Firenze – E' morto la scorsa notte il bambino nato di 22 settimane che era riuscito a sopravvivere all'aborto terapeutico. Ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale dell'ospedale pediatrico Meyer è però deceduto per complicazioni.
La vicenda sarà discussa in Consiglio regionale nella seduta del 14 marzo prossimo. Il dibattito sarà aperto da una comunicazione dell’assessore regionale al Diritto alla salute, Enrico Rossi. La decisione è stata presa oggi nel corso della riunione dei capigruppo convocata per preparare i lavori della prossima Assemblea prevista per martedì 13 e mercoledì 14 marzo.
“Ha lottato sei giorni ma alla fine non ce l’ha fatta il bimbo che era sopravvissuto all’aborto terapeutico effettuato, venerdì scorso, all'ospedale fiorentino di Careggi. Non ci sono parole per esprimere la solidarietà, a nome del Consiglio regionale, alla famiglia del piccolo”. Così il presidente dell’assemblea legislativa toscana Riccardo Nencini ha espresso la vicinanza ai genitori del neonato.
Un Consiglio provinciale sulla tragica morte del bambino nato venerdì a Careggi dopo un intervento di aborto terapeutico, e deceduto la notte scorsa all’ospedale Meyer di Firenze, si terrà lunedì 12 marzo, dalle ore 15.30 in Palazzo Medici Riccardi.
La decisione è stata presa oggi nel corso della riunione della Conferenza dei capigruppo.
Una seduta del consiglio comunale sulla situazione della sanità toscana alla luce dei recenti avvenimenti con la partecipazione dell'assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi. E' quanto chiede l'assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Graziano Cioni in una lettera inviata al presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini. Domani l'assessore Cioni presenterà la formale richiesta nel corso della riunione dei capigruppo del consiglio comunale.
«Graziano Cioni, assessore alla salute pubblica e presidente della Società della salute, spieghi al consiglio comunale e ai fiorentini cosa sta accadendo alla sanità fiorentina».
Lo chiede il consigliere di Alleanza Nazionale Giovanni Donzelli. «Dopo il caso dei trapianti con organi infetti - ha aggiunto Donzelli - adesso questo drammatico caso di aborto per malformazioni, con un feto invece sanissimo che si trova a lottare per la sopravvivenza. Errori gravissimi, inammissibili nella sanità di una società civile. L'assessore Cioni non può rimanere in silenzio. Le autorità competenti verificheranno le responsabilità tecniche, sicuramente però i responsabili politici sono sotto gli occhi di tutti e devono assumersi tutte le conseguenze che ciò comporta».
Secondo l'esponente del centrodestra «è inaccettabile che l'assessore Cioni, assessore alla sanità e presidente della Società della Salute, resti in silenzio dopo quanto in queste ultime settimane». «Come opposizione - ha concluso Donzelli - non vogliamo strumentalizzare queste tragedie per scopi politici, ma i responsabili non possono sempre autoassolversi».
Sanità: che fare? Il modello toscano messo in piedi e sviluppato con pervicacia ormai da un decennio prima da Martini e ora da Rossi mostra segni di crisi.
Contro questa situazione scende in campo ancora una volta Forza Italia con una proposta che, senza intenti polemici e con spirito costruttivo, guarda all’esclusivo interesse della popolazione. I contenuti di tale proposta saranno formalizzati sabato 10 marzo (ore 9,30, Sala del Gonfalone del Consiglio regionale) nell’ambito di un convegno che vedrà scendere in campo Maurizio Dinelli, capogruppo di Forza Italia, Anna Maria Celesti, vicepresidente della Commissione sanità e responsabile dipartimento sanità e della consulta regionale del partito, Denis Verdini, coordinatore regionale di Forza Italia.
E’ infatti in programma, nell’ambito dei lavori, una tavola rotonda alla quale prenderanno parte, Nardo Bonomi della
«La lotta miracolosa del bimbo nato vivo dopo un aborto si è conclusa. La sua voglia di vita non è bastata. E se questo è il momento del doveroso rispetto a quel corpicino e alla sua famiglia, è anche il momento di una non più dilazionabile onestà intellettuale dei vertici della sanità toscana in ordine al sistema sanitario della regione». «La “sanità toscana felix” – se pur mai esistita – è finita alle ortiche. Trascinando nel ridicolo il ministro Turco che, solo pochi giorni fa, aveva auspicato la “toscanizzazione” dei modelli sanitari delle altre regioni.
In questo quadro, già di per sé sufficientemente disastrato, estremamente gravi appaiono affermazioni “su quanto sia giusto far sopravvivere bambini in queste condizioni”, soprattutto quando provengono da autorevoli espressioni della professione medica…»
«Già all’immediato indomani dell’altrettanto drammatica vicenda dei trapianti Hiv positivi, avevamo richiamato la presidenza della giunta regionale e l’assessore alla sanità ad una riflessiva quanto urgente revisione del sistema toscano, chiedendo di cambiare politica e mentalità per sfruttare le indubbie professionalità che pur ci sono nella sanità toscana.
