FIRENZE – Un passo avanti importante nella discussione in atto fra Regioni e Governo sui prossimi sette anni di programmazione dei fondi europei è stato raggiunto, la scorsa settimana, con l' ipotesi di accordo, che oggi è all'approvazione della Conferenza delle Regioni, per quanto riguarda la destinazione delle risorse. "Alle Regioni del Centro Nord andranno più risorse del precedente periodo per quanto riguarda fondi europei di coesione. Da Bruxelles e dal cofinanziamento statale saranno garantiti 11,7 miliardi.
Le Regioni cofinazieranno con altri 2 miliardi i programmi regionali, cui si aggiungerà una ulteriore dotazione complessiva di 2 miliardi per programmi nazionali destinati sempre al Centro nord". Questa la notizia emersa dall'intervento dell'assessore alle attività produttive lavoro formazione Gianfranco Simoncini, all'incontro sui fondi europei organizzato da Anci-Regione a Palazzo Strozzi Sacrati sul tema "Le città nella nuova programmazione 2014-20120". Il primo a confermare l'annuncio sull'accordo, con l'auspicio di una sua approvazione, è stato il ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia, che ha fatto le conclusioni della tavola rotonda cui hanno partecipato anche la vice presidente del Comitato delle Regioni Mercedes Bresso, il presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, il sindaco di San Miniato e responsabile economia Anci Vittorio Gabbanini.
"Siamo consapevoli – sostiene Simoncini – della centralità dei fondi europei che, per i prossimi sette anni, saranno le uniche risorse certe sulle quali potremo contare per lo sviluppo della nostra regione e del paese. Per questo la Regione sta facendo di tutto per trovare soluzioni che permettano di scongiurare i ritardi ormai certi nell'erogazione dei fondi, ritardi legati a problemi di rapporto fra Commissione, Parlamento e Consiglio europei, che rischiano di lasciare scoperto quasi tutto il 2014.
Con il documento unitario preparatorio al bilancio prevediamo la possibilità di anticipare risorse regionali per evitare il blocco di alcune attività essenziali come ad esempio quella dei centri per l'impiego, o il sostegno alle imprese". L'assessore ha poi affrontato il tema del ruolo delle città nello sviluppo. "I centri urbani sono una leva essenziale di sviluppo, la nuova programmazione dei fondi Ue riconosce e rafforza questa visione che, per la Toscana, non è certo nuova. Con i Piani integrati di sviluppo (Piuss), abbiamo già realizzato un'esperienza che, pur con qualche difficoltà da parte dei Comuni, spesso legata al Patto di stabilità, ha dato risultati positivi che più volte la Commissione europea ci ha riconosciuto".
Sull'unicità dell'esperienza toscana e sulle positive relazioni istituzionali che attorno ad essi sono state costruite si è soffermato anche il presidente Anci Alessandro Cosimi. "Quando sediamo a tavoli in cui si parla di Europa, la Toscana viene guardata come una realtà che ha rappresentato un buon modello di funzionamento e dove si è costruita una armonizzazione di rapporti tra comuni e Regione. I fondi europei sono l'unica chance che abbiamo per poter fare investimenti nei prossimi anni.
Pensiamo che le città possano avere un ruolo importante nella nuova programmazione 2014-2020 e che i comuni debbano stare in un percorso insieme alla Regione per poter scegliere e costruire quali sono le opportunità ma anche gli obiettivi primari, penso ad esempio al tema della mobilità" . Da parte dei Comuni emerge anche la richiesta di "tenere fuori le emergenze dai finanziamenti europei di consentire ai territori di dispiegare la propria capacità progettuale". Il presidente Anci auspica che ci possa essere un tavolo, in Regione, "dove discutere di questi temi e poter proporre un pensiero che abbia un tempo lungo, che coinvolga le comunità.
Chiediamo anche che il cofinanziamento stia fuori dai vincoli imposti ai Comuni dal Patto di stabilità, perché questo porta le comunità a non poter essere protagoniste del proprio sviluppo. Come è successo ad alcuni Comuni che per questo non hanno potuto portare avanti i Piuss (Piano integrati di sviluppo)". Con la nuova programmazione si tratta però di andare oltre. "Oggi questo strumento che pur ha avuto un ruolo positivo, va ripensato – dice Simoncini – cercando, con la prossima programmazione dei fondi, che secondo noi non possono essere usati per far fronte ad interventi ordinari, di mettere insieme un intervento integrato per le città, eventualmente utilizzando, nel caso in cui venisse adottato anche uno specifico Piano operativo nazionale per le aree metropolitane, ma mettendo comunque insieme diversi fondi e diversi assi del Por, per incrementare le risorse disponibili e ampliare i campi di intervento".