“Siamo arrivati alla fine di questa tre giorni di consiglio, ed è stata una maratona impegnativa. Così come lo sono stati questi tre mesi di esame del piano operativo nelle commissioni". Così i consiglieri di Firenze Democratica Leonardo Calistri, Stefano Di Puccio e Massimiliano Piccioli, che proseguono:
"Ringraziamo innanzitutto gli uffici perché hanno svolto un lavoro difficile, senza un referente politico, come abbiamo già detto. E, in commissione, gli uffici si sono ritrovati da soli a spiegare la vendita di immobili pubblici come l’ex ospedale San Giovanni di Dio o la rinuncia a nuove scuole pubbliche come la Scuola Lavagnini. Sono però temi che non si possono spiegare, ma che si devono motivare politicamente. Perché spetta alla politica fare delle scelte. Il sindaco, nella sua lunga illustrazione, pur non citando l’assessora Del Re, ha illustrato il suo lavoro e le scelte che ne erano e sono alla base del Piano.
Siamo contenti che molte siano rimaste, ma non possiamo non sottolineare come ce ne siano state poi altre, su cui il sindaco non si è invece soffermato lunedì in consiglio, che hanno tradito alcuni punti cardine su cui il poc era stato costruito e la prospettiva che aveva davanti.Un anno fa, Del Re aveva infatti chiesto discontinuità rispetto al passato perché, tra le altre cose, invocava lo stop alla vendita di immobili pubblici. E invece nella versione del poc poi approvata dalla giunta successivamente all’uscita di Del Re è stata introdotta una scheda per vendere un bellissimo immobile in pieno centro storico, l’ex Ospedale San Giovanni di Dio.
Così come Del Re aveva inserito nel poc adottato dei vincoli all’esproprio per riportare funzioni e verde nel quartiere 1, dall’immobile in via delle Carra alla Scuola Lavagnini. Con due emendamenti, avevamo allora chiesto di eliminare la scheda di trasformazione privata di Ognissanti e di ripristinare la scuola pubblica in viale Spartaco Lavagnini: nonostante il parere positivo su entrambi gli emendamenti, e nonostante avessimo detto al capogruppo PD che per noi questi erano due punti irruniciabili per una coerenza rispetto all’esigenza di discontinuità rispetto al passato, il Sindaco e il gruppo PD hanno bocciato i nostri emendamenti.Cosi come sono stati bocciati i nostri emendamenti che chiedevano al consiglio comunale di prendere una posizione, con una integrazione alla relazione del poc, sul tema del collegamento del centro storico (anche solo con un sistema di tpl elettrico), perché il tema fosse affrontato e il centro non fosse destinato a restare un museo a cielo aperto, e sullo scudo verde perché si mettesse un indirizzo verso la costruzione della grande Firenze, che non tassa i lavoratori pendolari dell’area metropolitana, per una città più giusta non solo da un punto di vista ambientale ma anche sociale.Oltre a questi punti, che per noi erano imprescindibili, sono stati bocciati anche gli emendamenti sull’ex hotel Astor per metterlo a disposizione dell’emergenza abitativa o quelli per un percorso partecipato e concorso di idee per l’Ex OGR, su cui Del Re si era spesa in passato trovando però un muro nel sindaco.Questo piano operativo, poi, doveva avere come piano complementare il primo Piano del verde della città di Firenze, che, come noto, invece, non è stato neppure nel frattempo adottato: anche questo è un dato politico di rilievo perché è un piano operativo che nasce monco rispetto alle condizioni in cui era nato, e che adesso manca di quella prospettiva di sviluppo infrastrutturale verde che è necessaria per il futuro della nostra città, come rilevato anche dalla stessa Regione Toscana nella sua osservazione.Due emendamenti che ci sono stati approvati e che puntano al recupero delle acque piovane e alla valorizzazione delle risorse naturali secondo i più recenti criteri ambientali rafforzano se non altro quella direzione.Sulla residenza temporanea per turisti, ci siamo già molto soffermati in questi giorni, e non vogliamo tornare sopra il “pasticcio” che si è consumato a 48 ore del voto e che aggrava ancor più la situazione di incertezza di questa città: quella variante non solo, infatti, ha prodotto risultati controproducenti che in parte, se si voleva, potevano essere corretti accogliendo il nostro emendamento per l’estensione del divieto nelle zone universitarie, ma resta adesso in un limbo e non si sa cosa succederà.
