Lunedì 23 mattina alle 9.30 presso la sede dell'ATO3 in via Verdi 16, presidio indetto da RDB-CUB Firenze contro i recenti aumenti delle tariffe dell'acqua decise e deliberate dall'ATO 3 e dai Sindaci dell'area Fiorentina. Publiacqua ha speso somme ingenti per diffondere messaggi sul risparmio dell'acqua "bene prezioso", i cittadini hanno colto lo spirito del messaggio; i consumi si sono ridotti e il comportamento virtuoso viene premiato con un aumento del 15%, retroattivo per tutto il 2006. Solo poche settimane fa sono state consegnate oltre 400.000 firme raccolte per la legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua, da anni si denunciano gli effetti negativi della privitazzazione dell'acqua, mascherata nel nostro comune dalla proprietà pubblica del 51% di Publiacqua.
"Nel 2007, da una parte i Comuni attraverso l'Ato aumentano le tariffe dell'acqua, dall'altra, per l'ente gestore Publiacqua SpA, si prospettano utili milionari.
C'è qualcosa che non torna. Da una parte i Comuni presenti nell'Ambito Territoriale Ottimale 3 Medio Valdarno hanno approvato all'unanimità le modifiche al Piano di Ambito e l'aumento delle tariffe in media del 9,5%, dall'altra parte per Publiacqua, tra i cui soci si trovano molti Comuni, si prospetta un utile record di 3-4 milioni di euro. In audizione con la commissione controllo il Presidente di Publiacqua SpA Amos Cecchi ha confermato che l'utile che si prospetta per il 2007 sarà significativamente maggiore rispetto a quello degli ultimi anni.
Nel 2006, per esempio era di 48.000 euro, nel 2005 137.000 euro, confermando che la redditività per il 2007 potrebbe essere particolarmente significativa parlando appunto di 3-4 milioni di euro". È quanto sostengono i due consiglieri comunali dell'opposizione, Gabriele Toccafondi di Forza Italia e Gaia Checcucci di Alleanza Nazionale. "Si ricorda inoltre che le spese eccessive continuano ad esserci - proseguono Toccafondi e Checcucci -: il costo medio per ogni addetto si aggira sui 43.000 euro, di gran lunga superiore rispetto ad una azienda delle medesime dimensioni, cioè con circa 740 dipendenti.
Così, come, affianco di una politica di contenimento di questi costi occorre una gestione aziendale diversa che riduca l'indebitamento della società: se è vero infatti che, è diminuito rispetto all'anno precedente è, però, innegabile che ciò è stato unicamente dovuto all'apporto di capitale da parte del socio privato che è entrato versando circa 60 milioni di euro. Il fatto che, l'indebitamento sia oltre il 50% del fatturato, cioè circa 230 milioni di euro, a differenza di una media del 20-25% per aziende analoghe, la dice lunga sul risanamento che c'è ancora da effettuare".
"Sette milioni e mezzo di euro per interessi passivi sono una cifra che la società non può e non deve permettersi, in un immediato futuro - contestano i due consiglieri dell'opposizione -. Per fare fronte a queste negatività, l'aumento tariffario deliberato oltre il tetto massimo previsto dalla legge appare ancor più ingiustificato e quindi inaccettabile. Si consideri inoltre che, come da sempre ripetiamo, il canone di concessione ha portato nel 2006 nelle casse dei comuni dell'ATO3 circa 23 milioni e mezzo di euro e nel 2007 porterà oltre 24 milioni e mezzo, per poi raggiungere fra il quindicesimo e il ventesimo anno di gestione 29 milioni di euro.
Tutto questo incide sulla tariffa che paghiamo al metro cubo, per 0,25 centesimi di euro fino al decimo anno e 0,30 dal decimo anno al ventesimo, cioè, per circa il 20%. Questa tassa occulta che il gestore preleva dalla tariffa e che i Comuni incassano per l'uso delle reti delle infrastrutture dal gestore è solo una partita di giro che alla fine pesa sulle tasche dei cittadini senza alcuna giustificazione e anzi per importi che fanno avere a Firenze e ai comuni dell'Ato3 questo brutto record nazionale".
"A questo punto - concludono Toccafondi e Checcucci - ci domandiamo che politica stanno attuando i Comuni presenti nell'ATO 3 e in Publiacqa SpA. Si potrebbe dire che un giorno aumentano le tariffe e il giorno dopo ricevono gli utili. Per noi è incomprensibile aumentare le tariffe ai cittadini per poi avere un utile da parte della società erogatrice. Non solo la tariffa non andrebbe aumentata ma piuttosto diminuita dell'importo del canone di concessione, per restituire ai cittadini i soldi indebitamente sottratti.