Piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali. E’ la proposta formulata da Coldiretti e Federforeste con il progetto “Bosco vivo e foreste urbane” divulgato in occasione della Giornata nazionale degli alberi istituita dall'articolo 1 della legge 1 del 10/2013.
“Il settore forestale è vitale per l’ambiente e l’economia stessa della nostra regione che vede oltre 1 milione e 200 mila ettari occupati dal bosco, con un numero di imprese che sfiora le 13.000 unità con 40.000 addetti”, commenta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana. Si tratta di un settore indispensabile per la Toscana con un valore di circa 600 milioni di euro, “per cui abbiamo chiesto la massima attenzione in un 2020 – continua il presidente Filippi- segnato fino ad ora da elementi di criticità climatici".
Con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo – precisa la Coldiretti - è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle citta’ dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili. I boschi, gestiti in modo sostenibile – dice Coldiretti Toscana – assolvono funzioni importanti per tutta la collettività, come per la prevenzione dalle frane e dalle alluvioni, ma serve una corretta gestione per preservare i territori dall’abbandono affinché possano svolgere un insostituibile presidio rispetto all’assetto idrogeologico e mantenere un patrimonio naturale con importante valenza turistica e ambientale. Una pianta adulta – precisa Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.
A provocare lo smog nelle città – continua la Coldiretti – è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi in Italia dove ogni abitante dispone in città di appena 32,8 metri quadrati di verde urbano, e la situazione peggiora per le metropoli. La situazione è diversa nelle aree rurali dove le foreste hanno continuato a espandersi che però, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili.
Siamo di fronte – spiega la Coldiretti – all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. Il risultato è che buona parte del territorio nazionale è particolarmente vulnerabile al dissesto idrogeologico e al rischio incendi anche per effetto dei cambiamenti climatici. Per difendere il bosco occorre creare le condizioni – rileva Coldiretti – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli.
Il progetto – sottolinea la Coldiretti - si pone quindi anche l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane. Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono di tale aree e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy anche al fine di scongiurare le importazioni illegali di legno.
Un obiettivo che richiede una programmazione pluriennale della messa a dimora, coltivazione e manutenzione delle foreste da parte degli agricoltori e degli imprenditori del verde rilanciando i servizi di consulenza e le attività turistiche ricreative in tali aree. Il progetto proposto da Coldiretti e Federforeste è coerente con gli obiettivi di politica ambientale dell’Unione Europea e potrebbe trovare dunque opportunità di finanziamento attraverso il Programma Next Generation UE.
“La messa a dimora di nuovi alberi è un aspetto importante, ma né altrettanto necessario conservare in salute il polmone verde che abbiamo a disposizione. Un impegno che perseguiamo da tempo, con la manutenzione attenta e rispettosa della vegetazione presente lungo i corsi d’acqua” Serena Stefani, Presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno, ricorda gli sforzi fatti dall’ente per conciliare gli interventi di contenimento necessari per garantire la sicurezza idraulica con la tutela del patrimonio ambientale.
“La manutenzione gentile, eseguita manualmente, con un’attenta selezione delle alberature è ormai una pratica consolidata in tutte le aree del comprensorio e non solo nelle zone montane”, spiega il Direttore Generale Francesco Lisi. E aggiunge: “Il Consorzio ha adottato un manuale di buone pratiche per dare agli operai e alle ditte che intervengono sul reticolo indicazioni precise sulle modalità con cui procedere. La regola è preferire sempre tagli mirati volti ad eliminare soggetti che potrebbero creare ostruzioni e ostacoli al deflusso delle acque e cercare di conservare il più possibile le specie autoctone per favorire la rinaturalizzazione degli ambienti fluviali”.