per la stesura del regolamento Urbanistico, un piano nel quale gli obiettivi fossero condivisi e gli strumenti meno aleatori. Un piano, base di tutti i piani successivi, che si misurasse con le diverse necessità della città a partire però dalla considerazione completa e dalla messa a frutto di quanto esistente.
Non possiamo che registrare l'insufficienza dell'esecutivo, quindi, sulla predisposizione del Piano Strutturale, che si è ridotto a consegnare a seduta già aperta gli ultimi documenti".
La cancellazione del tunnel e della stazione sotterranea dell'Alta Velocità ferroviaria e in sostittuzione la realizzazione dell'attraversamento di superficie. La cancellazione del progetto del Tubone e del prolungamento del ponte di Varlungo. Le linee di tramvie approvate solo dopo la verifica dei progetti definitivi e del consenso dei cittadini.
Sono le richieste contenute nei cinque emendamenti presentati da Ornella De Zordo alla delibera del Piano Strutturale. «Gli emendamenti riguardano la riduzione dell'impatto ambientale di opere altrimenti devastanti del territorio - ha spiegato la capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo - su Alta Velocità e ponte di Varlungo anche Rifondazione Comunista ha sottoscritto le richieste. Sul Tubone - ha aggiunto De Zordo - non crediamo possano esistere rinvii o compromessi, mentre sulle tramvie è indispensabile che l'amministrazione faccia informazione e trovi il consenso dei cittadini sui progetti definitivi, che fino ad oggi non sono ancora disponibili.
L'amministrazione fa un grave errore - ha concluso De Zordo - a voler procedere a tutti i costi con i lavori e i tagli degli alberi in viale Morgagni».
Intervenendo oggi in consiglio comunale nel dibattito sul Piano Strutturale, il consigliere Michele Morrocchi (PD) ha precisato che "la riadozione del piano invece dell'approvazione è un segnale di rispetto per la città e per i cittadini, visto le grandi modificazioni legislative ma anche al percorso di partecipazione e alle osservazioni svolte"
"Dal centro destra sono arrivate solo poche e confuse critiche - ha proseguito Morrocchi - e nessuna idea alternativa, anzi ci viene contestata la coerenza dell'aver scelto la tramvia e la mobilità su ferro piuttosto di quella privata.Se queste sono le critiche noi ne andiamo fieri".
"Invece questo Piano a noi,democratici, piace - ha detto ancora Morrocchi -perché valuta i meriti e i bisogni della città, che la rende disponibile al futuro Un modello che da al pubblico, a questo consiglio, alcune potestà sulle scelte, sul rapporto con 'imprenditoria privata. A noi e a chi ci sostituirà la stesura dei regolamenti urbanistici consentirà definendo le priorità, i bisogni e le opportunità della città. Sarà il Consiglio a giocare un ruolo nuovo e importante. Bisogni e opportunità che ricalcano la nostra idea di città una città aperta, accogliente che investe sulla cultura sull'alta formazione".
"Un piano - ha aggiunto il consigliere democratico - che aumenta le possibilità legate all'impostazione pubblica ma che aumenta la concorrenza e la competizione tra i soggetti, favorendo quelli più innovativi e coraggiosi, combattendo non solo la rendita fondiaria ma anche quella intellettuale, cercando di inserire ulteriori elementi di qualità nella progettazione".
"Noi pensiamo a una città diversa - ha concluso Morrocchi - e con questo piano proviamo a realizzarla. Una città rispettosa delle sue bellezze artistiche e paesaggistiche ma non per questo immobile e incapace di rispondere ai suoi bisogni, per primo quello della casa, e alle opportunità per il suo futuro".
"Mi auguro che il Consiglio comunale approvi il Piano strutturale".
E' quanto ha detto il consigliere dello SDI Alessandro Falciani. "Voglio ricordare - ha proseguito Falciani- che prima della sua definitiva approvazione seguirà una diffusa consultazione che coinvolgerà cittadini, associazioni, consigli di quartiere, al fine di proporre ogni elemento migliorativo del Piano stesso. Solo a fine anno il Piano strutturale tornerà in consiglio comunale per la sua approvazione definitiva. C'è quindi tutto il tempo per intervenire, per formulare correzioni ed azioni migliorative.
Con questo Piano si potranno realizzare 12000 nuovi alloggi, destinare il 10 per cento del territorio comunale ad aree verdi, confermare il ruolo cardine del trasporto su ferro e della circonvallazione nord est (tubone) vista come capo saldo strategico del piano, necessaria per diminuire drasticamente il traffico di attraversamento di firenze. Meraviglia l'atteggiamento miope di Rifondazione Comunista, che ha perduto l'ultima occasione per poter dimostrare un atteggiamento più maturo, in sintonia con gli interessi della città, in coerenza con la cultura di governo dimostrati con il voto favorevole al Dpef nel Consiglio regionale toscano".
Di solito le opposizioni accusano l'esecutivo di lentezza - ha proseguito Falciani- . E' la prima volta che l'osservazione è sulla eccessiva velocità rispetto all'approvazione di un atto".
"Hanno paura di darci più tempo per leggere il piano strutturale, per poterlo poi discutere serenamente in modo da svolgere il nostro ruolo di consiglieri comunali e di rappresentanti dei cittadini". E' questo il primo commento del consigliere comunale di Forza Italia Jacopo Bianchi sulla questione dell'approvazione del piano strutturale presentato ieri pomeriggio in consiglio comunale.
"Ci trattano allo stesso modo di come vengono trattati gli alberi di viale Morgagni: vorrebbero abbattere i nostri interventi e quindi, non darci del tempo per poter presentare i nostri emendamenti e gli atti. "Il colmo è che la Giunta Domenici - sottolinea il consigliere Bianchi - in tema di partecipazione si è sempre sentita all'avanguardia con l'istituzione di un assessorato alla partecipazione democratica, quando invece sono gli stessi consiglieri a richiedere la possibilità di partecipare, per esprimere il proprio parere sul piano strutturale, in maniera adeguata e «congrua», come scrive il segretario Generale del Comune di Firenze nella proposta di deliberazione del piano strutturale, pervenuta durante il consiglio di oggi".
"La nostra richiesta di posticipare l'atto sarebbe stato un segnale di democrazia da parte della maggioranza ed un'effettiva e reale partecipazione dei consiglieri quali rappresentanti dei cittadini. Cosa sarebbe cambiato se il piano strutturale fosse approvato a settembre? - chiede Bianchi - Forse anche all'interno della variegata maggioranza qualche consigliere, dopo aver avuto il tempo di leggerlo in modo dettagliato, avrebbe dimostrato qualche perplessità e quindi creato qualche problema nel chiedere ulteriori delucidazioni sul piano strutturale del Comune di Firenze?".