Il vicesindaco Dario Nardella è apparso carico e motivato accanto al nuovo Presidente del Consiglio, a lui spetterà traghettare Firenze fino alle elezioni e successivamente sostituire la figura (ingombrante) del sindaco uscente. L'onorevole ha già fatto sapere che le dimissioni da parlamentare sono un atto dovuto, arrivano prima della corsa "Non voglio il paracadute. In questo momento l'Italia ha bisogno di politici capaci di rischiare" ottenendo così il plauso dei sostenitori. Eugenio Giani che sembrava voler lanciare un guanto di sfida e contendersi la candidatura a Palazzo Vecchio attraverso le Primarie si è arreso alla volontà di Renzi che lo ha voluto incontrare nel giorno dedicato agli aggiustamenti istituzionali.
"Volevo fare il centravanti - ha detto Giani - la mia ambizione è sempre stata quella di fare il sindaco di Firenze, ma Matteo mi ha chiesto di giocare a centrocampo" dove il centrocampo è da intendersi come un ruolo importante ma non fiorentino. Un Sottosegretariato allo Sport oppure ai Beni Culturali, impegno prestigioso, che allontanerà Giani da Firenze e dagli amici di sempre già pronti a sostenerlo nella campagna elettorale. Il giorno stesso Stefania Saccardi, altro vicesindaco e papabile candidata, è diventata vicepresidente della Giunta regionale ad opera di una 'scelta' effettuata da Enrico Rossi che in una nota ha spiegato la necessità di colmare un gap nella quota renziana "Renzi mi ha chiesto di..
ed ho ritenuto giusto dare seguito alle indicazioni del Segretario" salvo poi postare su Facebook "Ho scelto Stefania Saccardi perché.." scatenando così l'ironia di qualcuno che non si è attardato a sottolineare "Soprattutto hai Scelto". "Dopo l'operazione tutta interna ai palazzi romani, per il Sindaco Renzi e Presidente del Consiglio dei Ministri incaricato, che ha ammainato la bandiera delle primarie e del voto prima di qualsiasi incarico governativo, sono proseguiti anche oggi gli slogan sulla città di Firenze e le promesse mancate. Lo afferma il Consigliere comunale Tommaso Grassi. “Sul piano nazionale ci saremmo aspettati qualcosa di nuovo e di rivoluzionario da chi aveva promesso un così deciso cambio di passo con la defenestrazione di Letta e del suo governo, ed invece si è trattato solo di un avvicendamento di nomi e la prosecuzione delle larghe intese con il medesimo programma.
Non deve quindi sorprendere che coerentemente non ci sia alcuna apertura di credito verso il nascituro Governo Renzi, e che la critica si estenda oggi al piano regionale, dopo la notizia del rimpasto della Giunta regionale che ha visto uscire i tre Assessori Allocca, Scaletti e Targetti, a cui va la nostra solidarietà, ed arrivare da Palazzo Vecchio la ex ViceSindaco Saccardi in una ottica esclusivamente di poltrone, senza alcuna motivazione politica o di crisi amministrativa. Un'idea di città diversa e alternativa agli ultimi anni è un'urgenza improcrastinabile di cui movimenti, liste di cittadinanza, e tutti i partiti che si richiamano ad una cultura di sinistra devono farsi interpreti in vista delle prossime elezioni amministrative". «La rinuncia di Giani a correre alle primarie per il sindaco condanna questa città ad una competizione di schieramenti e non di uomini.
Un gioco scontato con le forze in campo, combattute tra rendite di posizione e occhiolini all’avversario. Con Giani in pista, invece, sarebbe esistita un’altra prospettiva, una possibilità su cui una città che cerca l’alternativa (e una strada diversa) poteva confrontarsi. Ciò non è stato e me ne dispiace. All’amico Giani, di cui apprezzo l’attività politica e capacità critica oltre gli schieramenti, invio un grande in bocca al lupo». A dichiararlo è il consigliere regionale del Nuovo Centrodestra, Gian Luca Lazzeri. Altro nodo che si è venuto a creare ed ha lasciato l'amaro in bocca a molti è l'uscita di scena degli ex assessori Targetti, Allocca e Scaletti.
Per quanto concerne Cristina Scaletti si è parlato di fulmine a ciel sereno e le deleghe a Cultura e Turismo sono delicate ed importanti in una Toscana che ha dichiarato di voler ripartire proprio da lì per uscire dalla crisi. La reazione di Cristina Scaletti affidata a Facebook: "Quattro anni intensi. Tanto lavoro e tanta passione. Quattro anni di incontri come Assessore alla Cultura, Turismo e Commercio che mi hanno permesso di approfondire la bellezza della Toscana e di incontrare tante persone con cui ho condiviso anche simpatia, stima ed amicizia.
