Il sindaco Leonardo Domenici ha proposto formalmente al consiglio comunale di svolgere una consultazione popolare, in merito alla realizzazione del parcheggio interrato nell'area della Fortezza da Basso, ai sensi dell'articolo 100 dello statuto comunale. "E' una proposta che avanzo e che rimetto oggi alla valutazione del consiglio - ha spiegato il sindaco nel suo intervento in aula - in modo che lo stesso consiglio abbia il tempo necessario per riflettere sui modi e sui tempi della consultazione, per discuterne approfonditamente ed infine per deliberare, nel massimo rispetto della sua sovranità e del suo ruolo".
Il sindaco ha anche precisato la questione dei cosiddetti 'saggi': "Nei giorni scorsi avevo avanzato l'ipotesi che la vicenda del parcheggio potesse essere giudicata da un comitato di esperti 'super partes'. Nel frattempo, il soprintendente Paolucci aveva proposto di far valutare l'impatto dell'opera al Comitato di settore del ministero dei Beni culturali, che è presieduto da Marisa Bonfatti; la cosa mi ha fatto piacere, visto che avevo già contattato Marisa Bonfatti proprio per coordinare il gruppo dei saggi.
A questo punto credo che sia inutile produrre doppioni: vada vanti la proposta di Paolucci. Mi auguro solo che il parere del Comitato venga espresso in tempi rapidi e certi, così che il consiglio possa avere una opportunità in più per valutare la consultazione". Dopo queste parole in apertura di consiglio, il sindaco è tornato a parlare al termine degli interventi dei capigruppo consiliari. "Sono in parte sorpreso dalla piega che ha preso il dibattito - ha esordito Domenici - Spesso, ed in particolare in questa discussione, sembra prevalere più una valutazione emotiva anziché una considerazione approfondita sul merito.
E se è normale che un dibattito si sviluppi in questi termini tra l'opinione pubblica, credo che in questa sede si debba invece spiegare bene quel che si pensa e quel che si vuole". "Non ho capito bene l'avversità alla mia proposta; sembra quasi che si abbia paura di sentire la voce dei cittadini - ha sottolineato il sindaco - Io non ho chiesto di rimettere la decisione finale alla consultazione. Né ho scavalcato il consiglio imponendo tempi e modi già decisi e definiti. Ho proposto che si utilizzi la consultazione popolare esattamente come prevede l'articolo 100 dello statuto, perché il consiglio possa avere una 'maggiore conoscenza degli orientamenti che maturano nella realtà sociale, economica e civile' della città.
Ed è comunque sempre il consiglio a decidere le forme di consultazione che ritiene più opportune". Lo stesso articolo 100 infatti recita che le consultazioni possano consistere anche in sondaggi, questionari, verifiche a campione, consultazioni di settore; ed aggiunge che 'il presidente del consiglio comunale promuove la discussione sui risultati della consultazione entro due mesi dalla loro comunicazione'. "La consultazione non è certo un modo per scaricare le responsabilità - ha aggiunto Domenici - ma è uno strumento perché il consiglio possa avere una maggiore conoscenza dell'opinione dei cittadini".
"Ma voglio aggiungere una cosa: se si farà la consultazione, ci si dovrà arrivare in modo ordinato e ben istruito, con un dibattito pubblico ragionevole e sensato. Questo è un punto molto importante." E riferendosi ad alcune iniziative giornalistiche, il sindaco ha aggiunto: "Ho il massimo rispetto per il lavoro della stampa e per il cosiddetto 'popolo dei fax'. Ma non possiamo basarci solo su questa forma di consultazione. Dobbiamo fare in modo che l'orientamento generale si formi sulla base di un dibattito oggettivo e non di logiche emotive.
Oggi si dice che il parcheggio sarà uno scempio; ma lo si dice a prescindere dalla conoscenza del progetto definitivo. Non è dunque una verità, ma un'opinione: e allora confrontiamoci sulle opinioni, apriamo una discussione seria e approfondita, entriamo nel merito, vediamo il progetto definitivo, ascoltiamo il parere del comitato di settore e alla fine sentiamo i cittadini di Firenze". Dopo aver precisato che riguardo lo strumento del project financing, l'amministrazione si muove rigorosamente sulla base delle leggi vigenti, Domenici ha concluso il suo intervento con una nota più personale.
