Il Consiglio provinciale ha approvato, con 20 sì, l’astensione del capogruppo della Margherita Ermini e 5 voti contrari dei gruppi della Casa delle Libertà la mozione della III Commissione consiliare sul riconoscimento dell’acqua come bene comune e patrimonio dell’umanità e accesso all’acqua come diritto umano fondamentale, universale e degno di protezione giuridica. “Con questa mozione – ha illustrato il Presidente della Commissione Renato Romei – chiediamo che la Provincia si impegni a riconoscere nel proprio Statuto il diritto all’acqua.
A trasformare l’acqua in uno strumento di pace, assicurando l’uso pubblico, e l’accesso da parte di tutti i cittadini e delle comunità locali. Garantire entro cinque anni il diritto all’istruzione per i 18 milioni di bambini e bambine che nel mondo non possono frequentare la scuola dell’obbligo perché costretti e costrette a fare i portatori e portatrici d’acqua. Porre fine poi al pompaggio ed ai consumi devastanti, sostenere la democrazia per l’acqua. Infine, un appello all’UPI e all’ANCI e perché il Governo italiano proponga l’introduzione nella nuova Costituzione europea del riconoscimento del diritto umano all’acqua”.
Per Lensi (FI): “Questo è un documento ideologico. Anch’io sono convinto che l’acqua sia un bene di natura pubblicista, non sono d’accordo su tutto ciò che è la dimensione e la distribuzione”. La Regione, intanto, ha provveduto ad un piccolo “colpo di Stato” affidando tutta la materia agli ambienti territoriali ottimali (ATO). Credo che il disordine sotto il cielo è abbondante”. Nascosti (AN) ha contestato il punto 5 della mozione dove si parla di reinventare la finanza cooperativa per l’acqua.
Per Targetti (PRC) “La questione dell’acqua è una questione sulla quale in questi ultimi anni i movimenti che hanno contestato il liberismo economico hanno dato battaglia, soprattutto sul tema della privatizzazione. Ce n’è, ancora, di strada da fare, ma sono maturi i tempi nella coscienza collettiva di tanta gente che non è nemmeno di sinistra, per affermare la pubblicizzazione dell’acqua”. Anche per Bevilacqua (FI): “La situazione è paradossale: viene presentata una mozione che ha una natura prettamente ideologica quando la Regione, modificando una legge, ha affidato agli ATO la gestione delle risorse idriche.
Questa modifica farà sì che le Province verranno espropriate nella fase di emergenza idrica di tutte quelle che sono le loro peculiarità e cioè quella di osservazione dell’acquisizione dell’acqua da parte dei privati, tramite pozzi e tramite tutti quei provvedimenti che questa Amministrazione aveva portato avanti con attenzione ottenendo anche dei buoni risultati”. Per Gori (DS): “Questa è una delibera che ha idee sull’acqua, e naturalmente sono idee che hanno avuto scarsa cittadinanza fino ad oggi e che ne dovranno avere sempre di più per il futuro, perché noi siamo di fronte a un’emergenza planetaria e ad un’emergenza locale”.
D’accordo, a nome della Giunta, anche l’assessore all’ambiente Nigi: “Abbiamo adottato un atto di indirizzo di fortissima critica e di richiesta di cambiamenti alla legge regionale, la quale va a prendere di petto un problema, e questo è un positivo, lo fa stravolgendo un assetto di poteri in modo clamoroso. Il punto che non va assolutamente bene, dentro un quadro che può essere salutato positivamente, è quello della allocazione dei poteri”. Infine Ermini (La Margherita) che ha motivato la sua astensione in quanto: “La Provincia deve prendere una posizione chiara e forte sul mantenimento del potere degli Enti pubblici elettivi e eletti direttamente dai cittadini sulla gestione dell’acqua.
I Comuni e le Province devono gestire le risorse idriche perché hanno il rapporto diretto con la gente e siccome l’acqua è un bene della gente, le assemblee elettive e gli organi esecutivi delle assemblee elettive hanno il dovere di gestire direttamente l’acqua”.