Il progetto di riunire in una grande holding la gestione di servizi come acqua, energia/gas e rifiuti ha trovato nei giorni scorsi l’accordo, benedetto da Giani, dei Comuni di Firenze, Prato ed Empoli che puntano ad unire società del calibro di Publiacqua, ESTRA/Consiag, Publiservizi e ALIA. Se ne parlava da diverso tempo,ma andava raggiunta la quadra, per la soddisfazione dei Comuni maggiori, e primo fra tutti Firenze. Tant’è che Nardella aveva osteggiato un precedente tentativo di accorpare Publiacqua ad ESTRA/Consiag, secondo qualche ben informato perché le quote di Prato avrebbero superato di gran lunga quelle del capoluogo regionale.
Ma con l’entrata di ALIA, dove il Comune fiorentino ha la maggioranza (quasi il 60%), le cose cambiano. Per di più è stato proprio il Primo Cittadino di Firenze a chiamare il top manager Irace per ricoprire la carica di AD di Alia, e portare poi a termine l’operazione.
Sul ruolo e le caratteristiche della nuova multiutility dei servizi intervengono insieme i sindaci di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno e di Carmignano, Edoardo Prestanti: "Siamo pronti a confrontarci sulla creazione di una multiutility che operi nella gestione dei servizi pubblici e ne cogliamo le potenzialità, ma il presupposto imprescindibile è quello della proprietà e gestione unica e interamente pubblica. Negli anni sono emersi i numerosi limiti di una società mista pubblico/privata, che quindi non può essere considerata come l’opzione più idonea.
Inoltre, questa scelta andrebbe ancora una volta in direzione opposta al referendum del 2011 sull’acqua pubblica. Oggi più che mai, non è il solo profitto privato che dobbiamo tutelare, bensì il lavoro, l'ambiente e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Siamo sempre più convinti che la stagione delle privatizzazioni dei servizi pubblici, beni comuni essenziali per la qualità della vita di ogni persona, deve finire. Questo modello ha dimostrato negli anni un peggioramento della qualità dei servizi pubblici, una spoliazione di asset fondamentali a fronte del solo aumento dei profitti privati.
Il ruolo primario delle pubbliche amministrazioni è quello di tutelare i propri cittadini e di offrirgli il miglior servizio possibile in ogni ambito. Un bene fondamentale come l’acqua non può, e non deve, essere escluso dalla lista delle priorità in questo senso. Viviamo in un tempo caratterizzato da una profonda crisi sociale ed economica: per questo crediamo che sia necessario impostare la struttura della nuova società sulla base di un modello economico pubblico innovativo, più attento ai principi etici di gestione dei beni comuni e non ancorato a vecchi modelli ormai superati. Noi crediamo che solo la gestione interamente pubblica di energia, acqua e rifiuti sia in grado di garantire il massimo contenimento dei costi in bolletta, i maggiori investimenti nella rete idrica, nella raccolta differenziata, nelle politiche per la riduzione dei rifiuti e dell’utilizzo delle discariche, nella promozione di un‘impiantistica incentrata sull’economia circolare, per non parlare della difesa della risorsa acqua e dell’ambiente.
Ma obiettivi come questo sono realizzabili solo a condizione che siano sottratti ad ogni logica di mercato e di realizzazione di profitti privati. Il cittadino, non il profitto, dev’essere al primo posto affinché questo sistema possa svilupparsi in maniera positiva. Siamo convinti, inoltre, che una grande società con capitale e patrimonio interamente pubblico, in uno scenario di mercato con tariffe regolate, non avrebbe problemi ad ottenere finanziamenti dal sistema bancario, necessari al funzionamento e alla crescita. Infine, un ruolo cruciale dovrà averlo la figura del sindaco, quale rappresentate della comunità e delle esigenze dei cittadini.
Affinché il sistema proposto possa funzionare al meglio, diventa fondamentale garantire a tutti i sindaci, anche a quelli dei Comuni di piccole dimensioni, di avere un ruolo attivo e significativo nella governance aziendale e nelle decisioni strategiche da assumere" concludono Guglielmo Bongiorno, sindaco di Cantagallo, ed Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano.
"Cosa hanno in comune l’acqua, il gas, piuttosto che l’energia elettrica e i rifiuti? Un unico elemento che consente di tenerli insieme: sono merci per fare profitto. Ancora una volta si vogliono calpestare i referendum del 2011 che, ricordiamo avevano decretato come l’acqua ed altri beni e servizi non dovessero avere rilevanza economica. E’ la vittoria della finanza sulla democrazia. E’ la vittoria della politica incarnata in Toscana dal PD, con l’epigono renziano, sui principi di giustizia e di solidarietà, sulle aspirazioni alla vera cura e al rispetto di persone e ambiente.
E’ la vittoria anche dei grandi Comuni rispetto ai piccoli, perché in generale è una vittoria di potere: chi ne ha poco o punto, è sempre destinato a perdere -denunciano dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua- La nuova multiutility, ci si è vantati, aspira alla quotazione in borsa, ad immettersi quindi a pieno titolo sul mercato, assicurandosi una fetta di torta, al pari di altri colossi del genere, come IREN, H2A, ACEA... E cosa cambia se i soci invece di essere dei privati sono i Comuni o altri Enti con capitale pubblico? Nulla, proprio nulla.
