Secondo i risultati del monitoraggio effettuato da Toscana Cereali - l’Associazione di prodotto che raggruppa 4.350 aziende agricole della regione, 3.950 delle quali rappresentate da 16 cooperative – le superfici seminate a frumento duro, tenero e orzo in tutti i territori vocati della regione, sono in crescita rispetto a quanto è successo lo scorso anno.
La tendenza registrata in Toscana ricalca quella generalmente riscontrata in tutta Italia: complessivamente, lungo lo stivale quest’anno le superfici seminate a grano duro riguarderanno 1.724.261 ettari, con un incremento intorno al 2,05% sul 2003 (dato di riferimento Istat); la superficie a frumento tenero è prevista invece in 610.618 ettari, con un aumento del 4,02%.
Infine, l’orzo dovrebbe raggiungere i 317.149 ettari, in crescita anch’esso dell’1,50%. Le previsioni derivano dall’indagine Ismea/Unione seminativi - alla quale Toscana Cereali ha dato un contributo sostanziale - effettuata in 78 stazioni di rilevamento collocate in ciascun ambito regionale e nelle Province più significative (28 stazioni per il frumento duro, 22 per il tenero e 28 per l’orzo).
Tornando alla Toscana, il 2004 si caratterizza per un aumento medio delle superfici seminate a cereali autunno vernini compreso tra il 5 ed il 7%.
Gli ettari coltivati a frumento duro sono 151.063 (+7%), quelli a frumento tenero 26.348 (+7%), e quelli ad orzo 14.327 (+5%).
“L’espansione delle superfici – spiega Luciano Rossi, direttore di Toscana Cereali – si spiega fondamentalmente in base a tre motivazioni: intanto il buon andamento climatico, a differenza di quel che è successo lo scorso anno, ha favorito la semina secondo i piani colturali stabiliti. In secondo luogo c’è stato uno spostamento colturale da mais, barbabietole, girasole e soia al frumento duro, e, in parte minore per la nostra regione, a quello tenero.
Quest’ultimo, in particolare, ha recuperato gran parte della propria superficie, dopo che le persistenti piogge dello scorso anno ne avevano impedito la semina. Infine, ma non ultimo in ordine d’importanza, l’aumento della superice a frumento duro va ricondotta al fatto che, a partire da questa campagna, gli agricoltori potranno fare affidamento su un incentivo in più, di 40 €/ettaro, relativo al premio qualità, introdotto dalla recente riforma della Pac. Una novità che, oltretutto, sta favorendo il passaggio ai metodi colturali integrati”.
Per questa campagna, inoltre, sull’incremento delle superfici a cereali autunno-vernini, non sembra avere inciso la riduzione del 5% del set-aside obbligatorio, voluto dall’Unione Europea per incrementare le scorte di magazzino dopo le calamità naturali della scorsa campagna, che in particolare avevano falcidiato i raccolti di frumento.
Questo anche a causa del ritardo nell’entrata a regime della nuova normativa (a semine già in corso); motivo per cui, se gli effetti ci saranno, questi riguarderanno le colture primaverili.
“Per emettere una sentenza definitiva sugli esiti che gli aumenti delle superfici avranno dal punto di vista della produzione – conclude Rossi – sarà quanto mai utile seguire attentamente l’andamento colturale prossimo venturo, per valutare i fattori favorevoli o sfavorevoli che si presenteranno durante l’intero processo produttivo”.