Per evitare una potenzialmente dilagante deresponsabilizzazione. La risposta è stata quella di arroganti arroccamenti autoreferenziali, riassumibili nella sintesi del Rossi-pensiero espresso in Consiglio regionale (la sanità è mia e me la gestisco io) e di disperati quanto patetici tentativi di ribaltare la tragicità degli eventi spostando l’ottica dagli stessi su pretese pretestuose strumentalizzazioni di merito».
«Se oggi perfino il capogruppo dello Sdi parla di “aspetti tecnologici e burocratici” su cui è concentrato il sistema sanitario regionale e della necessità di “rilanciare percorsi di umanizzazione e di informazione per riportare il cittadino al centro del sistema”, chissà che, finalmente, forse anche a sinistra si cominci ad avvertire il peso e l’invadenza della forma e della burocrazia nel sistema che hanno, da tempo immemore ormai, annullato la fondamentale centralità del paziente e fatto sì che lo sbandierato modello toscano diventasse tutto tranne che un esempio da seguire».
A Firenze va di moda pezzato.
Il look? Lo stivale? L’accessorio? Macché: il ticket sulle ricette mediche, che nella Asl 10 viene riscosso ormai a macchia di leopardo. Così, random. Una realtà denunciata dai cittadini stessi, costretti a giocare una vera e propria roulette russa col balzello da 10 euro riscosso un po’ sì e un po’ no apparentemente a caso. «Così si crea un’effettiva disparità di trattamento tra fiorentini», insorgono dai loro uffici in Consiglio regionale il Consigliere di Alleanza Nazionale Marco Cellai (componente della IV Commissione – Sanità) e il suo Capogruppo Maurizio Bianconi che sulla situazione hanno presentato un’interrogazione urgente direttamente a Martini.
«Si evince dalla stampa – scrivono Cellai e Bianconi nel loro atto – che il ticket di 10 euro sulle impegnative mediche rimane in vigore fino al 31 marzo 2007 ma che, in realtà, in alcuni ospedali e ambulatori gli utenti hanno già registrato la soppressione della tassa sanitaria».
«Una simile situazione – osservano gli esponenti di An – genera evidente disparità tra i cittadini, che pagano o meno a seconda del presidio a cui si rivolgono».
Per di più, ricordano: «Il ticket sulle ricette mediche, da tutti fortemente contestato, dovrà essere eliminato».
E allora, non si proceda in ordine sparso, per carità. «La giunta è a conoscenza del fatto?», domandano Cellai e Bianconi a Martini chiedendogli di mettere in campo «interventi tempestivi per ripristinare uniformità di trattamento all’interno della Asl 10». E ancora: «Chi ha autorizzato l’abolizione dei ticket sulle ricette mediche solo in alcuni ospedali e ambulatori fiorentini?» Infine: «La giunta ha o no reperito i fondi necessari ad abolire una tassa che lede il rispetto dei principi di equità e solidarietà?»
«La politica sanitaria toscana è talmente miope da non vedere il macroscopico raddoppio dei tempi di attesa rispetto a quanto previsto dalla stessa Carta dei Servivi regionale, in atto all’Ospedale Versilia su esami fondamentali come l’ecografia e l’ecocolordoppler cardiaco».
E’ quanto denuncia il Consigliere regionale di Alleanza Nazionale Giuliana Baudone in merito alle notizie apparse sulla stampa circa i tempi di attesa per effettuare una ecografia o un ecocolordoppler cardiaco o venoso presso l’Ospedale Unico Versilia. Il documento è stato sottoscritto anche dal Capogruppo di An Maurizio Bianconi e dal Consigliere regionale Marco Cellai (membro della IV Commissione Sanità) insieme al Vicecapogruppo Roberto Benedetti e ai Consiglieri Andrea Agresti e Marcella Amadio.
«Secondo quanto emerso dalle proteste raccolte dalla stampa – spiega Baudone – le attese per tali esami variano da 76 a 83 giorni, nonostante essi vengano normalmente prescritti a pazienti affetti da patologie di una certa rilevanza, seppur non sempre di entità grave. Si tratta – prosegue – del doppio dei giorni previsti dalla Carta per questi esami diagnostici. E bisogna sottolineare – conclude – che richiedendo un’ecografia a pagamento i tempi di attesa sono ridotti a due, massimo tre, giorni».
Da qui, la richiesta alla Giunta regionale da parte dell’intero gruppo consiliare di Alleanza Nazionale di prendere immediati provvedimenti al fine di risolvere i gravi problemi di gestione e di erogazione dei servizi di assistenza all’Ospedale Unico della Versilia.