Le celebrazioni sono iniziate coi rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo, che quell’11 agosto 1944 suonò a festa per annunciare alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia. In piazza dell’Unità Italiana il sindaco Matteo Renzi e i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e autorità civili e militari hanno deposto corone di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre. Monsignor Alberto Alberti per la chiesa cattolica ha portato il suo saluto ed è stata letta una lettera del rabbino capo della comunità ebraica di Firenze Josef Levi.
Poi la banda della Filarmonica Rossini ha preceduto il corteo (fino a Palazzo Vecchio) aperto dal Tricolore, dalla bandiera del Comitato toscano di Liberazione Nazionale, da quella del Corpo volontari della Libertà, dal gonfalone di Firenze col sindaco Renzi, assessori e consiglieri comunali, assieme a quelli della Regione Toscana con la consigliera Daniela Lastri, della Provincia di Firenze con l’assessore Giovanni Di Fede e quelli dei Comuni di Prato, Scandicci, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Figline, Signa, Calenzano, Fiesole, Campi Bisenzio, Montelupo, Rignano, San Casciano e i labari delle associazioni partigiane.
Dopo i saluti del sindaco, l’orazione ufficiale è stata tenuta da Lidia Menapace, ex staffetta partigiana e ex senatrice. presente, tra gli altri, anche il presidente provinciale dell'Anpi Silvano Sarti. Le celebrazioni per l’11 agosto si concludono alle 21 col concerto della Filarmonica Rossini sull’arengario di Palazzo Vecchio. Questa mattina una delegazione della Giovane Italia Firenze si è recata assieme al Coordinatore cittadino del PdL Gabriele Toccafondi presso il cimitero Usa di Falciani per deporre un cuscino di fiori con un nastro con la scritta “11 Agosto 1944- 11 Agosto 2012 sempre grati” per ricordare e rendere omaggio al sacrificio di ragazzi alleati caduti in Italia in nome della libertà.
Successivamente due delegazione si sono recate sia alla cerimonia ufficiale che il Comune di Firenze ha organizzato in piazza dell'Unita' Italiana, sia alla consueta provocazione di Casaggi`che al cimitero di Trespiano, proprio oggi, ha reso omaggio ai caduti repubblicihini che hanno lottato contro la democrazia e la libertà. “Voglio dedicare questo 11 agosto a tutti quelli che ancora oggi, in Italia e nel mondo, lottano per la libertà”. Lo ha detto il sindaco Matteo Renzi nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio nel suo intervento di saluto per le celebrazioni per il 68° anniversario della Liberazione di Firenze, avvenuta l’11 agosto 1944.
“Sessantotto anni fa – ha proseguito il sindaco Renzi – Firenze ha dimostrato di non essere fascista ma che voleva tornare a fare il suo lavoro nel mondo, voleva tornare libera e democratica. Quel giorno deve essere ricordato come la festa di tutti, non come la festa di uno contro un altro. Diciamo oggi un grazie commosso a chi quel giorno c’era e ha combattuto per la libertà, così come ci impegnano a non dimenticare il rispetto e la pietà per tutti i morti ma non utilizziamo questa data per dare messaggi inaccettabili, per non accomunare chi sparava dai tetti e chi liberava Firenze”.
“Oggi - ha continuato Renzi - viviamo in un mondo senza guerre, ma vediamo che da un lato si diffondono sentimenti di xenofobia, dall’altro troppo spesso chiudiamo gli occhi di fronte a drammi come quelli della Siria, della Nigeria, e proprio in questi giorni di Brescello, dove una ragazza è stata picchiata dal padre perché non voleva portare il velo. Non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte a tutto questo: c’è tanta schiavitù da combattere e tanta libertà da inseguire. Questo è il modo per ricordare oggi quell’11 agosto del 1944”. "Anziché fare polemica, il Sindaco Renzi dovrebbe ringraziare i ragazzi di Casaggì e della Giovane Italia che anche oggi, come ogni 11 agosto da decine di anni a questa parte, in silenzio, hanno scelto di ricordare anche chi, in quella tragica stagione della guerra civile, cadde dalla parte dei vinti.