Poteva essere chiusa prima quella variante, e quindi recepita nel poc, se questo era il problema.Sulla questione dell’edilizia residenziale pubblica e monetizzazioni, si è preferito accogliere una osservazione di Fratelli d’Italia al riguardo, mentre sui limiti ai frazionamenti in chiave anti speculativa siamo contenti del ripensamento del gruppo Pd, ma riteniamo ridicola la spalmatura di 30 giorni anziché 60 giorni su tutto l’anno per gli studentati: il risultato, infatti, non cambia, ed è l’ennesima contraddizione rispetto ad una scelta di campo netta che era stata compiuta nel poc per avere regole certe, facilitare i controlli ed evitare ambiguità tra luoghi che accolgono studenti e luoghi che accolgono turisti.
Altro che lotta alla rendita, nella nuova versione del piano la rendita è tornata al centro del villaggio tra vendita di immobili pubblici e regole ambigue che favoriscono chi le norme le vuole eludere.Ci dispiace, infine, per il mancato coinvolgimento dei cittadini nella fase tra adozione e approvazione, e per la mancata audizione dei consiglieri eletti del quartiere 1. Anche le modalità con cui siamo arrivati a questo voto vogliamo sottolinearle perché crediamo che sia necessario un diverso metodo per arrivare a votare questi atti.
Sappiamo, infatti, che il gruppo PD ha i voti per far passare gli atti odierni e che ha preferito rivolgersi a chi sedeva nell’opposizione piuttosto che accogliere i punti che avevamo segnalato e che davvero erano la testimonianza concreta di quel cambio di rotta che volevamo e noi vogliamo tuttora tracciare. Per tutti questi motivi, il nostro voto sarà contrario e quindi da oggi usciamo dalla maggioranza”, concludono.
"Il voto di oggi pomeriggio nel Salone dei Dugento sul Piano operativo comunale, sancisce la fine dell'esperienza del centrosinistra a Firenze. Il piano è passato solo grazie ai voti del Pd, della lista Nardella e di un'ex consigliera leghista. I tre consiglieri di Firenze Democratica di Cecilia Del Re hanno votato contro, come il centrodestra, e sono usciti dalla maggioranza passando all'opposizione. L'altra componente della maggioranza, Italia Viva, addirittura non ha partecipato al voto. Alla fine, le contraddizioni, i fallimenti e la scarsa capacità amministrativa di questa maggioranza sono emersi alla luce del sole, portando all'implosione della coalizione". Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.
"Il futuro delle opere di Firenze, l'atto più importante della consiliatura - sottolinea Stella - è passato senza i voti di due componenti di maggioranza su tre, e grazie ai voti o all'astensione di ex esponenti delle opposizioni. Non è serio, i fiorentini devono saperlo. Noi siamo pronti a governare la città con una coalizione coesa, che ha lo stesso programma, e che sta coinvolgendo anche settori importanti della società civile. Presto presenteremo il programma condiviso, ma già da ora possiamo dire che al primo punto c'è la sicurezza e la lotta senza quartiere a degrado e criminalità".
POC: LE PAROLE DEL SINDACO
“Sono felicissimo perché mai nessuno era arrivato a raggiungere questo obiettivo: abbiamo approvato l’atto urbanistico più importante entro la fine del mandato. Ma è un successo collettivo, di tutta la giunta, di tutti gli uffici, di tutti coloro che hanno collaborato per dimostrare che siamo responsabili e coerenti. Col Poc diamo risposta a migliaia di cittadini, sblocchiamo più di un miliardo di euro di investimenti e creeremo 30 mila posti di lavoro di cui 10 mila diretti. Era un punto del programma di mandato e siamo stati di parola. Oggi è un grande successo per tutta la città di Firenze”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella nell’intervento conclusivo in merito all’approvazione del Piano operativo comunale, avvenuta oggi in consiglio comunale.
