"Serve un processo di capitalizzazione per far fronte alle esigenze del mercato, ma gli azionisti (i Comuni di Firenze che è maggioritario, Pistoia e Livorno) nicchiano -afferma il segretario della Federazione alimentazione della Cisl Toscana, Giorgio Bernini- Noi riteniamo ancora valido l'accordo nel 1995 per la realizzazione di un polo toscano del latte, ma il polo nei fatti non è decollato. Un anno fa i comuni azionisti dettero indirizzi al Consiglio di amministrazione per la ricerca di un partner disposto a rilevare una quota azionaria di minoranza.
Nel giugno scorso l'assessore competente di Firenze, Valdemaro Nutini, ci assicurò che entro l'estate sarebbe stata fatta chiarezza e che la questione sarebbe arrivata in Consiglio comunale. Un ruolo importante poteva essere giocato dalla Regione, ma l'assessore Periccioli continua a ripetere di non essere stato interpellato. A poche decine di metri dalla Centrale nascerà il cantiere della stazione per l'Alta velocità. Un'area adibita a parcheggio dei dipendenti è già stata espropriata. Tutti concordano nel dire che il cantiere aperto creerà enormi problemi per la viabilità, per il flusso di autocisterne di latte, ma anche per la sicurezza igienica del prodotto.
E per costruire una nuova centrale servono minimo 2, o 3 anni. Non vorremmo che si arrivasse all'apertura del cantiere per constatare l'incompatibilità delle 2 realtà e per affidare ad altri la produzione, decretando così di fatto la chiusura della Centrale".