Perché la vera pacificazione nazionale ci sarà solo e soltanto, non quando sarà riscritta la storia, cosa che non interessa a nessuno, ma quando riusciremo a leggerla rispettando il sacrificio di tutti". Questo quanto dichiarato dal consigliere comunale del PDL, Francesco Torselli. "Se qualcuno strumentalizza la storia - prosegue il consigliere comunale del PDL - questi è proprio il sindaco, che nonostante parli di pagina di storia condivisa e di pietà per tutti i morti, demonizza chi porta un fiore laddove le istituzioni hanno da sempre paura a farlo.
E non perché nel sacrario dei caduti della RSI di Trespiano vi siano sepolti dei criminali di guerra autori di deportazioni o di sparatorie dai tetti su inermi donne e bambini, questa è una bugia ed il sindaco lo sa bene, ma perché questa data serve alla sua parte politica per garantirsi il sostegno delle associazioni partigiane e delle ali più radicali della sinistra in una mera logica elettorale". "Basti ricordare tutta la polemica dello scorso anno - aggiunge ancora l'esponente del PDL a Palazzo Vecchio - quando il sindaco arrivò perfino ad inventarsi manifesti affissi sui muri di Firenze nei quali Casaggì e la Giovane Italia avrebbero esaltato la figura dei franchi tiratori: manifesti che non sono mai stati né stampati, né affissi, ma che servirono a distogliere l'attenzione dal fatto che, per la prima volta, il sindaco aveva lasciato le celebrazioni ufficiali ai rappresentanti della parte bianca della resistenza, a discapito di quella rossa, altra scelta ovviamente con finalità elettorali e politiche".
"Se anche oggi - conclude Torselli - tutti i fiorentini che caddero in quelle drammatiche circostanze hanno ricevuto un fiore sulle loro tombe è proprio grazie ai ragazzi di destra che, proseguendo la tradizione pluridecennale avviata dal MSI prima e proseguita da Alleanza Nazionale poi, si rifiutano proprio di strumentalizzare per fini elettorali i morti. Sarebbe infatti decisamente più facile e politicamente corretto per dei ragazzi di vent'anni, anziché esporsi a facili polemiche da parte di tutti, dedicarsi ad una rilassante giornata di mare.
Scelta che, a quanto sembra, hanno fatto in molti esponenti del partito di Renzi". Anche i bambini del Saharawi hanno marciato stamani per la Liberazione. “un auspicio – ha detto la presidente della commissione pace Susanna Agostini (Pd) che li ha accolti nel Salone dei Duecento- affinché anche loro possano essere liberati dall’oppressore e possano così avere il loro giorno simbolo di libertà. Il sentimento d’insurrezione del popolo fiorentino così vivo a 68 anni della Liberazione – ha aggiunto Agostini- è stato percepito dai bambini che hanno marciato insieme a noi per le strade della città, facendogli crescere il bisogni di liberazione dall’oppressione e il bisogno di democrazia e libertà per tutto il loro popolo”.
I bambini, tutti di età compresa fra gli 8 e i 14 anni si sono seduti sui banchi della Consiglio comunale per conoscere le nostre istituzioni e il percorso di Firenze verso la libertà e, prima di lasciare l’aula, hanno ricevuto in dono il giglio di Firenze, un libro sul giardino di Boboli, cappellini e braccialettini. L’iniziativa di oggi rientra nel progetto portato avanti dall’associazione Laboratorio per la Pace che per il quinto anno consecutivo con il patrocinio e il sostegno dei comuni d’Incisa val d’Arno, Reggello, Rignano e Figline, promuove ed organizza l’accoglienza estiva di un gruppo di bambini provenienti dai campi profughi del Saharawi.
I bambini, ospitati presso le scuole elementari d’Incisa partecipano a varie iniziative sportive, ludiche, didattiche e culturali. Rimarranno fino al 13 agosto e oggi nel loro programma c’era appunto la visita di Palazzo Vecchio. Agostini ha ricordato l’approvazione da parte del Consiglio comunale del Quaderno di obiettivi ed azioni degli enti locali a tutela dei diritti umani della popolazione saharawi nel Sahara occidentale, territorio occupato dal Marocco da quasi 38 anni.