FIRENZE– Firenze, citta' medaglia d'oro della Resistenza, celebrera' solennemente il 66° anniversario della Liberazione nazionale. Il programma del 25 aprile iniziera' alle 10.15 in piazza dell'Unita' Italiana, dove saranno deposte corone di alloro. “Allegro, laborioso, religioso”. Tre aggettivazioni per un giovane fiorentino di 20 anni, Mario Pucci, ucciso il 16 giugno 1938 dai fascisti, lui che era iscritto alla “Gioventù Fascista” – per non aver voluto rivelare i nomi delle persone che avevano lanciato manifestini “sovversivi”, cioè antifascisti.
Quelle persone lui, Mario Pucci, le conosceva bene: erano suoi amici, anche se di orientamento politico diverso. Sapeva ciò verso cui andava incontro perchè conosceva bene i metodi della squadraccia fascista che lo aveva fermato e che voleva conoscere quei nomi. Il suo corpo fu gettato in Arno e ritrovato tre giorni dopo, presso la pescaia di Santa Rosa. Alla memoria di questo “bravo e intelligente ragazzo di carattere timido”, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, consegnerà una Medaglia d’Oro al Merito Civile.
Una medaglia che ritireranno gli eredi. Partecipa anche Enrico Rossi, presidente dellaRegione Toscana, in una cerimonia che avrà luogo questo 25 aprile 2011 (ore 11) presso l’Altare della Patria, a Roma, in occasione del 66mo anniversario della Liberazione. Fu Ivano Tognarini, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, a scrivere – nel 2008 – all’allora Prefetto di Firenze, De Martino, per appoggiare la richiesta, effettuata dal signor Romano Bechi, affinché venisse conferita una onoreficienza al Pucci, definito dalle autorità – ricorda Tognarini – come “persona di buona condotta morale e politica, di carattere mite e benvoluto da tutti coloro che lo conoscevano, un giovane dedito al lavoro, che amava lo sport e faceva parte del Gruppo Regionale Fascista Guido Fiorini“.
Fu solo nel 1945, a Liberazione avvenuta e dopo un insabbiamento, che la verità sulla vicenda riuscì ademergere: era stato prelevato da una squadraccia formata da tre fascisti, di cui sono noti i nomi, e portato presso la sede del circolo rionale fascista. Lì venne ucciso – e poi gettato in Arno - a causa delle percosse subite. Fra gli assassini anche il presidente del circolo. Nella Firenze del 1947 il Procuratore Generale della Repubblica giunse alle conclusioni, accusando alcune persone, bene individuate come fascisti, di “sequesto di persona” e di “omicidio preterintenzionale”.
Reati che però rientravano nell’amnistia: la richiesta del magistrato fu, dunque, un non luogo a procedere e la vicenda rimase definitivamente impunita. Adesso, a 73 anni dai fatti, è il Presidente della Repubblica nata dalla Resistenza a ricordare un martire che non volle tradire il valore dell’amicizia. “Sono orgoglioso – afferma il presidente Enrico Rossi – di rappre sentarela Regione Toscana a una cerimonia di così evidente significato. Sono orgoglioso di presiedere una Regione che nel suo gonfalone porta il Pegaso, simbolo scelto dal CTLN.
E troverei significativo se la storia di Mario Pucci, e del suo sacrificio nel nome dell’amicizia, potesse essere raccontata al grande pubblico – magari anche a quello televisivo o cinematografico e magari ai ventenni di oggi, condizionati da ben altri “miti” mediatici - come testimonianza ancora viva di una civiltà che troviamo scritta nella nostra Costituzione ”. L’on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, saràl’oratore ufficiale della manifestazione provinciale di Massa Carrara per le Celebrazioni del Sessantaseiesimo anniversario della Liberazione, che si svolgeranno a Monti di Licciana Nardi lunedì 25 aprile, a partire dalle 9.30.