“Questo Piano operativo - ha sottolineato il sindaco intervenendo in aula prima del voto - ha tre parole chiave, visione, cambiamento e inclusione, e rappresenta uno strumento di importanza storica per il futuro di Firenze: noi oggi disegniamo la cornice ma starà ai cittadini proseguire il cammino”.
“Per quanto riguarda la visione - ha spiegato - il Poc guarda alla ‘res publica’, ha una visione pubblica di città con tutto ciò che la costituisce, dalle persone alle infrastrutture, dalle strade ai giardini, dagli studenti ai residenti, dagli utenti ai visitatori. Col Poc consegnamo una città che mette l’interesse pubblico al centro”.
“Questo Poc rappresenta anche il cambiamento, ogni città è in continuo divenire e c’è una grande spinta all’innovazione pur senza perdere la nostra identità - ha continuato -. Questa innovazione e questo cambiamento si esplicano in tutti i settori, dall’ambiente alla mobilità, e non significano altro consumo di suolo ma una profonda trasformazione di qualità. Solo in questo momento sono attivi in città cantieri per cinque miliardi di euro tra tramvie, Tav, lavori Pnrr, siamo in una fase di trasformazione mai vissuta prima ma la governeremo in maniera sostenibile, anche guardando all’area metropolitana. Auspico infatti che questo sia l’ultimo Poc comunale e tra 10 anni ce ne possa essere uno unico metropolitano”.
“Infine l’inclusione - ha proseguito - perchè vogliamo una Firenze che sia per tutti, che non riconosca diritti solo a chi è nato qui ma cresca col contributo di coloro che la vivono. La grandezza di Firenze è questa, una città che parla al mondo, globale, plurale, che ha la sua potenza e ricchezza nelle diversità”.
Per Nardella “visione, cambiamento e inclusione sono tre aspetti fondamentali che connotano questo Poc e ne fanno uno strumento di importanza storica. Questo non significa che oggi completiamo Firenze ma che abbiamo gli strumenti più efficaci per accompagnare la sua trasformazione. Non ci piace una città bomboniera, Firenze è sempre stata grande quando è stata contemporanea e in evoluzione".
“Questo Poc - ha concluso - mette a nudo due differenti città, una di conservazione, di una Firenze-fortino, e un’altra che guarda al futuro con coraggio. Chiedo a tutti di schierarsi, anche al momento del voto. Facciamo il futuro di Firenze che è una grande casa per una grande famiglia. Questa grande casa oggi ha un suo disegno e noi tutti siamo architetti”.
POC: LE PAROLE DI PAMPALONI
“Al termine di un lavoro lungo cinque anni abbiamo con il voto odierno approvato il nuovo piano urbanistico che traccerà lo sviluppo futuro di Firenze.
Abbiamo fatto – ricorda il presidente della Commissione urbanistica Renzo Pampaloni – 25 Commissioni per un totale di oltre 40 ore di lavoro.
Innanzitutto devo riconoscere al sindaco e all’amministrazione il coraggio di essere andati oltre un piano che era già un ottimo piano ma al quale sono state aggiunte alcune idee. Coraggiosa è stata, soprattutto, la battaglia per la residenza dei fiorentini con il blocco delle locazioni turistiche brevi nel centro storico che, assicuro tutte le opposizioni, non è morto e lo rivedremo ben presto quando sarà sottoposto alla deliberazione di approvazione chiaramente aspettando anche il responso del Tar.