Fiera e consapevole dei risultati ottenuti, ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno sostenuto e seguito in questi anni e che vorranno continuare a farlo. Ieri sera a Firenze, il mio caro amico Stefano, grande atleta, mi ha ricordato che quando facevo salto in alto, se per caso sbagliavo un tentativo a 1.75, la prova successiva la facevo alzando sempre l'asticella. Ora ci penso..." Enrico Rossi la spiega così: "Il riordino della mia giunta con nuovi assessori e nuove deleghe dipende certamente dalla necessità di aiutare Matteo Renzi, segretario del mio partito e incaricato premier del Paese, a risolvere i problemi del Comune di Firenze e lasciare a Dario Nardella il ruolo di vicesindaco reggente e candidato sindaco. Non c’è nulla di male in questa operazione che, a pensarci bene, sarebbe stato giusto e doveroso fare anche se Renzi non fosse stato segretario del mio stesso partito, ma soltanto leader del mio stesso schieramento.
Per quale ragione infatti non si sarebbe dovuto aiutare il sindaco della città capoluogo della Toscana nel momento in cui assume la massima carica di governo del Paese? Nessuna ragione: solo il fanatismo antirenziano può offuscare questa verità elementare. A Renzi faccio i migliori auguri e presenterò presto un dossier sulla Toscana che ho già delineato al congresso PD a Prato, con poche ma chiare richieste per il nuovo governo. La giunta ha bisogno di un nuovo slancio. Stefania Saccardi, per la sua esperienza e le sue capacità dimostrate al comune di Firenze, interverrà sui temi sociali e sui problemi della povertà.
Emmanuele Bobbio, un giovane economista della Banca d’ Italia, tra i più stimati della sua generazione, ci aiuterà a leggere la domanda di lavoro delle imprese più dinamiche della Toscana e a riformare il nostro sistema della formazione, ormai inadeguato ai cambiamenti che la crisi ha prodotto nella nostra realtà economica. Infine un nuovo assessore alla cultura, da condividere con la sinistra che vuole continuare a stare nella maggioranza della Regione, potrà dare un impulso nuovo in un settore cruciale per la Toscana.
Io non pongo pregiudiziali, ma deve essere chiaro che il nuovo assessore dovrà essere una figura di profilo e livello adeguato per un ruolo tanto importante. Presenterò al Consiglio una breve comunicazione e dopo il dibattito e chiederò di metterla in votazione. Se passerà sarà un bene per la Toscana e per la maggioranza di centrosinistra, perché utilizzeremo il tempo che resta per fare cose utili per la sicurezza, per la ripresa economica e le persone che hanno più bisogno". Alberto Magnolfi – Presidente Gruppo regionale NCD: “Visti i risultati della Giunta, non potendo licenziare se stesso, Rossi licenzia altri tre Assessori.
Le ragioni non vengono dette, né all’opinione pubblica, né -a quanto risulta- agli stessi interessati, messi alla porta da un momento all’altro senza spiegazioni. Un decisionismo speso male, che assesta un altro colpo alla credibilità delle istituzioni elettive. L’unica evidenza è quella di una robusta iniezione di sangue renziano nelle file un po’ smorte del governo regionale. In mancanza di idee e di politica, Rossi si affida al bilancino degli equilibri interni, ora che la stagione dei dispetti e delle polemiche verso il nuovo signore del PD presenta rischi eccessivi per il Presidente della Regione.
Un rimpasto da fare a tutti i costi, ma anche da mascherare all’interno di un movimento più ampio; altrimenti addio “nuova politica” ! Niente di meglio, allora, che approfittarne per mettere da parte l’eccessivo protagonismo dell’assessore Scaletti, troppo ingombrante per una Giunta grigia. Quanto ai problemi della Toscana e ad un credibile programma di fine legislatura, se ne riparlerà, senza fretta, appena assestate tutte le mosse sul piano dei nuovi equilibri di potere” Duro il commento di Federalberghi: “Il turismo non può permettersi un anno e mezzo di apprendistato e tanto meno di intellettuali, magari di grande richiamo culturale, ma estranei alle necessità ed ai problemi dei settori economici che compongono il comparto turistico: in questo senso abbiamo già dato come testimonia la fallimentare esperienza nazionale di accorpamento di Turismo e Beni Culturali”, è molto determinato il presidente di Federalberghi, Paolo Corchia, nel commentare la decisione di sostituire l’assessore regionale Cristina Scaletti, a poco più di un anno dalla scadenza del mandato.
“Meglio, molto meglio, che il presidente Rossi tenga per se, per questo scorcio di legislatura, almeno la delega del turismo, continua Corchia. Sarebbe una scelta giusta ed innovativa, come ha già fatto il presidente Zingaretti, nel Lazio: sarebbe anche un modo intelligente di testimoniare che il turismo non è la cenerentola delle politiche regionali. Se è vero, come è vero, che questo nostro settore economico produce ed al tempo subisce, in modo trasversale, scelte di varia natura, urbanistica, di uso del territorio, infrastrutturali, nei trasporti, nella sanità, di politiche fiscali e tributarie, quale migliore soluzione che il bastone di comando sia direttamente nelle mani del governatore”.
