Miryam Amato è risultata la più votata tra gli attivisti 5 stelle a Firenze e sarà lei la candidata sindaco che i cittadini ispirati dal pensiero di Beppe Grillo cercheranno di spingere a Palazzo Vecchio. Mentre la Firenze dei poteri forti si interroga sui nomi e sui programmi, il Movimento tanto temuto e forse troppo sottovalutato ha già espresso i candidati da associare ad un programma dettagliato pronto già da tempo e continuamente integrato. Abbiamo incontrato la neo mamma Miryam Amato pronta a sfidare Dario Nardella e tutti i candidati o autocandidati che si presenteranno per un posto alla successione di Matteo Renzi (il primo, il grande, l'indimenticabile). Un esame per trovare il nome giusto? "Tutte le selezioni sono difficili, ma poteva capitare agli altri non conta la persona, siamo solo dei portavoce, contano i programmi.
Noi siamo sempre sottovalutati, però ci siamo abituati e ci sta anche bene, quello che ci interessa sono i progetti che creiamo insieme ai cittadini. Noi offriamo una politica differente dove il cittadino è al centro ed il cittadino deve essere messo in condizione di capire come funziona la macchina burocratica ed intervenire di conseguenza con conoscenza e coscienza". Renzi lascia una eredità pesantissima? "Noi proponiamo un nuovo rapporto tra cittadini ed istituzioni con la pubblicazione degli atti trenta giorni prima della votazione.
Ci sono stati interventi copertina che non hanno portato a nulla. Poi ci sono stati gli scempi: uno di questi è il sottoattraversamento della città ad opera della Tav un'opera inutile, impattante e dannosa" Miryam "Evoluzione" il nome che hai scelto su Facebook, perché? "Vorrei che tutto il malcontento espresso per strada, ai nostri banchini svolti nei giorni scorsi in giro per le strade di Firenze, ma anche nei negozi ed ai giardini dei bambini (sono una mamma, ai giardinetti si raccontano le cose) si esprimesse nella votazione.
Vogliamo la delega ma non abbiamo la bacchetta magica, però vogliamo concentrare le competenze di ciascuno di noi. Ci sono tanti cittadini che piano piano in questi anni hanno studiato e si sono specializzati su alcuni settori di loro competenza o meno, ma sui quali sono diventati esperti e si sono confrontati con l'Amministrazione. Penso ad esempio a ciascun comitato di zona che ha messo insieme i quartieri nelle battaglie di zona" Di Battista atteso in Piazza Annigoni l'8 marzo? "La gente ha voglia di partecipare, sarà un bell'appuntamento anche per conoscersi ulteriormente, benché le nostre riunioni siano sempre piene di gente interessata" Il primo proposito che intendi sbandierare in campagna elettorale? "Non sarà facile, lo so, ma vorrei cambiare il sistema, capovolgere il ruolo del cittadino e mettere a disposizione una tecnologia tale da poter controllare in modo diretto la macchina amministrativa, tutto trasparente, tutto online.
Basta con le scelte imposte dall'alto e gli interventi spot. Noi abbiamo delle belle idee che ci accompagnano da tempo: incentivare il chilometro zero nella produzione e nel commercio, migliorare la vivibilità e la qualità della vita attraverso il risparmio energetico e l'attenzione ai temi ambientali. Vogliamo anche favorire l'artigianato (Miryam ospita sul profilo una serie di foto che mettono in mostra collane, braccialetti ed altri oggetti autoprodotti, ndr), e poi vogliamo rivalutare le periferie perché esistono anche quelle" Abbandonare la tradizione democratica proprio adesso che il sindaco è diventato Presidente? Una sfida difficile.
Precedenti illustri in ambito amministrativo? Parma, dove i pentastellati sono stati premiati dal voto di protesta contro destra e sinistra, una rivoluzione accolta con timido entusiasmo, ma che pare aver dato ottimi risultati. Pizzarotti, infatti, ha ricercato in primis di sistemare i conti messi in crisi dalle precedenti gestioni con una politica di austerità, ma poi si è dedicato alla cura della città e dei cittadini, cosa che sarebbe stata impensabile con l'aumento del debito amministrativo.
Sforzo apprezzato? Chiedere ai cittadini ducali. Firenze verso l'amministrazione digitale. Sulla partecipazione online l'Italia è ancora divisa, c'è chi deride Grillo dipingendolo come l'indeciso che aspetta il parere della rete (o di Casaleggio, per i più cattivi), ma di contro c'è chi vede in questo una promessa di capovolgere i ruoli che in parte è stata mantenuta. AL