E’ stata presentata oggi a Fiesole presso la Basilica di Sant’Alessandro la mostra “Giorgio de Chirico e un Novecento prima e dopo la Transavanguardia”, a cura di Giovanni Faccenda. La mostra è promossa dal Comune di Fiesole e da Fiesole Musei ed è realizzata grazie alla Galleria Spagnoli, main sponsor dell’iniziativa. Una piccola sezione è dislocata al Museo Archeologico, una ‘chicca’ fatta di quattro significative opere di Giorgio de Chirico, Cavalieri in un paese del 1949, Cavalli presso un golfo del 1959, Le muse inquietanti del 1962 e la terracotta dipinta Cavallo del 1963-64.
Settanta opere scelte, fra capolavori noti, importanti inediti e ritrovamenti recenti, per un’intrigante rivisitazione storica; una mostra curiosa e inusuale costruita intorno alla geniale, ma anche tanto discussa, figura di Giorgio de Chirico, al suo stretto legame con Fiesole, frutto dell’amicizia e delle frequentazioni nella casa di Giorgio Castelfranco, suo primo mercante e mecenate, e delle visite ideali in quella Villa Bellagio che ospitò le ultime riflessioni tardo-romantiche del suo maestro prediletto, Arnöld Böcklin.
“Giorgio de Chirico e un Novecento prima e dopo la Transavanguardia” ricostruisce, come scrive in catalogo il curatore, «Un Novecento ritagliato nei chiaroscuri di un secolo denso di accadimenti e vicende aggrovigliate, al quale ci avviciniamo, al momento, con il solo desiderio di conoscenza […] un’esposizione pensata in relazione al luogo che l’avrebbe ospitata, agli intrecci, reali o ideali, che legano tra loro taluni protagonisti, al destino che ne accomuna curiosamente molte storie – note o meno note, non importa –, spesso contraddistinte da controversi contributi interpretativi, quando non addirittura letture superficiali o, talvolta, persino ingenerose, imbarazzanti assenze».
Il cuore della mostra è costituito da un consistente nucleo di dipinti dell’inventore della Metafisica, sedici per l’esattezza, fra i quali Cavalli in riva al mare del 1934, Castello di Rapallo del 1947, Interno metafisico con biscotti del 1950, Venezia del 1952, Trovatore del 1954, Piazza d’Italia del 1962 e Gli Archeologi del 1965.
Al loro fianco, troviamo le opere di alcuni dei grandi protagonisti del Novecento internazionale quali Massimo Campigli (La nave, 1931), Pietro Annigoni (La Siesta, 1942-45), Renato Guttuso (Lo Zolfataro, 1947), Ottone Rosai (Il gobbo alla finestra, 1938), Filippo de Pisis, Mario Sironi. Rilevanti pure le opere esposte dei fratelli Antonio e Xavier Bueno (fra cui il celeberrimo Ecce homo, 1944), Virgilio Guidi, Michele Cascella, Salvatore Fiume (Monumento alla pace, 1986) Giuseppe Migneco, Mino Maccari e Primo Conti.
Con quest’ultimo, altri illustri artisti fiesolani, di nascita o d’elezione, come Baccio Maria Bacci, Guido Peyron, Fernando Farulli e Leopoldo Paciscopi.
Da segnalare, all’interno della ricca rassegna, Maschere (1934), l’opera con cui Bruno Saetti vinse la Quadriennale di Roma del 1939 superando nientemeno che Giorgio Morandi.
Snodo epocale, al tramonto degli anni Settanta, la nascita e l’immediata affermazione della Transavanguardia, rappresentata in quest’occasione da cospicui lavori di Mimmo Paladino e Sandro Chia.
A conclusione dell’itinerario espositivo, uno sguardo alla scena contemporanea attraverso quel versante sempre più rarefatto a cui appartengono alcuni noti maestri contemporanei: Alberto Sughi, Ugo Nespolo, Luca Alinari, Antonio Possenti e Angiolo Volpe.
La mostra è accompagnata da un volume a cura di Giovanni Faccenda, edito da “Masso delle Fate” (180 pp.
con oltre 100 illustrazioni a colori).
“Giorgio de Chirico e un Novecento prima e dopo la Transavanguardia” rientra nel nutrito programma di iniziative che il Comune di Fiesole insieme a Fiesole Musei ha messo in cartellone per il 2007, con l’occasione riapre un percorso integrato che consentirà con un unico biglietto di visitare, oltre alla mostra, il Museo e l’Area archeologica, il Museo Bandini, il Parco e la Villa Peyron, la Fondazione Primo Conti.