“Abbiamo più volte commentato in modo negativo, ha detto il presidente di Federalberghi, la legislazione e la organizzazione regionale in materia turistica, che l’attuale Giunta ha solo ereditato dalla precedente; legislazione che non è estranea a fenomeni come l’abusivismo diffuso nel settore ricettivo, l’allargamento incontrollato della offerta in una fase lunga di stagnazione della domanda così come l’organizzazione è inadeguata alle esigenze di promozione delle nostre destinazioni“. “Sono passate poche settimane, ha detto ancora Corchia, da quando abbiamo messo nero su bianco le nostre idee su riforma della promozione turistica regionale, revisione profonda della legislazione: avevamo iniziato una proficua collaborazione con l’assessore Scaletti, ci auguriamo che questo lavoro non vada perduto”. Primarie per Firenze.
Le volevano tutti, sono praticamente saltate, ora tornano di moda ma è già Last Minute per i nomi. Chi sfiderà Dario Nardella? Quali i candidati che si contrapporranno a Maggio alla corazzata PD? Il Movimento di Beppe Grillo, attivo da tempo su Firenze, è pronto al grande passo, in Assemblea si deciderà il futuro del fu meet-up. La componente di centrodestra cerca di ricompattarsi dopo essersi sgretolata in tanti pezzi: oltre l'irreemovibile Achille Totaro ed il giustamente ambizioso Guglielmo Picchi, con Marco Stella fisso ai nastri di partenza, torna in corsa anche Gabriele Toccafondi, Sottosegretario all'Istruzione nel governo Letta.
Si aspetta un cenno da parte di Mario Razzanelli e Paolo Marcheschi che non hanno mai nascosto la volontà di partecipare, ma che adesso sono chiamati ad una scelta per non perdere il check-in. La componente di sinistra intanto si è mossa incontrando i cittadini e gettando le basi per una grande coalizione di movimenti e comitati espressione della cittadinanza attiva, che non si è mai fermata. Ha deciso tutto Matteo Renzi? Questa l'accusa nelle ore che seguono l'accettazione dell'incarico di Premier con riserva.
Comprensibile che il Segretario del PD voglia creare una squadra di governo, anche territoriale, che possa continuare il lavoro iniziato ed ottenere una sponda da Roma. Ma se Matteo Renzi avesse già fatto i conti con la possibilità di andare alle elezioni? Le riforme sono state impostate secondo un programma ferreo, concreto, mensile. Per ciascuna Riforma occorrono i voti della maggioranza ed ancora vi è l'incognita su quali siano le forze in campo. Renzi guarda al 2018 e non potrebbe essere altrimenti perché occorre dare uno slancio positivo al sistema e l'orizzonte deve allungarsi.
Angelino Alfano sarà appagato dai numeri e dai ruoli? L'opposizione di Vendola e dei 5 Stelle di Grillo può creare problemi, e l'opposizione responsabile dichiarata da Silvio Berlusconi offre garanzie? In caso di ritorno alle urne cosa ne sarebbe di Firenze e degli equilibri che vanno assestandosi? "Conoscere qualcosa e non qualcuno" questo uno dei motti di Matteo Renzi: chi li ha chiamati biglietti da Baci Perugina, chi 'pizzini', ma sono in realtà pillole del pensiero renziano, parte integrante del programma e della lunga campagna elettorale.
Adesso è a questo che si guarda per la nascita del Governo prima, e per le nomine importanti poi. Ironia della storia. Procedure e criteri di scelta per le nomine dei rappresentanti del comune di Firenze nelle società partecipate ma anche conseguenze e incompatibilità per diversi incarichi. Questo il tema al centro dell’incontro che si terrà domani pomeriggio, mercoledì 19 febbraio a partire dalle 17.30, alla sede dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili a Firenze (viale Lavagnini 42).
All’iniziativa, promossa dal comitato pari opportunità dell’ordine dei commercialisti e dei contabili, interverrà la presidente della commissione comunale pari opportunità, Maria Federica Giuliani. Ad introdurre il dibattito la presidente del comitato pari opportunità dell’ordine Rita Pelagotti, a coordinare i lavori Serena Lanini, parteciperanno anche l’assessore al bilancio del comune di Firenze Alessandro Petretto, il presidente della commissione consiliare di controllo degli enti del comune di Firenze Francesco Torselli e la presidente della commissione regionale pari opportunità Rossella Pettinati.
“Le nuove norme consentono un’equa rappresentanza di genere – ha dichiarato la presidente Giuliani – l’obbiettivo ora è di abbattere il tetto di cristallo e puntare alle presidenze, dove ancora le donne faticano a trovare il giusto riconoscimento”.