La storia di palazzo Corsini a Roma inizia nel 1511 con l’edificio fatto costruire dal cardinale Raffaele Riario (1461-1521) sui terreni di via della Lungara.
La proprietà del palazzo passò ai Corsini nel 1736 dopo l’elezione al soglio pontificio di Lorenzo (Firenze 1652 – Roma 1740), divenuto papa con il nome di Clemente XII. La ricchissima famiglia fiorentina aveva bisogno di una residenza a Roma che fosse adatta al nuovo status pontificale e incarica l’architetto Ferdinando Fuga di ristrutturare le parti esistenti del palazzo e di ampliarlo con nuove strutture. Fuga progetta così un’ala speculare all’edificio esistente e un corpo centrale con la scalinata monumentale: i tre fabbricati sono uniti dalla facciata, lineare e maestosa, su via della Lungara, mentre il retro, affacciato sul vasto giardino che sale fin sul Gianicolo, ha un andamento mosso e articolato.
I Corsini utilizzarono il palazzo fino al 1883, quando il principe Tommaso junior vende la proprietà e dona l’intera collezione al Regno d’Italia, contribuendo alla nascita della prima Galleria Nazionale italiana. Una parte del palazzo è oggi sede dell’Accademia dei Lincei, mentre nella cui biblioteca è confluita la collezione di libri del cardinal Neri Corsini, mentre la straordinaria collezione di stampe costituisce il nucleo più antico dell’attuale Istituto Nazionale della Grafica. Il giardino, risistemato da Fuga nei lavori settecenteschi, costituisce oggi l’Orto Botanico di Roma.
La galleria Corsini è oggi l’unica quadreria settecentesca romana ad essere ancora pressoché inalterata: questo perché al momento della vendita del palazzo al Regno d’Italia (1883) il principe Tommaso Corsini donò, in blocco con l’edificio, l’intera collezione di opere.
Le raccolte vennero create grazie al contributo dei vari componenti della famiglia, a partire dal nucleo più antico messo insieme a Firenze dal marchese Bartolomeo (1622-85). Accanto a questo fondo fiorentino, anche il ramo romano dei Corsini allestì una raccolta di opere già a partire dall’inizio del Seicento. La collezione presente nel palazzo di via della Lungara venne avviata da papa Clemente XII (Lorenzo Corsini, 1652-1740) e dal nipote cardinal Neri Maria (1685-1770): vi confluirono una trentina di opere del fondo fiorentino, altri dipinti da quello romano, le proprietà di Lorenzo (tra cui i dipinti a lui donati una volta divenuto pontefice nel 1730) e gli acquisti curati da Neri Maria.
Quest’ultimo ampliò l’orizzonte della collezione, guardando ai maestri del Seicento, italiani e non (Caravaggio, Reni, Guercino, Rubens, van Wittel), alla tradizione cinquecentesca italiana e alla pittura a lui contemporanea.