Dopo due giornate in cui i lavoratori di Ataf hanno scioperato contro il Sindaco Renzi, probabile futuro segreario del PD, manifestando per le vie della città insieme a colleghi provenienti da Genova e Roma, affollato le assemblee permanenti e ricevuto solidarietà da altri lavoratori e Rsu, oggi incassano i risultati della lotta sindacale. La grave ha comportato per due intere giornate l’interruzione arbitraria e illegale del servizio di trasporto pubblico locale anche a Pisa e ieri pure a Livorno.
I Prefetti, considerato il serio pregiudizio ai diritti della persona costituzionalmente tutelati che la situazione stava determinando, avevano convocato le parti per trovare un’intesa, decidendo contemporaneamente, a Firenze, la precettazione degli autisti. Le parti avevano convenuto di riprendere in modo serrato la trattativa per condividere, in tempi brevi, l’ipotesi finale di accordo unico aziendale. Ieri la riunione serale risolutiva. I lavoratori hanno ottenuto:
- La revoca della disdetta degli accordi integrativi aziendali fino al 31 gennaio.L'accordo ha ricevuto il voto favorevole della stragrande maggioranza dei lavoratori, caduta la chiusura fino a ieri dell'azienda, e quasi scavalcando i sindacati.Fino a tale data restano validi tutti gli accordi integrativi "storici" ottenuti negli anni dai lavoratori di Ataf. Su questo punto ripartiranno le trattative azienda-lavoratori. - La sospensione dello spacchettamento di Ataf in 3 società fino alla gara regionale del trasporto pubblico locale. In pratica, se Ataf continuerà ad esistere come azienda unica del trasporto pubblico locale su gomma a Firenze, sarà esclusivamente merito dell'impegno dei lavoratori e di questi due giorni di blocco totale. - L'assunzione a tempo pieno dei lavoratori part time e la liquidazione di una parte del premio di risultato.
In questi due giorni la cittadinanza ha subito per la maggior parte la forte protesta con improvvisi disagi alla mobilità cittadina, nonostante la comprensione per le difficoltà della crisi attuale. "Chi accusa i lavoratori di ATAF di aver scioperato a ridosso delle primarie del PD per danneggiare Renzi dovrebbe capire che in questa città, l'unica maniera di essere ascoltati dal primo cittadino è ormai diventata questa: sfruttare la sua ribalta nazionale, visto che da Firenze è ormai praticamente assente ingiustificato da tempo".
Questo quanto dichiara il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Francesco Torselli. "Personalmente - spiega Torselli - ho seguito la vicenda dei dipendenti di ATAF fin dall'inizio di questa consiliatura e per questo ne comprendo a pieno le ragioni e sono vicino a loro in questo difficile momento in cui il loro futuro appare sempre più incerto. Fossi stato in loro semmai avrei garantito il servizio minimo: la forzatura dello sciopero assoluto temo si possa trasformare in un autogol per le loro rivendicazioni".
"Firenze - conclude Torselli - è ormai vittima del renzismo, ovvero dell'essere stata amministrata per 4 anni e mezzo da un sindaco che ha sempre avuto la testa (e non solo) altrove rispetto alla città. Ormai chiunque voglia lanciare un messaggio al primo cittadino, o interagire con lui, deve farlo sfruttando le sue comparsate nazionali essendo praticamente impossibile averlo presente in città nei momenti in cui, invece, ci sarebbe bisogno della sua presenza. Il caso ATAF è sintomatico di questo: mentre la città è nel caos per l'assenza totale del trasporto pubblico, Renzi dov'è? A preparare la chiusura della sua campagna elettorale per diventare segretario nazionale del PD...". “Invece di demonizzare sindacati e lavoratori di ATAF mettendoli in cattiva luce e dando loro la colpa di tutti i disservizi e i problemi subiti dai cittadini, azienda e Comune si dovrebbero occupare di risolvere nel migliore dei modi la vertenza in atto, ascoltando le richieste dei dipendenti per i quali lo sciopero ad oltranza rappresenta l'extrema ratio contro un situazione insostenibile”.
Lo dichiara Tommaso Grassi, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà in Palazzo Vecchio. “Da tempo chiediamo di aprire un tavolo per discutere come far ripartire il servizio, dando garanzie certe da sancire con un accordo e non solo con promesse da campagna elettorale – dice ancora Grassi – Questo ci saremmo aspettati dall'Amministrazione e dall'azienda, e non di ricevere, come è capitato a migliaia di utenti, sms in cui si definisce lo sciopero 'illegittimo', utilizzando, come sembra, i numeri di cellulare senza il consenso degli interessati”.