Uno degli appuntamenti più attesi di questo 2025, la mostra del celebre scultore inglese Thomas J Price cura di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento. Come avvenuto in passato con i progetti espositivi di Jenny Saville, Rachel Feinstein e Louise Bourgeois, la mostra Thomas J Price in Florence, iniziata venerdì scorso, si estende in dialogo con i luoghi chiave del centro storico fiorentino, includendo una grande installazione in Piazza della Signoria, dove negli anni scorsi si erano installate le opere di Jeff Koons, Jan Fabre, Urs Fischer, Francesco Vezzoli e Henry Moore, che tanto avevano fatto discutere, accelerando d'altro canto quel processo di rinnovamento culturale di cui la città sentiva necessità.
E la discussione, politica, è già iniziata anche stavolta.
«L'idea dello scultore britannico Thomas J Price, che sia necessario
Approfondimenti
rappresentare una donna di colore e libera nello spazio rinascimentale votato al potere maschile
di piazza della Signoria è non solo bislacca, ma anche storicamente sbagliata. L'arte rinascimentale - forse l'artista potrebbe documentarsi al riguardo facendo scoperte sorprendenti - ha spesso rappresentato donne (una per tutte: Giuditta di Giuditta e Oloferne, che oltre ad essere un capolavoro del Caravaggio è rappresentata proprio in piazza della Signoria con una copia in bronzo della scultura di Donatello), non solo libere, ma anche forti. L'ignoranza è una brutta bestia, specie se si mette al servizio della folle ideologia della cosiddetta cancel culture, che di fatto vorrebbe cancellare la nostra storia e le nostre radici di uomini e donne europei, insieme con i nostri valori.
Che a Price piaccia oppure no, Michelangelo, come Cellini e il Bandinelli, attingevano la loro iconografia dalle storie della Bibbia, che nulla hanno a che vedere con una donna (che sia di colore oppure no poco importa) che osserva il proprio cellulare. E' davvero curioso come si possa pensare di 'pareggiare' una figura come il David di Michelangelo, di per sé una cosa folle, con la rappresentazione di una donna del XXI secolo intenta a fare quello che fanno il 90% delle sue coetanee: consultare il cellulare.
La deriva woke arriva così nella Firenze amministrata dalla sinistra. Non ci stupisce, ma ci indigna, come crediamo sia per molti nostri concittadini, di qualunque orientamento politico. Alla sinistra nostrana è forse sfuggito che i democratici americani hanno appena perso l'elezione per il presidente USA proprio per l'insistenza sui temi di questa non-cultura che ci vorrebbe tutti esseri ibridi, né uomini né donne, né bianchi né neri, tutti massificati ideologicamente e ipnotizzati da congegni elettronici, dimentichi della nostra storia.
Noi, invece, preferiamo restare ancorati ai valori che le opere d'arte di Firenze rappresentano per tutto il mondo: la libertà, la forza, la bellezza e la meraviglia della natura. Continueremo ad osservarle ammirati, con attenzione e occhi bene aperti» dichiara subito il consigliere e vice presidente del consiglio comunale Alessandro Draghi.