Si è svolto ieri, mercoledì 4 settembre, a Roma presso il Ministero dell'interno l'incontro tra il sottosegretario Domenico Manzione, Luigi Dallai, parlamentare del Pd alla Camera e Jacopo Armini, sindaco di Monteroni D’arbia, per valutare le possibilità di sbloccare la situazione che si è venuta a creare per la tenuta di Suvignano. “La partita rimane aperta – spiegano Dallai e Armini - Nell’incontro al Viminale sono state approfondite le eventuali modalità di un affidamento dell’ azienda agli enti locali che ne hanno fatto richiesta.
Per la legge i beni immobili sono destinati al patrimonio del comune dove l'immobile è sito, in ottemperanza al principio cardine della norma del riutilizzo pubblico e sociale del bene confiscato. Per cui la questione che ha verosimilmente causato la decisione dell’Agenzia per i beni confiscati è legata al fatto che la tenuta di Suvignano è stata confiscata come bene aziendale, caso in cui la norma prevede la possibilità di affitto a imprese pubbliche o private, l'assegnazione gratuita a cooperative di dipendenti, oppure, come in questo caso, la vendita, ma aggiunge la norma quando questo corrisponda al maggior interesse pubblico”. “Non ci fermeremo – concludono Dallai e Armini – e domenica chiediamo a tutti i senesi di partecipare alla manifestazione di protesta, per porteremo avanti la battaglia a favore della legalità e a difesa di un progetto di rilancio e di crescita che oltre a muoversi nel rispetto della legge che prevede il riutilizzo pubblico dei beni confiscati alla criminalità organizzata, rappresenta un’opportunità di rilancio economico per il nostro territorio”. Il Pd di Monteroni d’Arbia sarà in prima linea alla manifestazione per dire “No all’asta per Suvignano”, promossa dallo stesso Comune di Monteroni d'Arbia, insieme alla Regione Toscana, alla Provincia di Siena, all'Arci e all'associazione Libera di Siena per impedire la vendita all'asta della tenuta agricola di Suvignano..
Ad annunciarlo è il segretario dell’Unione comunale Pd di Monteroni, Alberto Taccioli, in una nota in cui rimarca il sostegno al lavoro svolto in questi anni dall’amministrazione comunale, dalla Provincia di Siena e dalla Regione Toscana affinché la tenuta di Suvignano non venisse messa all’asta ma fosse gestita coinvolgendo le istituzioni locali. “Saremo presenti alla manifestazione – dice Taccioli – perché siamo convinti che la decisione di mettere all’asta la tenuta di Suvignano possa essere pericolosa per la tutela di quella legalità per cui abbiamo tanto combattuto.
Saremo, come siamo sempre stati in questi anni, al fianco del sindaco Jacopo Armini per fare tutto il possibile per scongiurare il pericolo che la struttura torni nelle mani delle organizzazioni di criminalità organizzata e per ribadire il grande valore del progetto di rilancio proposto da Comune, Provincia e Regione, insieme al prezioso contributo dell’Arci e dell’associazione Libera per il rilancio economico della struttura basato sulla filiera corta e il risparmio energetico”. “L'azienda di Suvignano è una ricchezza del territorio toscano, un complesso agricolo e immobiliare di pregio e un simbolo.
Un bene che testimonia come la criminalità da tempo “investa” in strutture importanti fuori dalla Sicilia, anche nella nostra bella Toscana, ”investimenti” che possono diventare un comodo strumento di riciclaggio . La decisione di mettere in vendita questo bene è per noi e per i promotori della manifestazione, un errore politico e culturale. Il riutilizzo dei beni è infatti il più importante strumento per riaffermare la legalità. Per questo domenica lo Spi della Toscana parteciperà alla manifestazione a Suvignano per dire no alla vendita”.
Così Daniela Cappelli, segretaria generale dello SPI Cgil Toscana, ricorda i motivi che porteranno il sindacato dei pensionati domenica prossima in provincia di Siena all'evento - promosso dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Siena, dal Comune di Monteroni d’Arbia, da Libera, Arci e CGIL - contro la decisione dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati di vendere l'azienda confiscata alla mafia 19 anni fa. “Da anni tanti lo SPI lavora con l'ARCI nei campi siciliani sottratti alla mafia.
Tanti volontari dello SPI hanno lavorato l'estate, accanto ai giovani, cementando un confronto tra generazioni in un'esperienza di vita che è anche educazione concreta alla legalità. Un'attività importante per lo SPI che considera l'uso dei beni sottratti alla criminalità – aggiunge la segretaria Daniela Cappelli - il più importante strumento per sottrarre consenso alle organizzazioni mafiose e creare opportunità di lavoro e sviluppo sociale”.