25/08/2005- Ricerca, innovazione e “fare sistema”: questi gli ingredienti per lo sviluppo economico della regione Toscana individuati durante il dibattito di ieri, mercoledì 24 agosto, dal titolo “Le scelte per l’economia della Toscana”, presso la Festa de L’Unità di Siena. L’iniziativa è stata introdotta da Tiziano Scarpelli, responsabile organizzazione della federazione Ds di Siena. Ha coordinato la manifestazione il giornalista Piero Benassai.
L’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni ha parlato della necessaria contestualizzazione dell’economia toscana con quella nazionale.
“Nella prossima legge finanziaria – ha sottolineato – due terzi dello stanziamento saranno destinati a coprire l’indebitamento e non a sostenere lo sviluppo”. “I temi per la crescita futura del nostro territorio – ha proseguito Cenni – passano attraverso l’evoluzione del sistema dei distretti rurali e il concetto di politiche di filiera: il sostegno del comparto pubblico deve però essere affiancato dalla capacità delle imprese di organizzare risposte qualificate nei riguardi del mercato, attraverso anche un maggiore accesso alla ricerca e all’innovazione.
Dobbiamo riflettere in questo senso anche sulle scelte effettuate dal punto di vista fiscale: la Regione ha scelto di non appesantire il carico fiscale, ma innegabilmente questo porta ad una di munizione delle risorse disponibili in futuro”.
Il peso dell’agricoltura sull’economia regionale e l’analisi della situazione attuale del settore sono stati i temi toccati da Giordano Pascucci, vicepresidente regionale della Cia. “Serve un salto di qualità per le imprese e per i prodotti, ma questo non basta.
Bisogna pensare che l’agricoltura è parte di un sistema economico complessivo e che la competitività delle imprese è data anche da un sistema che offre servizi, supporto e opportunità. Ad esempio sarebbe necessario togliere l’ottanta per cento della burocrazia che attualmente brucia parte delle risorse disponibili. In questo senso è anche necessario promuovere politiche di sviluppo locale, valorizzando soprattutto l’associazionismo”.
Sulla necessità di utilizzare energia da fonti rinnovabili ha costruito il proprio intervento l’assessore regionale all’ambiente Marino Artusa.
“L’ambientalismo non è un freno per lo sviluppo, anzi può esserne il volano. L’utilizzo di energia da fonti rinnovabili può dare una forte accelerazione all’innovazione, anche perché questo è un settore dove le imprese possono investire”. Artusa ha anche parlato delle politiche avviate in Toscana per l’utilizzo di fonti energetiche pulite, dalla geotermia al settore eolico, passando per l’energia solare. “Dobbiamo porci il problema della dipendenza della Toscana e del Paese dalle energie fossili.
Le potenzialità in questo campo sono enormi”.
Il presidente provinciale dell’Associazione Industriale Luigi Borri ha indicato alcuni punti dai quali partire per lo sviluppo economico del territorio. “E’ necessario sfruttare e valorizzare i connettori fra le imprese e la ricerca, come i centri servizi o le associazioni di categoria. Non basta poi solo migliorare la qualità dei prodotti, ma anche avviare strategie più aggressive di marketing e pubblicitarie, per far conoscere sul mercato il prodotto stesso.
Infine il sistema del credito dovrà porsi come intermediario fra il mondo del mercato e quello delle imprese: non solo con meccanismi di finanziamento, ma partecipando al capitale di rischio delle imprese”.
Il tema dei servizi pubblici è stato toccato invece dal presidente regionale della Legacoop Giovanni Doddoli. “La cooperazione è una delle risposte a disposizione del cittadino, che da elettore si trasforma in utente. E’ necessario recuperare competitività anche attraverso un riequilibrio nella composizione del valore aggiunto della nostra economia, che attualmente presenta bassi indici per quanto riguarda il settore dell’industria rispetto a tutto il resto del centro-nord.
E’ inoltre necessario attuare politiche di riduzione dei consumi. In Italia – ha concluso Doddoli - c’è ancora troppa elusione e troppa evasione fiscale, che il governo attuale ha in passato quasi legittimato con una serie di condoni. Uno dei meccanismi di difesa dei consumatori è proprio nella cooperazione”.