"A volte in questa vicenda, come del resto in altre, il dibattito ha preso una piega che mi ha amareggiato - ha detto - Intanto, non mi pare che siano emerse illegittimità. E siccome per me c'è qualcosa che viene sempre prima di tutto il resto, ed è la questione della moralità e del fondamento etico della politica, non accetto che su di me siano poste delle etichette e si facciano insinuazioni. Sulle scelte amministrative e politiche si può essere d'accordo o no - ha concluso Domenici - ma sui principi che fondano la mia attività come sindaco, esigo che ci sia chiarezza.
E nessuna ambiguità".
Questo il testo dell'intervento di Ornella De Zordo, capogrupo di "Unaltracittà/unaltromondo" , e Monica Sgherri, capogruppo di Rifondazione Comunista:
«Il caso della Fortezza da Basso rende evidente che l'amministrazione comunale non sa governare le scelte che riguardano la città.
Questa vicenda ha reso lampante una serie di errori che ha dell'incredibile, la cui natura poggia sul percorso legato al project financing, che senza una consapevole guida riduce irrimediabilmente la capacità di indirizzo e di controllo della pubblica amministrazione.
Dopo l'approvazione del progetto, dopo le modifiche, dopo le sospensioni dei lavori, dopo la costruzione dell'80% del progetto, dopo il comitato dei saggi, oggi il sindaco Leonardo Domenici propone una consultazione popolare sul destino del progetto. Se davvero si crede nello strumento della consultazione lo si dovrebbe perseguire all'inizio di un iter progettuale e non alla fine. In questo caso l'ipotesi sembra davvero un escamotage per uscire da una situazione imbarazzante in cui il sindaco è precipitato.
Se davvero si crede che l'orientamento dei cittadini sia importante allora si proceda ad un loro reale coinvolgimento sulla destinazione strategica di quell'area. Il disegno di "sviluppo" previsto per il nuovo polo fieristico della Fortezza prevede il raddoppio degli spazi espositivi in nome di una presunta "modernità" che graverà sulla salute dei cittadini a causa dell'inevitabile aumento del traffico e del conseguente inquinamento e che aggredirà ulteriormente il monumento del Sangallo. Su questo e sulle complessive strategie di "sviluppo" i fiorentini dovrebbero interrogarsi ed essere coinvolti in maniera trasparente e non strumentale.
Altrimenti si proceda offrendo per la prima volta al consiglio comunale la possibilità di esprimere un parere informato su una così importante trasformazione del tessuto urbano di Firenze. Ribadiamo: la scelta responsabile di chi amministra è quella di correggere un gravissimo errore, eliminare tutto ciò che è stato previsto in superficie, destinare il parcheggio sotterraneo a parcheggio di servizio per chi lavora alla Fortezza. Infine una riflessione generale: far coincidere la consultazione popolare sulla Fortezza con le elezioni regionali è un grandissimo regalo per le destre.
Perchè offrire al Polo un ottimo argomento per la sua campagna elettorale?
Ornella De Zordo e Monica Sgherri»
“Cementificazione, bitumazione e snaturamento dell’area immediatamente circostante la Fortezza Medicea di San Giovanni, e futuri rischi a carico del manufatto per il sottoattraversamento Alta Velocità ferroviaria”: questo il titolo della memoria (con 66 pagine di allegati) che l’associazione ecologista Idra ha inviato al ministro per i Beni e le attività culturali Giuliano Urbani in vista dell’imminente vertice col sindaco Leonardo Domenici sul “caso Firenze”.