“Essere in Lunigiana il 25 aprile ha un significatoparticolare per chi viene dalla città”, spiega Evangelisti. “Proprio perché inquasi tutte le nostre famiglie ci sono genitori, zii, nonni, fratelli o sorelleche lasciarono Massa e Carrara martoriate dalle bombe per sfollare verso imonti. Ed è commovente pensare come nessuno abbia rifiutato ospitalità a questiprofughi. Tutti hanno trovato una seconda famiglia in queste case”. “È motivo di grande orgoglio – aggiunge Evangelisti -provenire da una terra come la nostra che è stata la prima provincia Medagliad'oro alla Resistenza.
Un territorio che Piero Calamandrei definì cittadella inespugnabile delle libertà, che santificò il suo dolore ed il sangue deisuoi figli, offrendoli come olocausto alla difesa della propria terra ed allaredenzione della Patria”. “È purtroppo letterale, sempre in Calamandrei –aggiunge Evangelisti - il significato di subìdovunque stragi e rappresaglie atroci: Licciana morirono 11 persone; semprein Lunigiana bisogna citare Zeri, Bagnone, Tenerano, Mommio. Basta scendere unpoco in questa tremenda mappa della nostra provincia e troviamo Canova, Tenerano,Vinca, Valle e Bardine.
E scendere ancora fino a Forno, Antona, Bergiola, leGuadine fino alle due stragi di Massa, quella dei frati della Certosa diFarneta e dei detenuti del carcere Malaspina alle Fosse del Frigido. Senzadimenticare, oltre alle stragi collettive, tutti gli individui che hanno persola vita in questo periodo così sanguinoso”. “Nella loro memoria – conclude Evangelisti – rivive ladura lezione della Resistenza e della Liberazione: un insegnamento didemocrazia e un monito contro ogni dittatura e censura, che in questi tempicosì difficili per il nostro Paese suonano quanto mai attuali”. “Il 25 aprile è il compleanno dell’Italia libera e per questo voglio rivolgere il mio augurio e quello del Partito democratico senese a tutti gli italiani e le italiane, di ieri e di oggi che in questo giorno di festa ritrovano intorno ai valori di libertà e democrazia il senso di una storia condivisa e di un cammino comune verso il futuro”.
Con queste parole Elisa Meloni, segretario del Pd senese interviene alla vigilia del 25 aprile, Festa della liberazione dal fascismo. “Sono trascorsi 66 anni – prosegue Meloni - dal giorno in cui, giovani, donne, anziani festeggiavano con la fine della dittatura, l’inizio di una nuova storia del nostro Paese. Erano comunisti, cattolici, liberali, semplicemente democratici, uomini e patrioti che avevano lottato perché l’Italia ritrovasse la sua dignità perduta. Il tributo di sangue per riacquistare quella dignità è stato altissimo, anche nel nostro territorio.
Per questo, il primo sentimento che provo pensando a quella pagina della nostra storia è la riconoscenza. Riconoscenza per chi ha combattuto in prima persona la guerra di liberazione dal nazifascismo e ci ha lasciato in eredità un’Italia unita, libera, democratica. La lotta di Resistenza ha portato con sé, accanto a tante pagine gloriose, di coraggio e di umanità, anche tanto dolore e tante lacrime. Ma quelle lacrime ci hanno aiutato a tenere lo sguardo pulito, a vedere meglio e a capire che la strada da imboccare era quella della democrazia della libertà.
Anche oggi dobbiamo continuare a resistere, prima di tutto contro chi vorrebbe dividere l’Italia e gli italiani, senza capire che potremo essere davvero una grande democrazia solo giocando le carte del coraggio, e non della paura, dell’integrazione, e non della divisione della solidarietà, e non dell’odio, della condivisione e non dell’intolleranza”. “Oggi – prosegue Meloni - nell’anno in cui festeggiamo il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia credo che ci sia sempre più bisogno di tornare a dare valore alla storia e alla politica.
La prima perché ci aiuti a non ripetere gli errori del passato, la seconda perché continui ad alimentare la speranza di una svolta con la forza delle idee, del coraggio e della passione. Guardando le nostre città, i nostri piccoli borghi e la campagna senese, dovremo avere la consapevolezza che, anche il nostro bellissimo territorio, nel biennio di sangue tra il 43 e il 45 è stato lo scenario di una lotta durissima. Quasi un anno prima di quel 25 aprile 1945, il 3 luglio 1944, i senesi poterono assaporare di nuovo il gusto della libertà e guardare al futuro con speranza, iniziando a scrivere una nuova storia.