Un piano che ha una visione ben precisa ed è incentrata su tre gambe: quelle dello sviluppo sostenibile dal punto di visto economico, sociale e ambientale. E anche di questo devo riconoscere al sindaco e all’amministrazione l’intelligenza di aver saputo pescare anche nelle sollecitazioni del Consiglio comunale. Per quanto ci riguarda, come gruppo del Partito Democratico, gli ordini del giorno presentati nel marzo 2023, durante l’adozione, sono stati in gran parte ripresi. E grande rilievo deve essere riconosciuto anche al contributo costruttivo pervenuto dalle osservazioni di associazioni e cittadini.
Sullo sviluppo economico chiedevamo un ampliamento della possibilità di attività produttive e di poter rafforzare la loro presenza a Firenze. Da questo è scaturito l’incremento fino al 30% degli ampliamenti realizzabili in zona industriale a cui ci sono aggiunti, in questa versione, ulteriori incentivi (come l’estensione dell’ottimizzazione) per favorire la permanenza e lo sviluppo delle attività produttive e del lavoro nel nostro territorio. Per lo sviluppo sociale – aggiunge il presidente Renzo Pampaloni – abbiamo insistito molto per limitare la monetizzazione dell’housing sociale nel caso di nuove costruzioni.
In questo piano è stata fatta una scelta, molto coraggiosa, di ampliare da una parte il numero di interventi sottoposti alla creazione di alloggi pubblici derivanti da interventi privati inibendo nelle grandi trasformazioni la possibilità di monetizzare con l’obiettivo di avere immediatamente a disposizione il 20% di alloggi realizzabili e, dall’altra, creare quartieri con una stratificazione sociale trasversale. Anche sugli studentati, oltre all’intervento ai Lupi di Toscana ed a San Salvi, in questo piano abbiamo incrementato il numero di posti letto da destinare alla fascia grigia derivante da un intervento privato.
Non posso non citare la scheda su Sollicciano, che affonda le sue origine in una lunga battaglia del Quartiere 4 e che ha trovato nuova linfa grazie alla Direzione del carcere e all’Università: un progetto di riqualificazione dell’intera area che non sia solo un cuscinetto per isolare il carcere ma, al contrario, un’area di interfaccia tra il carcere ed il mondo esterno. Su questo specifico punto sono state avanzate, in un apposito ordine del giorno depositato dal Gruppo del Partito Democratico, ulteriori richieste per prevedere nel bilancio preventivo per il 2025, le necessarie risorse sia economiche sia strumentali per bandire il percorso di progettazione previsto nella scheda.
Infine arriviamo allo sviluppo sostenibile: oltre agli interventi già presenti, questo grazie all’input del gruppo del Partito Democratico, sono stati inseriti nuovi standard urbanistici come il numero di posti per bicicletta da riservare per interventi di nuova costruzione previa demolizione (1 posto bicicletta/35 mq di SE), abbiamo ribaltato le modalità di attuazione urbanistica di nuovi comparti mettendo al centro dello sviluppo di un quartiere come Novoli la realizzazione di un’area verde estesa che vada da San Donato fino al comparto di via Gemignani. Anche grazie all’osservazione dei cittadini, al lavoro del quartiere ed alle segnalazioni dei consiglieri, abbiamo richiesto la creazione ed il riconoscimento di un nuovo parco urbano sulle colline di Sorgane a protezione di un polmone verde di grande valenza ambientale,in continuità con quello esistente sul Comune di Bagno a Ripoli.
Abbiamo inoltre chiesto di incrementare la rete delle ciclabili insistendo affinché anche le strade per le scuole presenti, nel nuovo codice della strada, fossero inserite all’interno delle scelte strategiche del piano strutturale.
Insomma – conclude il presidente della Commissione urbanistica Renzo Pampaloni – ritengo che abbiamo fatto un eccellente lavoro che consegniamo quindi a Firenze fiduciosi che questo strumento possa davvero tracciare la strada per una città sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e aggiungo anche accessibile pienamente secondo ormai una battaglia che molti ci riconoscono insieme al lavoro della consigliera Monaco perché è una battaglia culturale che mi piace citare per ultima, non per importanza ma invece per rilevanza”.