I lavori erano stati bloccati mercoledi' da un' ordinanza del sindaco Leonardo Domenici. Il procuratore Ubaldo Nannucci e il procuratore aggiunto Francesco Fleury (titolari di una inchiesta, per ora contro ignoti, in cui si ipotizza il reato di distruzione o deturpamento di bellezze naturali) stanno valutando anche la possibilita'? di disporre ulteriori analisi tecniche.
Consiglio comunale straordinario sulla vicenda del parcheggio sotterraneo in largo Caduti dei Lager, alla Fortezza da Basso.
E' quanto chiedono, in una lettera al presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini, i capigruppo della Casa delle Libertà: Paolo Amato (FI), Riccardo Sarra (AN) e Mario Razzanelli (UDC)
«Riteniamo che questa convocazione debba avere carattere di urgenza - si legge nella lettera - per la rilevanza del tema e per l'opportunità di aprire una verifica pubblica su quanto accaduto e sulle decisioni che l'amministrazione intende assumere».
"Se un danno al monumento è stato fatto, è un danno perfettamente autorizzato": con questa incredibile considerazione si chiude il lungo resoconto di Franca Selvatici sulla Repubblica del 6 gennaio 2005 sulle conclusioni dell'indagine del Procuratore Nannucci sul "mostro della Fortezza".
"Un danno fatto con le autorizzazioni non è allora un danno? -domandano Mario Bencivenni e
Domenico De Martino dei Comitati dei cittadini di Firenze- O, piuttosto, chi ha dato l'autorizzazione dovrebbe rendere conto del danno prodotto?
Ma c'è anche un'altra questione che ci lascia perplessi: citando a pezzi e bocconi i risultati dell'indagine della Procura e della recente Ordinanza del Sindaco si fa apparire che Tutte le prescrizioni sono state rispettate.
Non siamo d’accordo. Come si può sostenere che tutte le prescrizioni sono state rispettate quando nessuna delle due prescrizioni poste dal Soprintendente Lolli Ghetti nella Conferenza dei Servizi del novembre 2001 è stata rispettata nella successiva Conferenza dei servizi dai rappresentanti della Soprintendenza (Valentino e Mazzoni) ma neppure dal rappresentante dell'Assessorato all'Urbanistica?
Si deve notare anche che nel procedimento si è verificata un'altra grave irregolarità, che da tempo andiamo additando, ma sulla quale tutti fanno orecchie da mercante.
Il progetto approvato nella seduta dell'aprile 2002 anche dalla Soprintendenza (Valentino-Mazzoni) prevedeva tre piani; successivamente, a lavori iniziati, senza chiedere il nulla osta alla Soprintendenza, è stata messa in atto un’importante variante: l’abolizione del terzo piano. Negli elaborati grafici del progetto di variante concordata nel giugno 2004 tra Soprintendenza e Assessorato all'urbanistica, e che avrebbe dovuto riguardare solo i cambiamenti relativi alla galleria commerciale e alle parti del parcheggio più vicine ai bastioni, viene indicata come variante in corso d'opera anche l'eliminazione del terzo piano interrato che in realtà era già stato cancellato da tempo: l'eliminazione del terzo piano in quel momento doveva configurarsi come sanatoria e non come variante in corso d'opera.
È possibile che né la Soprintendenza né il responsabile del Procedimento unico si siano accorti del gravissimo vizio procedurale?
Torniamo infine ancora alle quote della fuoriuscita del parcheggio dal piano di campagna originario. Dalle citazioni riportate dalla stampa tratte dalla perizia del perito incaricato dalla Procura, il geologo Roberto Nervini, non si capisce se la congruità indicata si riferisca alle quote approvate dalla Soprintendenza o alle quote del piano di campagna. In quest'ultimo caso la valutazione è contraddetta, oltre che dalla documentazione fotografica della situazione prima dei lavori, dalle stesse planimetrie ufficiali di progetto dove sono riportate le varie quote dell'area.
Per tutte queste considerazioni riteniamo che le procedure adottate siano tutt'altro che corrette sia nella forma sia nei contenuti: il mostro che, nonostante le nostre denunce di oltre sei mesi fa, ha continuato a crescere fino alla dimensione che abbiamo sotto gli occhi oggi, non è un enigma ma la prova provata di carenze procedurali e di pressappochismo progettuale.
Vorremmo infine suggerire una riflessione e proporre due domande:
se è vero che tutto era in regola col progetto esecutivo e tutto era stato autorizzato, come mai "Firenze mobilità spa", quando, dopo il primo blocco dei lavori è stata costretta a modificare il progetto, non ha chiesto i danni di questa variante alle autorità competenti che precedentemente avevano approvato il progetto?
Inoltre, in nome della trasparenza, il Sindaco e il suo assessore all'Urbanistica (che almeno da quel momento sembra si sia cominciato ad interessare all'affare) ci possono spiegare cosa è stato dato in cambio a "Firenze mobilità spa" per questa variante in corso d'opera da loro voluta?
Riaffermiano infine la necessità che il Comune promuova un confronto pubblico a breve termine su questi temi tra il Sindaco, la sua Giunta e i cittadini di Firenze".