La polemica politica inonda l'Emilia Romagna flagellata dal maltempo

Sciacallaggio del Governo che si preoccupa dei cambiamenti climatici, solo quando gli fa comodo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 settembre 2024 23:55
La polemica politica inonda l'Emilia Romagna flagellata dal maltempo

Da ieri in Emilia Romagna si fa fronte ai danni causati dall’intensa ondata di maltempo che sta colpendo la regione. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati oltre 500 interventi di soccorso. Situazione più critica nel territorio della provincia di Ravenna, dove sono in azione anche due elicotteri Drago per l’evacuazione di persone bloccate in casa dall’innalzamento del livello dell’acqua causato dall’esondazione del torrente Senio a Cotignola e del Lamone a Bagnacavallo in località Traversara. A Casola Valsenio interventi in atto per diverse frane che hanno ostruito strade di collegamento.

Una situazione di emergenza che richiederebbe responsabilità, ma che ha fatto emergere, a destra, pulsioni elettorali. Il ministro per la Protezione Civile Musumeci ha puntato il dito contro gli Amministratori locali emiliano-romagnoli.

“Basta polemiche con il Governo e con le accuse di sciacallaggio. Da parte nostra c'è solo la volontà di cercare la verità sulle politiche di difesa del territorio portate avanti dalla Regione Toscana. Alla base del lavoro della Commissione d'Inchiesta c'è la volontà di comprendere a che punto siano le infrastrutture necessarie a contrastare il rischio idrogeologico e non possiamo che partire dal chiederci come siano stati spesi i soldi pubblici destinati a questo.Le polemiche non servono a niente se non a perdere tempo prezioso che dovrebbe essere destinato a quei cittadini che in queste ore vivono momenti drammatici” dice il consigliere regionale di Fratelli d'Italia e Presidente della Commissione d'Inchiesta sull'Alluvione, Elisa Tozzi.

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“Vediamo demagogia e propaganda solo da parte del Pd nella dolorosa e difficile vicenda della fragilità del nostro territorio. Fa bene il Ministro Musumeci a chiedersi che fine abbia fatto il mezzo miliardo di euro che i Governi hanno destinato all'Emilia Romagna per contrastare il dissesto idrogeologico negli ultimi 10 anni. E' la stessa domanda che sta alla base del lavoro della Commissione d'Inchiesta sull'Alluvione nel Consiglio regionale toscano. Come sono stati impiegati i soldi pubblici dalla Regione Toscana per mettere in sicurezza il territorio? Dovrebbe rispondere a questo il governatore Giani anziché puntare il dito contro il Ministro Musumeci. Purtroppo se anche la nostra Regione presenta notevoli criticità, molto è da imputare a politiche di espansione urbanistica portate avanti dalle amministrazioni di sinistra che non hanno tenuto conto della tutela del territorio” dice il capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano, Vittorio Fantozzi.

"L'approccio al rischio idrogeologico deve, come dico da tempo, cambiare radicalmente: bisogna fare di più e meglio, dalla cura del bosco e della montagna fino al fondovalle, passando - chiaramente - per tutti quegli interventi che sono necessari, come casse di espansione o argini, senza trascurare la manutenzione ordinaria fra cui pulitura dei fiumi, degli affluenti e della rete fognaria. Vanno, inoltre, chiarite - una volta per tutte - le competenze e i compiti soprattutto di Regioni e consorzi, alla luce dei molti milioni destinati e non spesi per mantenere e realizzare le opere.

In quest'ottica, possono essere utili due strumenti che abbiamo favorito nel nuovo codice degli appalti come la digitalizzazione, per mappare e rendere disponibili i dati su immobili e territori, e il partenariato pubblico-privato, per coinvolgere le risorse private nei progetti a vantaggio della comunità, come quelle di salvaguardia ambientale" afferma l'On. Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento Lavori pubblici di FI, che aggiunge: "Anche i cittadini devono essere sensibilizzati e partecipi.

Molti di loro già contribuiscono con il pagamento di numerose tasse, ordinarie e straordinarie, che dovrebbero servire a rendere un servizio agli stessi ma di cui hanno pochi riscontri effettivi. Dunque, ha senso spingere per responsabilizzare le persone pensando ad una fiscalità premiante ed incentivante, ma prima di imporre delle polizze assicurative punitive su un bene già tartassato come gli immobili, sarebbe opportuno verificare se tutte le pubbliche amministrazioni, a tutti i livelli, onorino il patto con i cittadini facendo opere e manutenzione, facendo una migliore pianificazione e gestione del territorio".

"Anche per questo sono convinta vadano chiarite le competenze, le risorse, i controlli", conclude.

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