Firenze, 9 Maggio 2006- Tutte le sedici Aziende Sanitarie e Ospedaliero-universitarie della Toscana, 35 presìdi ospedalieri, con il coinvolgimento complessivamente stimato di 2.400 operatori e 120 Associazioni di volontariato che operano nel settore: sono i numeri di cinque anni di attività della Rete toscana HPH (Health Promoting Hospitals) degli Ospedali che promuovono la salute. Una rete che, dal 2001 ad oggi, ha avviato sei progetti interaziendali dedicati all’accoglienza, alla lotta al dolore, all’interculturalità, alla sicurezza, alla lotta contro il fumo, all’umanizzazione, alla formazione e all’autovalutazione.
I risultati di questo primo quinquennio di lavoro sono al centro della Conferenza Regionale della Rete HPH Toscana in programma mercoledì 10 maggio, dalle ore 9,30 per tutta la giornata, al Convitto della Calza a Firenze. Un appuntamento che già annovera quasi 300 iscrizioni e che si articolerà in due momenti: il primo, in mattinata, tutto imperniato sul valore del percorso fatto sin qui dalla rete a livello internazionale e sulla fisionomia che ha acquisito in Toscana. Il secondo, nel pomeriggio, si aprirà con una riflessione sul ruolo dell’ospedale nella promozione della salute, per proseguire focalizzando sui risultati dei progetti sviluppati nella nostra regione e sulle strategie delle attività per i prossimi anni.
In programma gli interventi dell’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi, di Oliver Grone dell’Ufficio Europeo OMS, Gianfranco Gensini preside della facoltà di Medicina dell’Ateneo fiorentino, Paolo Marchese Morello direttore generale dell’Ospedale Meyer dove ha sede il coordinamento regionale della Rete, Lamberto Briziarelli presidente della Confederazione Italiana per Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria (Cipes).
La Rete HPH Toscana nasce nel maggio del 2001 quando l’assessorato regionale per il Diritto alla Salute aderisce al progetto promosso dall’Ufficio Europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità).
Una partecipazione che sancisce una nuova strategia: orientare i sistemi sanitari verso attività di promozione della salute. In questi cinque anni il progetto ha permesso di alimentare una cultura ospedaliera attenta non solo a offrire prestazioni sanitarie di alta qualità, ma anche di mettere a disposizione dei cittadini, degli operatori e delle comunità nuove capacità di gestione della propria salute, migliorandone la motivazione, le conoscenze, le competenze, il senso critico e l’autonomia decisionale.
In attesa di rinnovare l’adesione alla Rete Internazionale, la Conferenza Regionale che si apre al Convitto della Calza intende valutare i risultati raggiunti nel quinquennio, i limiti e le prospettive future, confrontando le esperienze fatte nelle diverse realtà toscane, declinando a livello locale i principi, le strategie e le progettualità dell’HPH.
La rete internazionale attualmente comprende più di 700 ospedali in 25 Stati. L’articolazione poi avviene per reti nazionali e regionali. In Italia le reti regionali sono 11 e le Aziende sanitarie aderenti sono 167.
«Riuscirà ad ottenere solo in estate i risultati di un’analisi del sangue fatta in inverno. Di fronte a una storia come questa viene quasi il sospetto che qualcuno a Careggi intenda battere ogni record di una malasanità, quella toscana, buona per tutte le stagioni».
Lo afferma il Capogruppo di An in Consiglio regionale Maurizio Bianconi annunciando un’interrogazione urgente alla Giunta sottoscritta insieme alla Vicepresidente Giuliana Baudone e a tutti i membri del gruppo, i Consiglieri Marcella Amadio, Andrea Agresti, Roberto Benedetti e Achille Totaro, membro della commissione regionale che si occupa di sanità.
«Una signora mi segnala di avere effettuato dei prelievi di sangue presso l’Azienda Sanitaria di Careggi il 14 marzo scorso – spiega Bianconi – ma di dover attendere il 3 luglio prossimo per conoscerne l’esito.
Se non fosse purtroppo vero, verrebbe da riderci sopra. Sembra paradossale che proprio un esame di normale routine diventi occasione per arricchire il già poderoso dossier dei tempi di attesa fuori di misura nella sanità toscana, su cui pensavamo di aver già lavorato abbastanza».
Gli esponenti di Alleanza Nazionale reputano a maggior ragione ingiustificato un tale ritardo nella consegna delle analisi. Per questo intendono chiedere formalmente a Martini & C. di «prendere provvedimenti urgenti al fine di chiarire l’accaduto e di ristabilire il corretto funzionamento del servizio, così da non rischiare di mettere a repentaglio la salute dei cittadini anche attraverso settori notoriamente più gestibili da parte della struttura ospedaliera».