Convalidato dal Gip l'arresto di Pietro Stefanoni, l'aretino costituitosi in settimana dopo la morte di Allison Owens, giovane guida turistica americana, investita da un'auto pirata poi risultata essere quella dell'imprenditore che è fuggito senza soccorrere la giovane. "Un colpo di sonno" seguito da "Non mi sono accorto di nulla" queste le parole dello Stefanoni agli inquirenti, aggiungendo il particolare dell'esser tornato indietro a controllare e non aver visto comunque nulla. Non sono bastate.
Nel corso delle ore ci sarebbe stata l'ammissione di aver notato delle tracce di sangue sull'auto, portata in seguito in carrozzeria per la riparazione, lì dove è stata ritrovata dagli agenti che ne hanno operato il sequestro. Già detenuto a Sollicciano, l'imprenditore si è recato stamani nel Tribunale di Arezzo dove c'era già ad attenderlo l'avvocato che lo difende, Francesco Maresca, famoso per esser stato il legale della famiglia di Meredith Kercher al processo di Perugia. Durante l'interrogatorio, che segue alle 10 ore già trascorse davanti ai giudici nella giornata di venerdì, è stata sentita anche la moglie dell'imputato. Arresto convalidato e custodia cautelare in carcere, queste le decisioni del Gip dopo la riflessione di 3 ore.
Andrea Claudiani ha dovuto decidere sulla convalida dell'arresto per le accuse, formulate dal pm Marco Dioni, di omicidio colposo e omissione di soccorso. La velocità del mezzo non coinciderebbe con il racconto dell'imputato, lui parla di 50Km/h ma le ferite sul corpo di Allison darebbero adito ad una velocità ben maggiore. La moglie poi avrebbe avuto difficoltà nel confermare il fatto che dopo l'incidente il marito sia tornato sul luogo dello scontro. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare l'alibi di altri familiari che avrebbero potuto guidare la volvo incriminata durante le stesse ore.