Quali politiche per il sostegno alle piccole imprese della Toscana? Uno studio dell'Osservatorio Regionale dell'Artigianato presentato oggi a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 febbraio 2007 13:48
Quali politiche per il sostegno alle piccole imprese della Toscana? Uno studio dell'Osservatorio Regionale dell'Artigianato presentato oggi a Firenze

Firenze, 20 febbraio 2007- In concomitanza con la nuova fase di programmazione economica della Regione, Cna e Confartigianato Imprese della Toscana hanno promosso una serie di consultazioni sul territorio per dare voce alle opinioni e alle idee delle imprese; i risultati sono stati presentati questa mattina durante il convegno "Politiche di sostegno alle piccole imprese della Toscana", che si è tenuto in Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale.
I focus group, condotti sul territorio regionale con il coinvolgimento di un numero consistente di dirigenti e imprenditori, hanno permesso di evidenziare una serie di indicazioni fondamentali per l'elaborazione delle nuove strategie di rilancio dell'economia toscana.

"Gli scenari prospettati dalla nuova Programmazione regionale - spiega Fabio Banti, presidente regionale di Confartigianato Imprese - ci trovano d'accordo e ci spingono ad attivare un processo di riflessione generale sull'opportunità e sulle finalità degli aiuti alle piccole imprese e sulle modalità con cui gli stessi debbano concretizzarsi. I risultati emersi ci indicano una strada ben precisa che, tra l'altro, conferma tutto quello che andiamo dicendo da tempo".

"Sia le indicazioni delle imprese sia la ricerca -aggiunge Marco Baldi, presidente Cna Toscana- confermano ampiamente l'importanza del sistema di incentivazione utilizzato in Toscana; in particolare appare vincente la scelta fatta a suo tempo dell'aiuto rimborsabile a tasso zero: questo ha consentito l'istituzione di un fondo di rotazione con cui, confidiamo, anche nei prossimi anni in Toscana, e non sarà così ovunque, sarà possibile intervenire a supporto degli investimenti "ordinari" delle imprese artigiane, quali l'acquisto del capannone, di macchinari, ecc."
Senza questo fondo, infatti, gli unici finanziamenti possibili richiedono componenti in termini di ricerca, sviluppo, innovazione, ambiente ed energie rinnovabili, non sempre accessibili per le piccole imprese.
Tra le priorità indicate dalle imprese anche una diversa concezione del sostegno finanziario da destinare al progetto aziendale nel suo complesso, un pressante invito alla semplificazione e allo snellimento dell'iter burocratico di richiesta ed erogazione dei contributi ed una parametrazione differenziata degli adempimenti, delle procedure e dei vincoli che si chiede siano commisurati anche all'entità del contributo e alle dimensioni dell'impresa richiedente.
Gli approfondimenti condotti da Cna e Confartigianato hanno messo in luce anche l'esigenza di un rafforzamento delle forme di incentivo capaci di dotare le imprese dei mezzi finanziari nel momento in cui servono, ovvero di garantire la tempestività dell'intervento finanziario.
I due Presidenti regionali di Confartigianato e Cna concludono la presentazione dei risultati delle indagini presentate auspicando che la Regione tenga conto delle indicazioni emerse e che siano intrapresi percorsi di verifica approfondita anche sulle concrete ricadute delle altre incentivazioni regionali, al fine di prevedere un utilizzo ottimale di tutte le risorse a disposizione.

Il punto di vista di Pierfrancesco Pacini - Presidente di Unioncamere Toscana
"L'analisi e la valutazione delle politiche di sostegno degli investimenti delle imprese artigiane della Toscana è un argomento che ci sta molto a cuore.

Questo anche nella prospettiva di calibrare meglio gli interventi in vista della programmazione dei nuovi Fondi strutturali 2007-2013, programmazione alla quale il Sistema Camerale intende dare il suo contributo in termini propositivi. Dalla valutazione condotta verifichiamo con soddisfazione gli effetti positivi sulle imprese che hanno ottenuto il sostegno, tanto in termini di fatturato quanto in termini di addetti. Aspetto tanto più importante se si considerano le difficoltà che le imprese del settore hanno registrato in questi ultimi anni.

Inoltre ci preme sottolineare che l'aiuto rimborsabile è quello che costituisce nettamente la tipologia di intervento preferita per qualunque sottoinsieme di imprese analizzato nella ricerca. Per imprese solitamente sottoposte a vincoli finanziari da parte degli istituti di credito, un accesso al credito più agevole è infatti un valore aggiunto fondamentale oltre il mero contributo economico."

