Le tecniche agronomiche dell’agricoltura integrata conquistano nuovi adepti fra i cerealicoltori toscani. “L’ultima campagna di semina – sottolinea Luciano Rossi, direttore di Toscana Cereali (che associa 4.500 produttori della regione) – ha visto un incremento del 30% delle superfici coltivate a grano duro, nel rispetto del disciplinare dell’Agriqualit‡ Toscana. L’agricoltura integrata, basata su buone pratiche agronomiche come la rotazione colturale, utilizzo contingentato di fitofarmaci e fertilizzanti, oltre che sulla tracciabilit‡ del prodotto, Ë vista sempre pi_ come garanzia per ottenere un prodotto di qualit‡ superiore, salubre sotto il profilo della sicurezza alimentare e i grado di assicurare un maggior reddito agli agricoltori.
Questa tendenza, che, va sottolineato, si manifesta in un momento difficile per la cerealicoltura regionale e nazionale, si va affermando anche in una logica di filiera, con l’obiettivo di arrivare a commercializzare prodotti trasformati certificati dal marchio della farfallina bianca dell’Agriqualit‡ toscana. La Pasta Tosca promossa da Toscana Cereali, in tal senso, Ë l’esempio di successo del primo prodotto che si Ë avvalso di questa certificazione. Nel 2005, infatti, pur essendo un prodotto di nicchia, ha aumentato del 40% il volume delle vendite, trovando consenso fra i consumatori sia per la qualit‡ che per le garanzie offerte sotto il profilo della sicurezza alimentare.
Sul fronte dei produttori, questo si Ë tradotto in un sensibile incremento delle aziende agricole che decidono di aderire al progetto di filiera de La Tosca”.
Proprio in questi giorni, in tutti i super e ipermercati Coop della Toscana, Ë in corso una promozione commerciale destinata ai soci della cooperativa, con la vendita di 140.000 ‘valigette’ contenenti diversi formati di Pasta Tosca, per complessivi 7.000 quintali di prodotto.