Quando, come nella holding in questione, si struttura una gestione sullo stampo privatistico, con l’obiettivo di realizzare e incassare utili, non si bada a nient’altro. Ecco gli effetti clamorosi ottenuti finora da Publiacqua: pessima qualità dell’acqua, manutenzioni ridotte al minimo, notevoli perdite delle reti, depurazione e fognatura di livello molto scarso, tariffe alle stelle… Possiamo pensare che da un accorpamento di servizi diversi possa nascere qualcosa di meglio? Come al solito vorrebbero invece farci credere che ne scaturiranno vantaggi per le persone e l’ambiente: riduzione delle tariffe, aumento degli investimenti, addirittura una regione più green! Le solite promesse per indorare la pillola.
Le stesse promesse fatte per concedere la proroga a Publiacqua e spudoratamente disattese. E’ di questi giorni la nostra denuncia riguardo ai Sindaci del territorio gestito da Publiacqua, che hanno approvato un Piano tariffario per il quale le tariffe aumentano, gli investimenti diminuiscono, cresce il valore della liquidazione del socio privato. Però gli utili hanno un’impennata verso l’alto. Auspichiamo che nei Consigli Comunali, nella Conferenza Territoriale 3 per l’acqua, nell’ATO dei rifiuti, e in qualsiasi altra sede decisionale, si vadano a prendere posizioni contrarie alla holding multiservizi.
Che il bene comune sia davvero centro e riferimento primario della politica".
“L’idea di costituire una multiutility a controllo pubblico per la gestione di servizi pubblici essenziali in regime di monopolio – dichiara il consigliere della Lega e Vicepresidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini – non ci entusiasma, ma capiamo la necessità di andare in quella direzione”. “L’esperienze di Iren, Hera, A2A e delle altre multiutilities italiane – continua Cocollini – rendono questa scelta necessaria per poter offrire ai cittadini servizi sempre migliori ad un costo minore rispetto a quello attuale.
Una scelta che però risulta essere già in partenza estremamente onerosa e tardiva anche perché i comuni hanno contratti in essere e vi è un socio privato che a questo punto acquisisce potere negoziale nell’intera operazione”. “Inoltre – conclude Cocollini – la quotazione in borsa garantisce certamente l’accesso al mercato dei capitali ma vincola anche le scelte manageriali in un’ottica di mercato. L’intera operazione deve essere quindi fatta, in ogni suo passaggio, nella massima trasparenza, vincolando ogni decisione alla garanzia sugli investimenti e sulla riduzione delle tariffe”.
“Accogliamo favorevolmente la disponibilità dell’assessore Gianassi – dichiara il Presidente della Commissione di Controllo Antonio Montelatici – che si è reso disponibile a spiegare ogni fase dell’operazione partecipando proprio alla commissione che presiedo ma si tratta di un’operazione complessa – conclude Montelatici – che richiede la massima chiarezza e trasparenza”.
“La holding annunciata in conferenza stampa dai sindaci di Firenze, Prato ed Empoli, insieme al presidente della Regione Toscana, come un “percorso aperto a tutti quei Comuni che vogliono starci”, mostra le prime crepe visto che Pistoia e altri piccoli comuni di provincia, per lo più governati dal Pd, non nascondono a Giani e Nardella il loro mal di pancia. Come nel famoso film di Leonardo Di Caprio, mi immagino schiere di telefonisti e consulenti bancari intenti a vendere le azioni della nuova multi servizi – spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi – insieme ai futuri soci privati che conteranno il gruzzolo derivato degli utili”. “Ho la pretesa di pensare – esclama Draghi – che hanno già pronto, da tempo, il nome e il lancio pubblicitario per piazzare le azioni della nuova mega società a gestione pubblico/privata. Sta per essere partorita la grande multiutility, come in Emilia e in Piemonte, che gestirà la raccolta dei rifiuti e dell’acqua. Il problema è sempre questo ed è anche inutile chiedere: perché non vengono fatti percorsi partecipativi ed udienze in Commissione, e si organizza, invece, una conferenza stampa, si annunciano decisioni già prese, si mostrano le famose “slide” alla stampa e si promette che si seguirà l’iter istituzionale che, come sempre, vedrà il Consiglio comunale ratificare ciò che è già da mesi deciso?”. “Alia e Publiacqua devono migliorare e ottimizzare i servizi, abbattere le tariffe e non lasciarsi colonizzare dalle altre Regioni, ma sembra curioso il metodo utilizzato: la società così non solo vedrebbe l’ingresso dei privati ma renderebbe impossibile la ripubblicizzazione dell’acqua. E su questo casca l’asino poiché il sindaco di Firenze ha, su questo tema, fatto marcia indietro.
Inoltre denuncio – continua Draghi – la totale mancanza di trasparenza nell’operazione e l’assenza di percorso partecipativo di cittadini, istituzioni e corpi intermedi. Urge un'audizione in Commissione controllo, ma temo – conclude Draghi – che sia già tardi”.