Si apre ufficialmente domani (1° luglio) la campagna di commercializzazione cerealicola 2004/2005

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 giugno 2004 18:55
Si apre ufficialmente domani (1° luglio) la campagna di commercializzazione cerealicola 2004/2005

La mietitura del frumento è avviata in tutta la regione. Aumentano in modo cospicuo le rese per ettaro. Sotto il profilo qualitativo decisamente buono il peso specifico, mentre il contenuto proteico è leggermente al di sotto della media della precedente campagna. Dato il buon andamento produttivo a livello mondiale, ci si attende un mercato ribassista.

La campagna agraria 2004/2005 sarà ricordata come quella che si è lasciata definitivamente alle spalle il biennio horribilis 2002/2003.
Quest’anno, infatti, le messi sono prosperose e nei campi il frumento duro e quello tenero (che ha goduto di un revival produttivo dopo il disinteresse manifestato negli anni scorsi dai cerealicoltori toscani).

Oggi inizia ufficialmente la campagna cerealicola di commercializzazione 2004/2005, e, dato l’ottimo andamento produttivo sia a livello italiano che mondiale, ci si attende un mercato fortemente ribassista sotto il profilo dei prezzi della materia prima. In definitiva, l’esatto contrario di quanto è avvenuto lo scorso anno.
“Dai primi sfalci – dichiara Luciano Rossi, direttore di Toscana Cereali (4.500 aziende associate) – risultano buone rese produttive medie per ettaro ed un discreto peso specifico.

Leggermente al di sotto della media dell’anno precedente, invece, sembra essere il contenuto proteico. Complessivamente prevediamo un’annata piuttosto buona, che però sconterà un riallineamento dei prezzi verso il basso, in conseguenza delle grandi quantità prodotte sia a livello italiano che mondiale”.
Ragionando in termini di numeri, secondo le previsioni elaborate dall’Unione Seminativi per conto dell’Ismea - nella nostra regione rilevazione e stime sono state fatte da Toscana Cereali, utilizzando una rete di 78 stazioni di rilevamento - quest’anno in Toscana il frumento duro aumenterà del 62% (passando dalle 281.983 tonnellate del 2003 alle 456.812 del 2004), quello tenero del 32% (68.141 – 89.946) e l’orzo del 10% (27.381 – 30.119).
Dati produttivi decisamente ‘esaltanti’ a fronte di una media italiana del +25% per il grano duro (resa 2,77 ton/ha), del +16,23% per il tenero (4,80 ton/ha) e, infine, del +5,24% per l’orzo.
Questa situazione è da attribuirsi, oltre al favorevole andamento stagionale, al lieve incremento delle superfici; come nel caso del frumento duro.

L’andamento meteorologico dell’annata agraria in corso è stato uno dei più favorevoli degli ultimi anni. I risultati come abbiamo visto in termini di produzione, non mancheranno così da recuperare e superare la campagna di raccolta 2003. Anche la pioggia, la quale ha caratterizzato questo ultimo periodo stagionale, è vista in senso favorevole. Unica nota dolente la si può ricercare nel ritardo delle concimazioni primaverili le quali, in alcuni casi, non sono avvenute proprio per via delle suddette piogge; se qualche problema vi sarà questo riguarderà l’aspetto qualitativo in termini di contenuto proteico.



Alcune considerazioni, infine, vanno fatte in relazione alle politiche commerciali e della qualità. Sono infatti pochi i contratti di coltivazione e vendita pre-raccolto stipulati tra detentori della materia prima e utilizzatori. Di questi, quasi tutti si riferiscono a varietà speciali (vedi Frumento Duro) oppure legati a precisi processi produttivi come il  biologico e l’ integrato.
“Le industrie di trasformazione – sottolinea Luciano Rossi – dovrebbero andare incontro ai produttori, sottoscrivendo anticipatamente contratti di fornitura, vincolandoli all’utilizzo di determinate varietà colturali ed al rispetto di buone pratiche agronomiche e dei disciplinari di produzione.

Questo consentirebbe una migliore strutturazione della filiera, l’ottenimento di un grano di qualità più elevata ed introiti certi per i produttori. Questa politica, è quella ad esempio che persegue Toscana Cereali con il grano certificato Agriqualità, coltivato secondo tecniche di agricoltura integrata, che sta a monte della commercializzazione della Tosca. In Italia, purtroppo, questi esempi di cooperazione tra produttori e trasformatori, che continuano per lo più a comprare guardando solo al prezzo, sono ancora patrimonio di pochi.

Cionondimeno, la strada della qualità è obbligata, ed è l’unica in grado di assicurare più valore aggiunto. Non è un caso che il grano Agriqualità di Toscana Cereali abbia un contenuto proteico superiore alla media”.

In evidenza