La cabina per fototessera diventa un cult

Spesso fanno la fila i turisti per un'immagine alternativa al selfie con il telefonino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2025 15:10
La cabina per fototessera diventa un cult

di Stefano Bisi

Era l’anno 1974 quando vidi per la prima volta una linotype. E’ stata una macchina per la composizione tipografica automatica, simile a una macchina da scrivere collegata a una fonderia in miniatura. Il linotipista digitava il testo su una tastiera, la pressione di un tasto liberava la matrice del carattere corrispondente che andava a cadere sulla riga di testo. Poi le righe, di piombo, una dietro l’altra riproduceva un articolo.

Un’invenzione epocale e ora è un pezzo di antiquariato, quasi come le cabine per le fototessera che un tempo si trovavano lungo le strade. Ma sono tornate di moda.

Alcuni uffici anagrafe dei comuni le hanno collocate in posti vicini per consentire ai cittadini di scattare le foto necessarie per i documenti. Accade spesso che gli utenti si presentino agli sportelli senza foto o con immagini vecchie e che si renda necessario averne a disposizione di nuove. Le cabine per fototessera sembrano vivere una nuova giovinezza.

A Firenze in via del Proconsolo c’è spesso una fila, soprattutto di turisti stranieri, che invece di un selfie con il telefonino si siedono su quella piattaforma, che si alza e si abbassa, e fanno un autoscatto. Come ai vecchi tempi.

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