martedì 8 agosto 2006- E’ la naturale conseguenza di quasi tre anni di lavoro da parte dei 28 Consorzi di tutela già impegnati nei controlli e della forte volontà espressa da altri di seguirne le iniziative, che ha portato alla decisione del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Prof. De Castro di assecondarne le intenzioni, mediante decreto.
Queste iniziali considerazioni, e il vivo apprezzamento per l’operato del Ministro, sono stati espressi da Federdoc, la Confederazione Nazionale dei Consorzi di Tutela vini a DO, che associa il 90% dei Consorzi esistenti, in rappresentanza di una produzione vitivinicola nazionale a DO di oltre il 75% circa.
“L’avvenimento è importante – ha dichiarato il Presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro – perché è il completamento del compito di tutela affidato ai Consorzi dalla legge 930/63 e successivamente dalla 164/92”, da oltre 30 anni mai attuato.
Ricci Curbastro ritiene positivo il decreto, perché è il riconoscimento di un lavoro organico e sistematico svolto dai Consorzi nell’attuazione del Piano, monitorato in termini assolutamente positivi dal MIPAAF (il decreto cita: “…è stata effettuata l’attività di monitoraggio prevista…, dalla quale sono emersi risultati positivi tra i quali la rintracciabilità del prodotto, il controllo delle produzioni nelle varie fasi del processo produttivo, l’acquisizione immediata dei dati certi sui vini a DO per tutti gli operatori e in tutte le fasi produttive nonché l’aggiornamento dell’Albo dei vigneti e lo snellimento delle procedure per gli adempimenti dei produttori”), e per questo è stato confermato ed esteso ad altre Denominazioni.
Per effetto del nuovo provvedimento, Federdoc prevede l’estensione del Piano ad almeno altri 40 VQPRD, per una produzione vitivinicola nazionale a DO controllata e per una superficie complessivamente interessata del 75% di quelle nazionali.
“Un risultato notevole – ha precisato Ricci Curbastro, ma non risolutivo del problema di fondo del comparto: sono sempre troppe le DOC esistenti (alcune solo sulla carta, altre rivendicate in misura minima, altre ancora insignificanti per dimensioni e prestigio), almeno 250 sulle attuali 358 rappresentano complessivamente poco più del 25% della produzione a DO italiana, quasi tutte senza Consorzio di tutela e di conseguenza si autoescluderanno dal Piano dei controlli”.
“Dobbiamo dare anche a queste le giuste risposte – ha proseguito Ricci Curbastro - ed in prospettiva è apprezzabile l’intenzione del Ministro di definire compiutamente il sistema di certificazione, nel disegno più ampio di una idonea revisione del sistema dei controlli per tutte le Denominazioni di Origine, da inserire successivamente anche nella nuova 164/92”.
In tale contesto, i Consorzi sapranno confermare il loro ruolo di soggetti unici di una attività di tutela omogenea a livello nazionale, come giustamente ribadito nel decreto, affidabile nei confronti dei produttori e dei consumatori, garante delle aspettative delle Istituzioni tutte, ivi compreso l’ICRF.
A questo spetta, come da decreto, il compito di vigilanza sugli Enti controllori, con la competenza esclusiva anche degli atti sanzionatori, nel caso di segnalazioni di conformità gravi da parte degli Organismi di controllo.