In data 27 gennaio la Giunta Renzi ha approvato il Regolamento Urbanistico dopo 14 mesi di lavoro ed un avvio del procedimento in data 29 gennaio 2013. A sorpresa, solo la relazione è stata diffusa, la documentazione che riguarda le scelte vere e proprie (fra cui la cartografia) è visibile per i soli consiglieri comunali, per tutti gli altri è stata secretata. Leggendo il parere della Avvocatura del Comune l’avv. De Sanctis per dimostrare la legittimità di occultamento del Regolamento Urbanistico fa riferimento alle disposizioni della L.
241/90, art. 24, comma 1, lettera c). Tale norma, introdotta nel 2005, prevede che nella fase di elaborazione degli atti si possa escludere l’ accesso ai documenti per l'attività della pubblica amministrazione diretta all'emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione. La riservatezza però non potrebbe riferirsi ad atti scaturiti da delibere già approvate, che per definizione sono pubbliche. I Comitati Cittadini insorgono: "Avendo verificato che in questo caso non esiste una delibera di Giunta che trasmetta gli atti al Consiglio, per cui l’approvazione tanto sbandierata sui giornali è avvenuta a voce, possiamo immaginare che il motivo per cui gli atti sono stati secretati consista nel timore che se quegli atti fossero divenuti di dominio pubblico senza essere ufficiali, il Regolamento avrebbe potuto essere messo in discussione". Ma perché la Delibera non è stata predisposta? "Forse perché gli uffici non avevano ancora terminato di effettuare tutte le verifiche necessarie? Forse perché Renzi, sapendo che di lì a poco avrebbe traslocato a Palazzo Chigi, voleva far apparire come concluso un lavoro ancora in corso ? E’ per questo che ha fatto trasmettere gli atti al Consiglio con la precauzione della secretazione?" si domandano i Comitati di Area Fiorentina. "La decisione di secretare la discussione nelle Commissioni del Consiglio Comunale e nei Consigli di Quartiere è un grave errore politico per chi ha, sulla carta, fatto della trasparenza e della partecipazione una propria bandiera". Lo affermano il Consigliere comunale Tommaso Grassi e i Consiglieri di Quartiere, insieme ai coordinatori dei Circoli territoriali di SEL e al Coordinatore cittadino. "Si vuol far credere davvero che i grandi costruttori e i poteri forti della Città non siano già a conoscenza dei contenuti del Piano? Possiamo dubitarne? Mentre è evidente che in questo modo gli unici ad essere privati della possibilità di conoscere cosa avverrà sul proprio territorio saranno i cittadini singoli, i gruppi informali che si sono battuti negli anni contro quella o quest'altra opera o cementificazione, a cui i Consiglieri non possono rivelare alcunché, e che adesso non hanno il diritto di sapere se nella proposta di Piano della Giunta si tiene conto delle loro legittime esigenze.
E' la politica che deve farsi garante della volontà di evitare possibili speculazioni o compravendite sospette di terreni, ed avremmo certamente apprezzato un'Amministrazione che avesse reso pubbliche tutte le proprie scelte fin dalla fase di formazione della pianificazione urbanistica, e prendendo atto della raccomandazione degli uffici alla riservatezza, avrebbe dovuto optare per la più completa e totale trasparenza. Forse si ha paura che venga rivelato che lo slogan dei volumi zero, tanto decantato dal Sindaco Renzi per anni, non è altro che un mantra" hanno concluso. Leggi della Regione Toscana sulla trasparenza e partecipazione dei cittadini. La L.R.
n. 46 del 2/8/13, più nota come “legge sulla partecipazione”, prevede lo strumento del “dibattito pubblico” come modello di democrazia partecipativa per favorire e rendere effettivo il diritto di partecipazione, alla elaborazione e formazione delle politiche regionali e locali, proprio nel momento della loro elaborazione e formazione, prima che le scelte divengano definitive. In particolare, per la formazione degli strumenti urbanistici, l’art. 23 rimanda alla legislazione regionale in materia che è rappresentata dalla L.R.
1 del 3/1/05. Tale legge stabilisce che le regioni, le province ed i comuni garantiscono la partecipazione dei cittadini in ogni fase del procedimento relativo all’approvazione degli strumenti di pianificazione territoriale. "La L. 241/90 è del tutto in controtendenza rispetto alla giurisprudenza europea in materia di partecipazione - concludono - oltre che alla prassi in atto nelle nazioni più avanzate, cioè quella di favorire al massimo la partecipazione dei cittadini, in tutte le fasi del procedimento relative ai processi di pianificazione territoriale, così come cercano di fare le specifiche normative della Regione Toscana"