Empoli: assemblea sul post-emergenza

Ristori e sicurezza idraulica al centro dell'incontro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 Aprile 2025 23:50
Empoli: assemblea sul post-emergenza

Una lunga e approfondita assemblea alla scuola 'Colombo' di Ponzano nella serata di ieri, martedì 15 aprile, nell'ambito del calendario di Frazioni al Centro, con il giro della giunta comunale tra frazioni e quartieri di Empoli. Il secondo appuntamento si è tenuto nella frazione più colpita dall'alluvione del 14-15 marzo e non poteva essere altrimenti, a un mese da quell'evento meteorologico che ha causato purtroppo danni ai privati e alle loro proprietà.

In apertura della serata il sindaco ha riportato integralmente il documento letto in Consiglio comunale il giorno precedente, una cronistoria dei fatti e delle comunicazioni dell'Ente durante il periodo dell'emergenza.

Il sindaco ha risposto alle domande della platea, non prima di esporre i progetti in merito alle casse di espansione sull'Orme (progettate e finanziate) che verranno realizzate in zona Martignana, annunciando anche un progetto di strutture fisse di idrovore e un impianto di sollevamento che meccanicamente, anche a cateratte chiuse, possa mandare le acque meteoriche della piana urbanizzata nell’Orme o nell’Arno in caso di forte maltempo. Una terza cassa è già progettata e per questa verranno chiesti finanziamenti. Presenti al tavolo Pietrantonio Tassielli, ingegnere del Consorzio di Bonifica 4 Medio Valdarno, e Gesualdo Bavecchi, ingegnere a cui è stato affidato l'incarico della progettazione delle casse di espansione sull'Orme.

"Siamo partiti con due casse - ha affermato il dirigente del settore Gestione del Territorio, Alessandro Annunziati - e il Genio Civile ci ha orientato a modificare uno dei due progetti, per un consolidamento degli argini esistenti con un intervento straordinario rispetto alle nuove portate che si presentano (dalla Rems, all'altezza del Pozzale). Un secondo intervento riguarda una terza cassa di espansione da 5,5 milioni di euro, concluderemo a breve la verifica di impatto ambientale come recita la disciplina e entro l’anno pensiamo di andare all’appalto di queste opere (secondo la procedura europea). Questo territorio ha necessità di essere gestito come tutte le aree di bonifica della piana fiorentina anche con impianti di sollevamento e non basta più solo manutenere i corsi d'acqua". 

"Sentire il Partito Democratico parlare di ritardi sul riconoscimento dello stato d’emergenza nei territori alluvionati, è francamente surreale. Parliamo di componenti della stessa compagine politica che, a distanza di due anni dall’alluvione del 2023, non è ancora riuscita a far arrivare alle famiglie e alle imprese toscane tutti i ristori, pur potendo disporre delle risorse in cassa dal mese di luglio del 2024. Accusare il governo di lentezza è un atto di ipocrisia istituzionale e di strumentale propaganda elettorale, soprattutto considerando che i sopralluoghi necessari al riconoscimento dello stato di emergenza sono e devono essere effettuati dal Dipartimento della Protezione Civile proprio insieme ai tecnici della Regione Toscana.

Le tempistiche seguite sono quelle previste dalla legge, non quelle della polemica politica da quattro soldi che siamo costretti a leggere. Il governo sta lavorando con serietà, senza fare passerelle, per dare risposte concrete a chi è stato colpito. Chi ha responsabilità amministrative in quei territori, prima di attaccare, dovrebbe piuttosto chiedersi perché quelle risposte non siano ancora arrivate a chi ne ha diritto. Ma c’è anche dove, se possibile, la Toscana è riuscita a fare peggio: nella gestione delle risorse destinate alla prevenzione del rischio idrogeologico e alla protezione del territorio.

In questi anni la Regione ha dimostrato un’incapacità assoluta nel trasformare i fondi a disposizione in interventi concreti, lasciando il territorio esposto a rischi sempre più gravi. I dati parlano chiaro: milioni di euro stanziati e ancora inutilizzati, progetti strategici annunciati con enfasi ma mai portati a termine, mentre le comunità locali vivono nell’incertezza e nella paura. Emblematico, in questo senso, è il caso delle casse di espansione sull’Arno, opere fondamentali per la sicurezza idraulica di Firenze e della sua area metropolitana.

Dovevano essere completate da anni e invece oggi ancora non sono una realtà, con un conseguente verticale aumento dei i costi, passati dai 74 milioni di euro previsti nel 2015 ai quasi 200 milioni attuali. Un'impennata frutto di ritardi, di inefficienze e di una gestione che definire superficiale è un eufemismo. Quello che ci ritroviamo oggi non sono opere di messa in sicurezza ma solo tanti, troppi album fotografici di passerelle elettorali del presidente Giani e della sua giunta.

Basta spot, basta propaganda: servono serietà, concretezza e rispetto per i cittadini" scrive, in una nota, il senatore e membro della commissione Ambiente di Fratelli d’Italia Simona Petrucci.

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