Ricostruire un quadro completo delle politiche di sostegno erogate negli ultimi anni alle imprese artigiane della Toscana.

Analizzare le caratteristiche delle beneficiarie, la loro dislocazione territoriale, la percezione soggettiva e l'opinione delle imprese riguardo all'utilità degli interventi.
Valutare gli effetti su alcune dimensioni rilevanti d'impresa (fatturato e numero di dipendenti), ovvero stabilire in quale misura un contribuito pubblico abbia modificato una situazione preesistente nella direzione auspicata, al fine di proporre una strategia ancora più efficace in vista della programmazione dei nuovi fondi strutturali 2007-2013 e del PRSE.
Sono questi gli obiettivi dello studio realizzato da IRPET per conto dell'Osservatorio Regionale dell'Artigianato e presentato oggi nel corso di un convegno organizzato dalle associazioni regionali di categoria CNA e Confartigianato Imprese al quale sono intervenuti l'Assessore alle Attività Produttive della Regione Toscana, Ambrogio Brenna e il Presidente di Unioncamere Toscana, Pierfrancesco Pacini.
In particolare, la ricerca analizza i Programmi di Sviluppo (PSA) erogati dalla Regione Toscana, in accordo con le associazioni dell'artigianato, per favorire il consolidamento e lo sviluppo delle micro e piccole imprese.

Inoltre alcuni risultati, ove possibile, sono confrontati con quelli ottenuti dall'analisi della Misura 1.2 del DOCUP 2000-2006 (aiuto rimborsabile a tasso agevolato per imprese che operano in aree Phasing Out o in aree Obiettivo 2) svolta dal CLES.
Per l'analisi dei PSA sono state messe a confronto le performance delle beneficiarie e quelle delle non beneficiare, integrando informazioni provenienti da diverse fonti statistiche e amministrative con i dati raccolti attraverso specifiche indagini dirette.

Date le differenze sostanziali che esistono tra i PSA 2001/02 e i PSA 2003/05, le imprese che hanno fatto ricorso alla prima tipologia di contributo (conto interessi a fondo perduto) e quelle alla seconda (aiuto rimborsabile a tasso zero su un fondo rotativo appositamente costituito), sono state analizzate separatamente e confrontate tra loro.
Dallo studio emerge che:
o le imprese beneficiarie rispetto alle non beneficiarie sono caratterizzate da un trend di crescita pre-intervento lievemente maggiore;
o le imprese beneficiarie della Misura 1.2 e dei PSA 2003/05 hanno caratteristiche simili;
o le imprese beneficiarie dei PSA 2001/02 hanno fatturati mediamente più bassi rispetto alle beneficiarie PSA 2003/05;
o i bandi più recenti sono stati utilizzati da imprese mediamente più strutturate;
o l'aiuto rimborsabile è la tipologia di intervento preferita dalla maggior parte delle imprese;
o un fattore determinante di auto-selezione delle imprese nella richiesta di contributi pubblici è la poca conoscenza della possibilità di ottenere aiuti sugli investimenti dalle istituzioni.
L'analisi svolta ha quindi fatto emergere anche una differenza strutturale tra le imprese che beneficiano dei PSA 2001/02 e quelle dei PSA 2003/05:
o le imprese beneficiarie dei PSA 2003/2005 hanno avuto un reale beneficio dalle agevolazioni, sia in termini di addetti (con un effetto medio stimato di 1,4 addetti) che di fatturato (con un effetto medio stimato pari al 28% in più di imprese che incrementano il fatturato);
o le imprese beneficiarie PSA 2001/2002 sono di dimensione mediamente più piccola rispetto alle beneficiarie 2003/2005 e dunque per loro l'incremento del numero di addetti può risultare relativamente più difficoltoso;
o Il 22% delle imprese beneficiarie dei PSA 2001/02 e il 27% delle beneficiarie dei PSA 2003/05 dichiara che non avrebbe realizzato l'investimento in assenza dell'intervento (circa 1 impresa su 4 in ciascuno dei due gruppi);
o Le imprese beneficiarie dei PSA 2001/02 identificano le difficoltà di mercato come ostacolo principale all'investimento (31%);
o Per le imprese beneficiarie dei PSA 2003/05 la principale barriera all'investimento è rappresentata dalle difficoltà di accesso al credito (41%).

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