Lunga camera di Consiglio. La Corte ha iniziato i lavori alle 10. Avvocati, collaboratori e giornalisti presenti da varie parti d'Italia e del mondo. La difesa di Amanda Knox ha sollevato un "difetto di prova sulla sua presenza sul luogo del delitto. Non abbiamo prove della presenza del sangue di Meredith sulla lama del coltello". Altre eccezioni sollevate il fatto che Sollecito e la Knox fossero fidanzati e soliti condividere spazi ed oggetti, per questo l'eventuale presenza di elementi genetici su utensili a disposizione di entrambi non sarebbero determinanti ai fini del procedimento.
Si è discusso molto sui tempi, su cosa è accaduto quella notte nella piccola abitazione incastonata nella ramificazione urbana di Perugia. Cosa hanno fatto i protagonisti reagendo ai fatti, le telefonate i comportamenti ambigui. Persino la caratteristica di città universitaria ha contribuito a dipingere la vicenda come una storia minata dal vizio e dall'assurdo, quelle in cui ai giovani distanti da casa è permesso tutto e sono pronti a tutto. Poi poco prima delle 22:00 la sentenza.
Amanda Knox condannata a 28 anni, Raffaele Sollecito a 25. Niente custodia cautelare per entrambi sino al passaggio in giudicato. Solo per Sollecito viene operato il ritiro del passaporto, avendo dimostrato la possibilità di soggiornare all'estero. La giovane americana è rimasta a Seattle in compagnia della madre. Raffaele Sollecito era invece a Firenze, ma poi ha lasciato l'aula in viale Guidoni. Meredith Kercher è morta a Perugia la notte tra il 1 e il 2 novembre del 2007.
Raffaele e Amanda condannati in primo grado sono poi assolti in Appello e scarcerati. Patrick Lumumba, proprietario di un locale perugino frequentato dai giovani, fu coinvolto nell'indagine da Amanda ma risultato estraneo viene prosciolto. Rudy Guede, altro imputato, invece deve scontare una pena di 16 anni. Una ‘road map’ da seguire per realizzare le riforme possibili in tema di giustizia. Partendo da ciò che è stato realizzato in questa legislatura ma, soprattutto, per ribadire i temi da sempre cari all’Unione Camere Penali e mai nemmeno messi all'ordine del giorno.
Il dibattito sintetizzato nel titolo ‘Le riforme possibili’, sarà al centro dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti, che si svolgerà sabato 1 febbraio a Firenze, presso il Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, e vedrà la partecipazione del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. Nel corso della mattina si darà voce, nella versione del faccia a faccia, a coloro i quali, in questi mesi, hanno partecipato nelle diverse Commissioni Ministeriali alla elaborazione di riforme nel campo del diritto e della procedura penale (tra gli interventi quello di Giovanni Canzio, Glauco Giostra e Francesco Palazzo).
Sarà un'occasione per “verificare lo stato dell'arte ma anche per constatare la reale volontà della politica di recepire i risultati del lavoro svolto”, sottolinea l’Ucpi in una nota. Nel pomeriggio, invece, sarà la volta degli esponenti politici: con Enrico Costa (capogruppo del Nuovo Centrodestra alla Camera), Alessia Morani (responsabile giustizia della segreteria di Matteo Renzi) e Francesco Paolo Sisto (presidente della commissione Affari costituzionali della Camera), il presidente dell’Unione Camere Penali Valerio Spigarelli si confronterà su ciò che in tema di giustizia è stato realizzato, ma soprattutto sulle riforme in agenda neppure messe all’ordine del giorno.