Vorrei vivere questo 25 aprile – conclude Meloni – con la stessa gioia, ma anche con la consapevolezza che oggi spetta a noi difendere la libertà che abbiamo ricevuto. La storia ci insegna che cambiare si può”. Celebrazioni ufficiali lunedì 25 aprile anche a Colle di Val d’Elsa. Alle ore 10.30 saranno deposte le corone di alloro nei giardini a La Badia, presso il monumento dedicato alla Resistenza; in Piazza Bartolomeo Scala e al monumento ai caduti in Piazza Arnolfo.
Qui, alle ore 11.30, è in programma anche l’esibizione della filarmonica “Vincenzo Bellini” di Colle di Val d’Elsa. Il Comune colligiano, inoltre, parteciperà, in forma ufficiale e con il proprio gonfalone, alle celebrazioni in programma la mattina del 25 aprile a San Gimignano, Comune capofila per la Valdelsa per gli appuntamenti dedicati al 66esimo anniversario della Liberazione. Insieme a Colle di Val d’Elsa, parteciperanno anche i Comuni di Barberino Val d’Elsa, Castelfiorentino, Certaldo e Poggibonsi. Il Comune di San Miniato ha organizzato una giornata in cui si celebreranno la libertà, l’uguaglianza e la rinascita della Nazione italiana.
“Ed è importante farlo insieme, ha detto il Sindaco Vittorio Gabbanini, ricordando il sacrificio e il coraggio di tante persone, la loro speranza nella giustizia e il loro desiderio di democrazia. Quelle aspirazioni sono ancora oggi le nostre e di esse ci dobbiamo fare forti per affrontare le sfide del presente, quando nuove tragedie e nuove povertà si affacciano all’orizzonte. Vi invito dunque a partecipare alle iniziative pensate in ricordo di coloro che hanno lottato per far diventare il nostro un Paese libero e democratico”.
Il programma è così articolato:
Ore 9.30 a Isola deposizione della corona alla lapide posta in via Trento in memoria di Mario Lecci; Ore 10.30 a San Miniato ritrovo in piazza della Repubblica e corteo fino a piazza del Duomo dove alle ore 11.30 verrà deposta la corona al monumento ai caduti e seguirà l’ intervento del Sindaco Vittorio Gabbanini. Ore 12.30 a San Miniato Basso deposizione della corona ai caduti ricordati nella lapide posta alla chiesa dei SS. Martino e Stefano.“Voglio ringraziare, ha proseguito il Sindaco, gli studenti delle Scuole Secondarie di Primo Grado del nostro comune che hanno realizzato alcuni elaborati artistici interpretando il tema della Liberazione e proprio uno di questi è stato utilizzato per stampare i manifesti delle celebrazioni. Disegni molto toccanti e a tratti commoventi, non è stato facile scegliere quello più rappresentativo perché tutti molto significativi.La manifestazione sarà accompagnata dalle musiche della Filarmonica “G. Verdi” di San Miniato.
Lunedì in piazza del Duomo sarà possibile ammirare questi disegni grazie all’allestimento di una mostra espositiva e sarà l’occasione per esprimere pubblicamente l’ottimo lavoro svolto dalle scuole e quanto sia importante coinvolgere i nostri giovani in queste attività”. "Lunedì prossimo -annunciano da Casaggi- saremo al cimitero di Trespiano, come ogni anno, per commemorare i caduti della RSI dinanzi all’ossario presente nel cimitero. Con noi ci saranno i dirigenti di Azione Giovani e della Giovane Italia.
Gli inviti sono stati rivolti, inoltre, agli esponenti del Pdl. Lo faremo, come sempre, compostamente e in silenzio. Lo faremo rivendicandolo pubblicamente, perché non abbiamo niente di cui vergognarci e nessun dogma “politically correct” da rispettare. Attraverso questa commemorazione, che giunge dieci giorni dopo quella da noi organizzata in ricordo di Giovanni Gentile, ucciso dai gappisti di ieri e dimenticato dalle istituzioni democratiche di oggi, intendiamo porre in risalto alcuni aspetti che reputiamo di tremenda attualità".