Lo scempio dell’area della Fortezza da Basso viene da lontano, documenta Idra negli allegati alla nota indirizzata al ministro, fra i quali il corposo esposto inviato anche alla Procura della Repubblica di Firenze nel luglio 2003: un vistoso cavalcavia stradale, di elevato impatto visivo; il raddoppio del sottopasso Belfiore, che ha trasformato il viale lungo le mura della Fortezza in una pista di scorrimento stradale veloce in pieno centro pericolosa e asfissiante; l’abbattimento – programmato o ‘accidentale’ - di numerosi esemplari arborei d’alto fusto, patrimonio storico del luogo ed elemento della memoria collettiva (nel boschetto delle Rimembranze; nel piazzale Montelungo; a ridosso delle mura; sul lato di Villa Basilewski); l’utilizzazione selvaggia del giardino di Porta Mugnone, risistemato nel ’95 per il vertice europeo di Firenze ma sottratto al godimento della cittadinanza e adibito – in condizioni di degrado abbondantemente fotodocumentate - ad area carico e scarico merci per Pitti Immagine.
“È a nostro avviso opportuno in ogni caso – aggiunge l’associazione fiorentina - non trascurare la minaccia che grava sulla stessa struttura fisica della Fortezza Medicea di S. Giovanni per effetto del progetto di sottoattraversamento da parte di un doppio tunnel ferroviario per il Nodo fiorentino dell’Alta Velocità, il cui tracciato interferisce direttamente col sottosuolo del manufatto”. E documenta i “cambi in corsa” relativi alla traiettoria della linea, i vincoli posti già alla realizzazione del contestato progetto di parcheggio dalla presenza della falda, le preoccupazioni dei geologi consulenti del Comune.
La descrizione di uno degli scenari di danno ipotizzati dai progettisti AV per la Fortezza (categoria 3) recita: "Le fessure richiedono cuci e scuci della muratura. Anche all'esterno necessari interventi sulla muratura. Possibile blocco di porte e finestre. Rottura di tubazioni. Spesso l'impermeabilità non è garantita. Tipica apertura delle lesioni 5 ¸ 15 mm, oppure molte lesioni £ 3 mm"!
In presenza di una “costellazione di interventi invasivi e improvvisati” nella città del fiore, scrive Idra a Urbani, “confidiamo nel fatto che il Ministero che Ella dirige sappia porre un freno, imporre una verifica e – se necessario – promuovere un ripensamento”.
E suggerisce tre opzioni.
La prima, strutturale, per prevenire le incertezze palesate dalla Soprintendenza e ovviare al paradosso di cantierizzazioni che, come quella per il parcheggio a ridosso della Fortezza da Basso, risulterebbero altrettanto legittime sul piano formale quanto inaccettabili su quello della sostanza e del rispetto della qualità storico-architettonica della città: la richiesta è che il Ministero “verifichi il grado di funzionalità e di efficienza che la Soprintendenza fiorentina è in grado di garantire con le risorse, le dotazioni e gli organici di cui dispone”.
La seconda, per garantire la città dalla leggerezza e dallo sperimentalismo progettuale da cui sembra affetta la sua classe di governo: il Ministero istituisca “un organo agile ed efficiente di “ultima sorveglianza” circa la plausibilità dei progetti che interessano la città di Firenze, il cui impatto con i Beni Culturali della città sia documentato”.
A partire retroattivamente da quelli – come il sottoattraversamento per l’Alta Velocità ferroviaria – con procedimenti formalmente conclusi o in via di conclusione, ma contenuti che “restano seriamente dubbi e possibilmente forieri di nuovi devastanti impatti difficilmente reversibili”. In proposito, Idra allega a Urbani il Libro Bianco consegnato al ministro dei Trasporti Luigi Bersani nel febbraio 2001 e l’esposto urgente depositato a settembre 2002 in Soprintendenza sulle condizioni di rischio per il patrimonio storico, artistico, architettonico e per il paesaggio derivanti dall’attuazione del progetto Alta Velocità a Firenze.
La terza misura che Idra chiede al ministro per Beni culturali di adottare riguarda il caso in cui dovesse concretizzarsi lo scenario più infausto per Firenze, quello dell’effettiva cantierizzazione per l’Alta Velocità (benché non manchino, si osserva, “soluzioni ferroviarie alternative – celeri, economiche ed efficaci – al lungo, faraonico e incerto sottoattraversamento”): il Ministero provveda ad assicurare il rilevamento, la descrizione e la catalogazione preventivi dei beni storici, artistici e architettonici inseriti nella fascia di interferenza del tunnel AV, apparentemente mai realizzati per mancanza di organici.