La causa degli inspiegabili ritardi di realizzazione della nuova infrastruttura tranviaria in centro è il passaggio della fresa impegnata nello scavo del sotto-attraversamento del nodo fiorentino dell’Alta Velocità?
Non è un segreto che da mesi il cantiere infrastrutturale della nuova tramvia è diventato sorvegliato speciale a causa del complesso di lavori che interessano la realizzazione del tunnel dell’Alta velocità. Ma dopo la specie di inaugurazione pre-elettorale con il transito di un convoglio sino a piazza San Marco si era parlato di possibile partenza a settembre 2024. Poi il silenzio dell’amministrazione comunale, mentre basta passeggiare tra via Lamarmora e via La Pira per rendersi conto che siamo ancora molto lontani dalla chiusura del cantiere. Improbabile vedere viaggiare la nuova linea in autunno.
E allora viene il dubbio che questo improvviso rallentamento dei lavori sia causato da un’altro motivo. Possibile che, dopo gli incontri tra RFI e Tram SpA nell’inverno scorso, il timore di cedimenti provocati dalla ‘talpa’ abbia indotto a bloccare il varo della linea tramviaria sino a quando non sarà completato, o quasi, lo scavo del tunnel ferroviaria che sta passando sotto Firenze? Non c’è dubbio infatti che eventuali cedimenti provocati dall’azione della ‘talpa’ potrebbero alterare i binari della tramvia oltre che i dispositivi della rete di alimentazione, pali, o ganci collocati sugli edifici. Si tenga conto che la rete tramviaria interessata dal sotto-attraversamento della fresa è lunga un chilometro e mezzo (tra linea T1 in esercizio e linea VACS in corso di realizzazione).
Approfondimenti
La complessità dell’opera del sotto-attraversamento è tale da richiedere massima attenzione sull’impatto che può avere in superficie a partire non solo dagli edifici pubblici e privati, ma appunto anche dalle infrastrutture che sono in via di realizzazione. Tanto è vero che nei giardini della Fortezza da Basso (come documentano le foto aeree scattate dal pilota professionista Jacopo Bianchi) a ridosso della vasca con fontana, è stato aperto un cantiere da cui si inietta una miscela stabilizzante per assicurarsi che lo scavo ferroviario, 40 metri sotto terra, non metta in pericolo le fondamenta delle mura medievali della Fortezza progettata dal San Gallo.
E la stabilità della tramvia? Al momento è monitorata con una serie di telecamere e sensori, lungo tutto viale Lavagnini. Basterebbe lo spostamento delle verghe di quale millimetro per provocare il rischio deragliamento dei convogli.
Possibile che qualcuno, magari dopo il sopralluogo ai cantieri della stazione Foster da parte del presidente della Giunta regionale Eugenio Giani si sia indotto a concludere che è meglio rallentare i lavori della tramvia, pur di evitare di trovarsi a richiudere la linea per un "imbarazzante imprevisto" dopo averela appena inaugurata?