"O Fortuna, come la Luna sei mutevole, sempre cresci o decresci, tu ruota che giri". Di certo il grande successo del doppio concerto Carmina Burana e Bolero non è stato causato dalla fortuna. E le innumerevoli prenotazioni per assistere all’opera nell’incantevole cornice del giardino di Boboli ne sono la testimonianza. Coristi, solisti e musicisti, tutti rigorosamente vestiti di nero, hanno dato vita ad un emozionante bolero che è entrato in scena in punta di piedi per poi crescere sempre di più fino a immergere nelle sue note l’intero auditorium.
Composto nel 1928, quello di Ravel è sicuramente il bolero più popolare mai scritto.
Nato come musica per balletto su commissione della celebre ballerina Ida Rubinstein, oggi viene eseguito principalmente come pezzo concertistico. Si tratta di una composizione in cui la semplicità della parte melodica, costituita da sole 32 battute, contrasta con l’incredibile atmosfera emotiva che è in grado di suscitare.
Le note di “O Fortuna” hanno aperto la seconda parte dell’evento, introducendo l’attesissima esecuzione della più famosa opera di Orff. La composizione, basata su testi profani del XIII secolo, è un goliardico e sfrenato inno alla vita, governata dai capricci della sorte.
I testi, tutti in latino eccetto 47 scritti in alto tedesco, trattano diversi argomenti così come è consono alla poliedricità della produzione goliardica. Se da un lato quindi troviamo inni bacchici, canzoni d'amore ad alto contenuto erotico e parodie blasfeme della liturgia, dall'altro si fa protagonista un moralistico rifiuto della ricchezza e la dura condanna della curia romana, interessata solo alla ricerca del potere. Tutti questi temi furono poi magistralmente abbinati da Orff a musica del 900 dando vita alla grandiosa opera che oggi tutti noi conosciamo.
Gli interpreti, Patrizia Zanardi, il soprano solista nel ruolo della donna che si prepara a donare se stessa all’amante in attesa, Angelo Scardina, il tenore che molto ironicamente ha interpretato la parte del cigno arrostito in un irriverente scherzo e l’eccezionale baritono Juan Possidente, hanno dato vita ad un intenso scambio di battute tra solisti e cori che hanno lasciato il pubblico letteralmente in visibilio.
Una pioggia di applausi hanno infine reso merito all’incredibile lavoro del direttore d’orchestra Bruno Nicoli e del maestro del coro Maurizio Preziosi.
Venerdì 20 luglio (ore 21,00) la suggestiva atmosfera della storica Villa Medicea di Cafaggiolo, sarà teatro di Rigoletto (a Boboli 31/7 e 7/8), una tra le opere più popolari di Giuseppe Verdi, in un fortunatissimo allestimento Operafestival, che è stato acclamato unanimamente da pubblico e critica.
Si conclude in grande la sezione del Festival Lirico nel mugello, alla presenza dei riflettori di Rai International che riprenderanno il capolavoro verdiano.
Impeccabile il cast messo in campo; nei panni del tragico protagonista Rigoletto, il sorprendente baritono Juan Possidente che dimostra una maturità artistica non comune e ci emoziona con una interpretazione struggente e ricca di sfumature.
Accanto a lui, un'altra giovane rivelazione, la soprano Scilla Cristiano che ha riscosso, con la sua toccante e freschissima Gilda, applausi a scena aperta e grande entusiasmo da parte degli addetti ai lavori. Nel ruolo del Duca di Mantova, crudele seduttore di tante giovani donne e dell’ingenua e malcapitata Gilda, il celebre tenore fiorentino Giorgio Casciarri che canta qui in uno dei ruoli che gli hanno reso fama internazionale. La regia è di Pierfrancesco Maestrini, regista dalla riconosciuta esperienza che ha firmato oltre settanta allestimenti in prestigiosi teatri italiani ed esteri.
Le splendide scene sono state ideate da Nicola Visibelli, che ha lavorato ad un allestimento dal sapore intimista, quasi senza tempo, trovando con maestria un perfetto equilibrio tra gli straordinari spazi scenici di Operafestival e la musica di Giuseppe Verdi. Gli eleganti costumi sono di Paolo Manciocchi. Alla guida dell’Orchestra Operafestival, la prestigiosa bacchetta del M° CarloMoreno Volpini.
Rigoletto, rappresentata per la prima volta a Venezia nel 1851, è la prima opera della famosa “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi (Rigoletto, La Traviata, Il Trovatore) e segna uno dei punti più alti della sua arte di musicista e di drammaturgo.
Verdi la ricavò dal celebre dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse (Il re si diverte), attratto dai possenti contrasti di tipo morale e sociale presenti nel testo teatrale. Abbandonate le grandi tematiche d'ispirazione politica e risorgimentale, Verdi affronta finalmente la psicologia dei personaggi, portando a culmine ed a compimento estremo la grande tradizione del dramma borghese sette-ottocentesco. Nell'opera vi si trovano, insieme, personaggi aristocratici e personaggi negletti, tutti ugualmente partecipi della miseria umana.
Tra di essi, il personaggio di Rigoletto, buffone di corte e padre di Gilda, è parte integrante e al tempo stesso vittima di quell'universo.
Le altre due produzioni liriche di Operafestival sono le opere Tosca di G. Puccini (Boboli 25/7; San Galgano 28/7 e 3/8) e La Traviata di G. Verdi (Boboli 2/8; Piazza Varchi 22/7). A San Galgano, il 25 luglio, si terrà un concerto attesissimo, quello del grande jazzista Stefano Bollani che si esibirà in Piano Solo. In programma al Giardino di Boboli anche due importanti incontri con la danza internazionale, protagoniste le famose compagnie Momix (Boboli il 23-24/7) e New York City Ballet ( Boboli 30/7).
Virginia Friggeri