Sono trascorsi 70 anni dal drammatico Eccidio di Cefalonia e di Corfù in cui – nel settembre 1943 – persero la vita migliaia di soldati italiani della 33^ Divisione Acqui che, dopo l’8 settembre, decisero di non arrendersi all’esercito tedesco. Furono uccisi nelle due isole greche del mar Jonio, Cefalonia e Corfù, e quell’eccidio fu uno dei più gravi episodi della Seconda Guerra Mondiale. L’associazione nazionale Divisione Acqui – sezione Firenze ricorda quei tragici momenti con la mostra fotografica itinerante La scelta della Divisione Acqui a Corfù e Cefalonia nel settembre 1943 e domani 11 novembre, alle ore 11, verrà inaugurata nella Sala Brunelleschi del Palagio di Parte Guelfa a Firenze alla presenza della presidente nazionale della Divisione Acqui, Graziella Bettini, e del presidente del Consiglio comunale, Eugenio Giani.
La mostra rimarrà aperta fino a sabato 16 novembre 2013. La guerra come incubo di cui liberarsi, i volti disperati delle sue vittime, la necessità di organizzare lotte per fermarla, le visioni serene di un mondo finalmente pacificato e i simboli di quella pace, segni di un altro mondo possibile. Sono i messaggi diffusi dai manifesti del Novecento utilizzati dai movimenti contro le guerre, esposti a Palazzo Medici Riccardi, nella sala Barducci, fino al 6 dicembre, nell’ambito della mostra dal titolo “Cessate il fuoco.
Descrivere la guerra sognare la pace”. Molto tempo prima dell’avvento della televisione, di internet e delle nuove tecnologie informatiche i manifesti erano già una forma di comunicazione di massa, ampiamente utilizzata. Essi non raccontano solo di coloro che progettavano quei manifesti, ma anche delle persone a cui furono indirizzati. Utilizzando i manifesti, il Centro studi movimenti ha sviluppato una vera e propria ricerca sull’iconografia dei movimenti del Novecento contro le guerre, riproponendo il fascino della combinazione di illustrazioni, segni, colori, metafore e riferimenti linguistici. La mostra si articola in 36 manifesti, suddivisi in cinque sezioni: Incubi, Vittime, Lotte, Visioni e Segni.
Ognuna di esse si apre con un pannello introduttivo che guida alla comprensione dei manifesti esposti. I manifesti provengono dagli archivi del Centro studi movimenti di Parma, della Fondazione Archivio del Manifesto Sociale di Roma, dell’Istituto Gramsci Emilia-Romagna di Bologna e della Casa per la pace “La Filanda” di Casalecchio di Reno (Bo).